#iorestoacasa e sfoglio il Polifilo di Aldo Manuzio
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Informazioni apertura
InfoDescrizione
Buongiorno amici, per aprire al meglio questa settimana vi
presentiamo il più bel libro a stampa del Rinascimento, da alcuni
considerato il più bello in assoluto di tutti i tempi: il Polifilo di
Aldo Manuzio, Venezia 1499.
Solo cinquant'anni prima il tedesco
Johannes Gutenberg inventa la stampa a caratteri mobili e pubblica nel
1455 la sua celeberrima Bibbia, nel 2001 inserita dall'UNESCO
nell'elenco della Memoria del mondo.
Dieci anni dopo, nel 1465, la stampa arriva in Italia, a Subiaco, grazie a due suoi allievi, Konrad Sweynheym e Arnold Pannartz.
Ma la vera rivoluzione ha un nome ben preciso, quello di Aldo Manuzio, ritenuto tra i maggiori editori d'ogni tempo, fra i primi editori in senso moderno in Europa. Anche di lui abbiamo tante cose da raccontarvi! Umanista, coltissimo, perfettamente padrone delle lingue greca e latina, introduce numerose innovazioni destinate a segnare la storia dell'editoria e promuove avanzamenti della tipografia insuperati fino ai nostri giorni. Apre a Venezia la sua Tipografia nel 1494, e il greco predomina largamente nella produzione editoriale dei primi cinque anni (1495-1500). In misura minore edita opere latine.
La sua prima
opera in lingua volgare è la celeberrima e misteriosa Hypnerotomachia
Poliphili (Il titolo si può tradurre "combattimento d'amore in sogno
dell'amante di Polia") del 1499, sulla cui attribuzione al domenicano
Francesco Colonna si continua a dibattere: il volume, infatti, esce
senza il nome dell’autore, dato l’argomento, ma esso si può desumere
componendo le lettere iniziali dei trentotto capitoli del libro. Ne
risulta la frase: Poliam frater Franciscus Columna peramavit (Fra
Francesco Colonna amò intensamente Polia) da qui l’attribuzione. È
considerato uno dei capolavori tipografici di tutti i tempi, per quanto
sia completamente estraneo al programma editoriale del Manuzio, che
firmò il volume ma non vi aggiunse una prefazione di suo pugno. La
realizzazione del libro fu commissionata e pagata dal veronese Leonardo
Grassi, ed era dedicata a Guidubaldo da Montefeltro, uomo d'arme al
servizio di Venezia e duca di Urbino. Particolari erano il volgare
dell'opera, rivestito di un'aura di classicità latineggiante, e,
soprattutto, la veste editoriale, che combinava in modo sorprendente per
tutte le 234 carte in folio testo e immagini. Le 169 illustrazioni
erano ricavate da incisioni su legno, xilografie, realizzate da un
artista rimasto ignoto, ma certamente di eccelse capacità.
A domani, cari amici, abbiate cura di voi, vi aspettiamo su facebook!
#iorestoacasa #litaliachiamo #laculturanonsiferma
Posizione
Biblioteca Universitaria di Pavia
Strada Nuova, 65 - 27100 Pavia (PV)