Testa in marmo di Dioniso barbato con kalathos sul capo recuperata a New York, ora in mostra al Museo archeologico dell'antica Capua
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Descrizione
Testa in marmo di Dioniso barbato con kalathos sul capo
elemento di arredo di un contesto di edilizia privata
seconda metà del II secolo d.C. altezza cm 29
L’ apparato figurativo definiva il carattere dell’abitazione romana che era non solo tappezzata da una grande quantità di pitture, ma arricchita da suppellettili e da arredi come tavoli, candelabri, crateri, puteali, fontane in marmo spesso decorati con elementi del mito che rimandavano alla felicità e alle gioie della vita domestica.
La casa, infatti, accoglieva gli ospiti in un ambiente sereno, lontano dai tumulti delle strade, e venne concepita come luogo in cui era possibile dedicarsi all’otium, dove la natura addomesticata dei giardini e le stanze di rappresentanza sontuosamente arredate , invitavano proprietari e ospiti a godere la vita, ad essere felici, e la scultura ritrovata rappresenta un tipico esempio di questa concezione.
Infatti, il capo di Dioniso è sormontato da un kalathos, svasato verso l’alto, che simboleggia la fertilità e l’abbondanza. Il dio dell’ebbrezza e della sensualità, spesso rappresentato imberbe, nudo e coperto da una nebride, in questa scultura è ritratto nella variante caratterizzata da lunghi baffi e barba finemente acconciata resa secondo uno stile arcaicistico, conferendo un aspetto virile e solenne al volto.
Il viso allungato è delineato da una ricca capigliatura e da due lunghe basette. La bocca è racchiusa da lunghi baffi che si estendono sulla folta barba.
La ricchezza della capigliatura, realizzata con l’uso del trapano, lo stile arcaicistico, la resa tecnico-stilistica della scultura, permette di datare l’opera alla seconda metà del II sec. d.C. Sulla parte superiore del kalathos è presente un alloggiamento per un altro elemento marmoreo che doveva essere fissato con grappe, dimostrandone la funzione di arredo.
Gli arredi hanno goduto di particolare fortuna nell’antiquaria: nelle raccolte di antichità tra il XVI e il XVIII secolo compaiono quasi sempre testimonianze dell’arredo marmoreo come bacini e vasche in marmi colorati, tavoli, candelabri, sculture di fontane, oscilla, pilastrini decorati, trapezofori.
Individuata presso nota casa d’aste di New York (USA) nel 2016 e rimpatriata dai Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale il 6 giugno 2022.
La scultura può essere ammirata nelle sale del Museo archeologico dell’antica Capua in via Roberto D’Angiò nr. 44 dove è stata allestita la mostra permanente “I Segni del Paesaggio: l’Appia e Capua”, il secondo dei due allestimenti organizzati nell’ambito del progetto “I Segni del Paesaggio: la via Appia e i Castelli della Campania”, POC Campania - Programma di Azione e Coesione – Piano Operativo Complementare 2014-2020”, a cura di Ida Gennarelli.
Posizione
Museo archeologico nazionale dell’antica Capua
Via Roberto d'Angiò, 44 - 81055 Santa Maria Capua Vetere (CE)