"Settimane musicali Farnesiane": Integrale delle suite per violoncello di J.S. Bach Serata 2 con Miriam Prandi al violoncello
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Il 15 maggio alle ore 20 nel Teatro Farnese, nell’ambito del progetto musicale Settimane musicali Farnesiane che prevede 8 serate di musica e teatro in occasione della mostra I Farnese. Architettura, Arte, Potere a cura della Fondazione Toscanini in collaborazione con il Complesso monumentale della Pilotta, avrà luogo il concerto con la violoncellista Miriam Prandi dedicato all’Integrale delle suite per violoncello di J.S. Bach Serata 2.
Programma di sala:
Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)
Suite n. 1 in sol maggiore BWV 1007
Prélude – Allemande – Courante – Sarabande – Minuetto I / II – Gigue
Suite n. 3 in do maggiore BWV 1009
Prélude – Allemande – Courante – Sarabande – Bourrée I / II – Gigue
Suite n. 6 in re maggiore BWV 1012
Prélude – Allemande – Courante – Sarabande – Gavotte I / II – Gigue
All’epoca potrebbero essere state scritte per affinare la tecnica dell’interprete, ma le sei Suites per violoncello solo di Bach (1720) sono molto di più: rappresentano un mondo per la loro consistenza e risonanza emotiva e sono uniche, dato che non esiste niente di paragonabile ad esse. Il nucleo di ognuna consiste principalmente di movimenti di danza (naturalmente da non intendersi come musica da ballo vera e propria): un’allemande, una courante, una sarabanda e una gigue. Per ciascuna Bach aggiunge un preludio e un penultimo movimento di carattere vivace (un minuetto nelle Suites 1 e 2, una bourrée nelle Suites 3 e 4 e una gavotta nelle Suites 5 e 6). La Suite n. 1 si caratterizza per il notissimo Preludio, composto principalmente da accordi arpeggiati, mentre la n. 4 è tra le più impegnative tecnicamente poiché è in mi bemolle, tonalità scomoda per il violoncello. La Suite n. 5 contiene una stupenda Sarabanda che è uno dei pochi movimenti nelle sei Suites che non contiene accordi. La Suite n. 6, scritta in una forma molto più libera delle altre, contiene diversi movimenti cadenzali e passaggi virtuosistici; è l’unica in parte annotata in chiavi di contralto e di soprano. Mstislav Rostropovich l’ha definita “una sinfonia per violoncello solo” e ha caratterizzato la sua tonalità di re maggiore come “un’evocazione di gioia e trionfo”.
Esistono alcune controversie riguardo al tipo di strumento per cui queste Suites sono state originariamente scritte: le Suites n. 1-4 furono molto probabilmente destinate a un violoncello simile allo strumento che conosciamo oggi; al contrario, la n. 5 per uno a cinque corde, la Sesta per uno strumento con un’intonazione più alta e più piccolo rispetto a un violoncello normale.
Dopo la morte di Bach, le Suites vengono dimenticate dal grande pubblico fino a quando ad eseguirle e registrarle è il virtuoso violoncellista spagnolo Pablo Casals negli anni ’30. Fino ad oggi sono state trascritte per più di 19 strumenti diversi, tra cui la tuba e l’ukulele.