I colori del mito 4 #icoloridelmito
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Descrizione
È nell’azzurro brillante
della faïence che prende forma un occhio.
L’udjat. L’occhio di
Horus, il dio falco degli Egizi.
Il mito racconta che gli
fu strappato dallo zio Seth durante la cruenta lotta per il possesso del trono d’Egitto.
Fu Thot, il dio medico, a raccoglierlo, a guarirlo e a renderlo nuovamente
integro, udjat.
E l’udjat è raffigurato in
forma umana con un lungo sopracciglio. Nella parte inferiore un profilo
curvilineo con appendice verticale richiama le macchie del piumaggio del falco
lanario.
Simbolo di rigenerazione,
di integrità, di buona salute, era un potente talismano.
Per i vivi e per i morti.
Proteggeva dalle malattie,
dal morso di animali pericolosi, guariva le ferite.
Posto tra le bende delle
mummie ne garantiva l’integrità.
Dipinto sui sarcofagi
consentiva ai defunti di vedere il mondo dei vivi.
Segnando oggetti di vario
genere, teneva lontani gli influssi malefici.
Anche la scelta del
materiale potenziava l’efficacia dell’amuleto.
Come la faïence. Argilla ricca
di quarzo, invetriata in superficie, che gli Egizi chiamavano tjehnet, la brillante, considerata al pari dell’oro, dell’argento e dei
lapislazzuli. Era associata al dio sole e al concetto di rinascita.
Gli occhi di Horus erano
assimilati agli astri. Il destro al sole. Il sinistro alla luna.
Perché Horus era il
“lontano”, con chiara allusione a una divinità celeste primordiale.
E come la luna l’occhio
perduto scompariva per ricomparire con il plenilunio.
E come il sole l’occhio era perduto durante le eclissi.
#amanda.zanone
Posizione
Museo Archeologico Nazionale delle Marche
via Ferretti 6 (Palazzo Ferretti) - 60121 Ancona (AN)
Contatti
- Tel
- 071 202602
- drm-mar.museoancona@beniculturali.it
- Website
- https://www.musei.marche.beniculturali.it/