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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-02263 del sen. Maurizio Buccarella. Lecce. Realizzazione di parcheggio sull'area denominata ex caserma Massa.
Testo del comunicato
Nell'atto ispettivo n. 4-02263 il Senatore interrogante chiede di sapere quali azioni il Ministero intenda porre in essere a tutela di “un bene archeologico, consistente nelle fondamenta del convento e chiesa di Santa Maria del Tempio”, rinvenuto nell’area occupata dall’ex caserma Oronzo Massa, nella quale il comune di Lecce ha previsto la realizzazione di un parcheggio interrato.Successivamente al parere della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Puglia (protocollo n. 5570 del 29 maggio 2012), richiamato anche dall’interrogante, il comune di Lecce ha trasmesso alla Direzione regionale ulteriori elaborati, integrativi al progetto in argomento, con nota n. 39257 del 15 aprile 2014. La Direzione regionale, esaminati gli elaborati integrativi e acquisiti i pareri della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia e della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, ha ritenuto di dover rilasciare prescrizioni, al fine di assicurare la tutela dei manufatti rinvenuti durante l’attività di scavo effettuata per la realizzazione del parcheggio interrato (nota n. 6501 del 30 giugno 2014). Nel merito, la Direzione regionale ha rilevato nella nuova fase progettuale un certo approfondimento, che consente di coniugare attraverso un percorso conoscitivo, sotto il profilo storico e archeologico, la conservazione dei resti di parte delle strutture della chiesa di Santa Maria del Tempio e la valorizzazione della preesistenza con l'allestimento di un museo archeologico. Infatti, la proposta avanzata dal Comune prevede la conservazione in situ, a vista, della parte anteriore della chiesa di Santa Maria del Tempio e la realizzazione di un camminamento pedonale lungo il perimetro degli scavi in grado di raccordare le diverse quote rispetto alle quali si sviluppa la nuova piazza. La Direzione ha ritenuto tale soluzione certamente apprezzabile, in quanto tiene conto dei vari aspetti di interesse che sono maturati nel tempo con il prosieguo e l'avanzamento degli scavi archeologici, i quali hanno riportato in luce l’intero impianto funerario sottostante l’edificio religioso, composto da tombe a fossa e soprattutto da numerosi ossari scavati nel banco di roccia, provvisti di scale di accesso, nicchie ecc.; ha, però, evidenziato come “la porzione delle strutture da lasciare a vista appaia poco significativa per la comprensione dell'impianto planimetrico ad aula con cappelle laterali e che, a conclusione della campagna di scavi, sia importante ampliare l'area da conservare in situ comprendendo così le restanti parti delle strutture murarie, assicurandone la massima conservazione e leggibilità”. Pertanto, a conferma della prima ipotesi formulata nel precedente parere n. 5570 del 29 maggio 2012, nel quale si indirizzava la progettazione verso la "riproposizione della planimetria delle strutture conventuali e/o parziale mantenimento delle strutture murarie della chiesa", la Direzione ha comunicato al Comune che “appare preferibile conservare l'intera fabbrica religiosa, così da renderla pienamente comprensibile nella sua articolazione ipogea e in modo da dare un senso compiuto all'intervento conservativo”.Ha prescritto, inoltre, di far precedere il prosieguo e l'ultimazione dell'attività di scavo ancora da condursi, insieme all'attività di "rimozione archeologica (smontaggio)" delle strutture conventuali, secondo le indicazioni della Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia, da un accurato rilievo (ad esempio del tipo laser-scanner) al fine di effettuare una opportuna documentazione storica dei resti conventuali. La Direzione ha rilevato, infine, carenze negli elaborati progettuali sotto vari profili: per ciò che concerne la sistemazione della piazza, prescrivendo un approfondimento progettuale che tenga conto delle tracce della storia e che preveda la ricostruzione del colonnato delle strutture conventuali con riproposizione in situ degli elementi architettonici rinvenuti, un uso del verde più marcato in luogo delle superfici pavimentate (anche ricorrendo alla tecnica del tetto vegetale a copertura delle strutture di progetto sottostanti) e l'installazione in numero adeguato di pannelli didattici; per quanto riguarda gli aspetti di tutela, la Direzione ha evidenziato la mancanza di un progetto conservativo e di protezione dei resti archeologici emersi, richiedendo una proposta progettuale esecutiva delle strutture di protezione degli scavi che preveda adeguate parti che consentano l'aerazione dei resti e moduli rimovibili per l'ispezione e le operazioni di manutenzione; per ciò che attiene, infine, alla valorizzazione storico-archeologica dei reperti, ha ritenuto che l'ipotesi avanzata, peraltro molto generica, dovesse essere discussa a fronte di uno specifico progetto scientifico di allestimento. E’ stata, da ultimo, evidenziata l'opportunità di individuare percorsi alternativi alle condutture esistenti (cavi alta tensione, condutture gas) che attraversano l'area in esame, al fine di bonificare e riqualificare la stessa. Successivamente, anche a seguito di tavoli tecnici tra il comune di Lecce e le competenti soprintendenze, cui sono seguiti approfondimenti progettuali, il Comune ha elaborato una proposta progettuale relativa alla sistemazione della piazza con estensione dell’area di scavo da salvaguardare e valorizzazione archeologica dei reperti.In merito a tale proposta, la Direzione regionale, ricevute le prescrizioni tecniche delle competenti soprintendenze e condividendone le argomentazioni favorevoli alla suddetta proposta, incentrate soprattutto sull'estensione dell'area dì scavo da salvaguardare e sulla chiara volontà dell'Amministrazione di garantire la gestione e la manutenzione dell'area archeologica, ha autorizzato, con nota n. 393 del 14 gennaio 2015, i lavori con le seguenti prescrizioni: i punti di appoggio delle nuove strutture sulle murature antiche dovranno essere verificati in situ dalle Soprintendenze di settore; qualunque opera di finitura riguardante il progetto architettonico nel suo complesso (passerelle, recinzioni, terrapieni, pavimentazioni ecc...) e quello conservativo dei resti murari in situ e dei reperti rinvenuti durante la campagna di scavo (pulitura, risarciture, eventuali stilature ecc...), dovrà essere opportunamente campionata e sottoposta al parere delle soprintendenze, comprendendo inoltre, sia un adeguato progetto illuminotecnico in grado di sottolineare l'ambientazione dell'intera piazza e dei singoli reperti, sia la scelta dei singoli corpi illuminanti da inserire nella piazza nel rispetto della figuratività delle preesistenze. Con analoghe modalità dovranno essere selezionate le specie botaniche, di cui si è prescritto un netto incremento, soprattutto al fine di mitigare gli ingressi alle aree commerciali; il posizionamento dei reperti architettonici emersi dall'attività di scavo, sia quelli erratici sia quelli da collocare nell'area espositiva, dovrà essere concordato in corso d'opera con le soprintendenze di settore, secondo le rispettive competenze di tutela; per ciò che concerne il progetto scientifico finalizzato all'allestimento dell'area destinata alla musealizzazione dei reperti rinvenuti e alla fruizione e valorizzazione dell'area archeologica attraverso í percorsi di visita esterni, la Direzione ha ritenuto necessario l’individuazione di un gruppo di lavoro comprendente le soprintendenze di settore e l'Università. Nella stessa nota, la Direzione ha confermato le precedenti prescrizioni, riguardanti gli ulteriori aspetti del progetto in parola e, al fine di consentire agli uffici delle soprintendenze di svolgere attività di alta sorveglianza, ha fatto obbligo di comunicare tempestivamente, alle stesse, per iscritto, la data di inizio dei lavori e il nominativo del direttore dei lavori (rammentando che le opere di natura conservativa inerenti le strutture antiche dovranno essere affidate a imprese qualificate, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 25 gennaio 2000, n. 34, nella cat. 0/G2) e di provvedere, al termine dei lavori, secondo quanto sancito dall'art. 250 del decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207, a inviare alle soprintendenze di settore e alla Direzione stesse, la relazione finale redatta dal direttore dei lavori, corredata di esauriente documentazione fotografica delle opere in corso di esecuzione.
Documentazione:
Interrogazione del 22 aprile 2015
(documento in formato pdf, peso 199 Kb, data ultimo aggiornamento: 11 maggio 2015 )