Testa in marmo dell’imperatore Settimio Severo recuperata a New York, ora in esposizione al Museo archeologico dell'antica Capua
Apertura
Date di apertura
Inizio evento
Fine evento
Prenotazione Facoltativa
Orario di apertura:
- Lun
- Chiuso
- Mar
- Chiuso
- Mer
- Chiuso
- Gio
- Chiuso
- Ven
- Chiuso
- Sab
- Chiuso
- Dom
- Chiuso
Informazioni apertura
InfoBiglietteria
Orario di apertura:
- Lun
- Chiuso
- Mar
- Chiuso
- Mer
- Chiuso
- Gio
- Chiuso
- Ven
- Chiuso
- Sab
- Chiuso
- Dom
- Chiuso
Descrizione
Testa in marmo dell’imperatore Settimio Severo
datazione 200-211 d.C.
altezza cm 30
La scultura ritrae l’imperatore Settimio Severo, nato a Leptis Magna nel 146 d. C. da una famiglia dell'ordine equestre, che rivestì la carica di imperatore dal 193 al 211 d.C.
Fu proclamato imperatore dai legionari a Carnuntum, in Pannonia, in un periodo in cui, tra il 193 e il 197 susseguente alle uccisioni di Commodo nel 192 d.C e di Pertinace (193 d.C), si assistette a una cruenta guerra civile tra Settimio Severo, Pescennio Nigro e Clodio Albino per la conquista del potere imperiale. Una guerra, che dimostrò che il potere di Roma era detenuto dagli eserciti. L’immagine dell’imperatore è ben documentata da rilievi, busti, statue, pitture e monete. Il nostro ritratto è riferibile al tipo III, documentato sulle monete dal 200 d.C.
Il tipo è aderente ad una immagine dignitosa dell’imperatore, legata alla propagazione della Domus Severiana, testimoniata a Capua da questo ritratto e da iscrizioni onorarie dedicate all’imperatore.
Il ritratto, che doveva essere completato da un busto, potrebbe essere pertinente sia ad un contesto privato, la cui alta committenza rimarcherebbe i rapporti tra le aristocrazie di Roma e Capua e le strette connessioni tra il potere centrale e la classe dirigente capuana, come mostrano iscrizioni e fonti che attestano la presenza a Capua di famiglie influenti, che anche in età severiana rivestono la carica di senatore; sia ad un contesto pubblico della città, come attestano due epigrafi onorarie per l’imperatore Settimio Severo, una delle quali fu posta dai Capuani tra il 193 e il 195 d.C., accanto alla quale sarà esposto questo ritratto.
Il terzo tipo, di cui sono note circa 80 repliche, è tra i ritratti di maggior diffusione dell’imperatore.
Il tipo è caratterizzato da una particolare acconciatura dei capelli, contraddistinta dai quattro boccoli a spirale, a volte tre, che cadono sull’ampia fronte. La folta e mossa capigliatura che incornicia il volto - profondamente lavorata al trapano, come pure la barba - si dispone quasi simmetricamente dalla fronte alle orecchie. Sulle tempie, i capelli si arricciano verso l’esterno, formando una sorta di S.
La barba è bipartita, le labbra sono dischiuse, i baffi coprono il loro tratto superiore. Gli occhi, contornati da folte sopracciglia, hanno le palpebre ben definite: le iridi e le pupille sono incise e accentuano lo sguardo che si rivolge verso destra. Settimio Severo inaugurò una nuova stagione di opere pubbliche e di mecenatismo, la cui attività è testimoniata anche nella vicina Teano con la ristrutturazione del teatro tardo repubblicano .
A Roma, ricordiamo l’arco di trionfo nel foro romano, eretto nel 203 in occasione del decennale dell'imperatore, raffigurato con i figli Geta e Caracalla, che illustra e celebra con quattro grandi pannelli, la campagna e la vittoria sui Parthi
Di particolare rilievo sono gli interventi nelle province, e segnatamente nel foro della sua città natale, Leptis Magna, dove, in un rilievo dell’arco l'imperatore è rappresentato come divinità centrale di una triade capitolina tra Minerva e Giunone, il cui aspetto rimanda alla figura di Giulia Domna. Severo, invece è rappresentato non come Giove ma come Serapide (il tipo di Serapide Bryaxis della statua di culto del Santuario di Alessandria) , considerata una sorta di divinità dinastica dei Severi. La stessa fusione di Severo con Serapide, sembra che abbia dato lo spunto alla rielaborazione del suo ritratto introdotto nel 200 d.C., i cui segni caratteristici, che vediamo in questa splendida scultura, sono la lunga chioma con la dolce ondulazione scendente dalle tempie e i quattro singolari boccoli che ricadono sulla fronte.
Individuata presso nota casa d’aste di New York (USA) nel 2019 e rimpatriata dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale il 6 giugno 2022.
La scultura può essere ammirata nelle sale del Museo archeologico dell’antica Capua dove è stata allestita la mostra permanente “I Segni del Paesaggio: l’Appia e Capua”, il secondo dei due allestimenti organizzati nell’ambito del progetto “I Segni del Paesaggio: la via Appia e i Castelli della Campania”, POC Campania - Programma di Azione e Coesione – Piano Operativo Complementare 2014-2020”, a cura di Ida Gennarelli.
Ph. Ortensio Fabozzi