Museo di Palazzo Grimani
Apertura
Prenotazione Facoltativa
Orario di apertura:
Informazioni apertura
InfoNon sarà possibile garantire l'accesso immediato ai gruppi senza prenotazione o che non abbiano preventivamente contattato il Museo secondo le modalità specificate.
In occasione delle prime domeniche del mese e delle altre iniziative che prevedono la gratuità non è consentito l'accesso ai gruppi.
Groups: The museum can admit groups of a maximum of 20 people, excluding accompanying persons, except in the case of class groups. Advance ticket reservation is not mandatory, but strongly recommended (vivaticket).
We always require to send an email to: drm-ven.grimani@cultura.gov.it , indicating the date, time and number of people.
We are not able to guarantee immediate access to groups without a reservation or without having previously contacted the Museum according to the specified procedures.
Groups access is not allowed on the first Sundays of the month and other initiatives that include free entry.
Per prenotare:
- Website
- https://www.museiitaliani.it/
Biglietteria
Orario di apertura:
- Lun
- Chiuso
- Mar
- 10:00 - 18:00
- Mer
- 10:00 - 18:00
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- 10:00 - 18:00
- Ven
- 10:00 - 18:00
- Sab
- 10:00 - 18:00
- Dom
- 10:00 - 18:00
Informazioni biglietteria
InfoReduced price ticket : € 8,00 special events and people living in Venice (only on wednesday)
Ridotto - Reduced price ticket: € 2,00 (età compresa tra i 18 ed i 25 anni)
Gratuito - Free entrance : € 0,00 (Possessori di Venetian Heritage Membership Card, valida per due persone)
Biglietto Integrato Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro + Palazzo Grimani Intero: € 16,00;
Descrizione
Palazzo Grimani è stata la dimora di una delle più importanti famiglie del patriziato veneziano fino alla metà del XIX secolo. Venne acquistato a fine Quattrocento dal patrizio Antonio Grimani, protagonista della vita politica e militare della Repubblica di Venezia, eletto doge nel 1521. La proprietà venne successivamente donata da Antonio ai quattro figli e divenne la dimora di questo ramo della famiglia, da allora denominato “di Santa Maria Formosa”.
Nel 1981 il palazzo è stato acquistato dallo stato italiano. Un lungo restauro ha permesso di ricostituire per quanto possibile lo stato originario dell'edificio e di riportare alla luce la bellezza delle sue decorazioni. Il Museo di Palazzo Grimani è stato quindi aperto al pubblico nel dicembre del 2008.
1. CORTILE
L’ampio cortile che potete osservare dalla Loggia dei Cesti (e che attraverserete al termine del percorso) è il risultato di un’imponente ristrutturazione del palazzo conclusasi negli anni Sessanta del Cinquecento. La fabbrica medievale originaria era composta da sole due ali e con le caratteristiche proprie della casa fondaco veneziana. Aveva una pianta a L che si sviluppava lungo l'angolo determinato dalla confluenza tra i rii di San Severo e di Santa Maria Formosa. Nel Cinquecento, l'edificio fu ristrutturato e ampliato in più fasi dai fratelli Vettore e Giovanni Grimani (e, alla morte del primo, solo da Giovanni, Patriarca di Aquileia), secondo uno stile ispirato alle antiche domus e al gusto architettonico del Rinascimento romano. Le logge che si realizzarono furono adornate di statue classiche analogamente alle sale del piano nobile. La loggia in cui vi trovate era interamente affrescata con motivi vegetali e completata dai meravigliosi cesti in stucco che potete ancora ammirare.
2. SCALONE MONUMENTALE
Tra il 1563 e il 1565 la volta a botte dello scalone che conduce al portego del piano nobile fu sontuosamente decorata da Federico Zuccari, giovane artista di cultura romana, con affreschi allegorici che rimandano alle virtù del suo committente, completati da grottesche e rilievi a stucco con creature mitologiche. Questi ultimi riproducono alcuni cammei antichi della collezione di Giovanni Grimani. Nell’insieme, lo scalone poteva competere per magnificenza solo con la Scala d’Oro di Palazzo Ducale e con quella della Libreria Marciana.
3. SALA DEL CAMINO
La grande sala angolare, appartenente al nucleo più antico dell’edificio, fu rinnovata negli anni Sessanta del Cinquecento. Essa è dominata dallo splendido camino sormontato da marmi colorati e da ampie decorazioni in stucco, con volti ritratti di profilo, ghirlande di fiori e frutti e uno stupefacente mostro con la bocca spalancata, visibile al centro. Nicchie e mensole ospitavano altri pezzi archeologici della collezione Grimani. Alle pareti sono ancora visibili frammenti di una decorazione ad affresco che richiama il colonnato del cortile.
4. CAMERINO DI APOLLO
Situati nell’area della fabbrica medievale, i camerini di Apollo, Callisto e Psiche furono decorati tra il 1537 e il 1540 da artisti di formazione rinascimentale e manierista. Sulla volta a botte, in uno schema derivato dal soffitto di una tomba romana, si svolge la disputa tra Apollo e Marsia narrata nelle Metamorfosi di Ovidio. I quattro episodi sono opera del fiorentino Francesco Salviati: Marsia ebbe l’ardire di sfidare Apollo nella musica: il suo flauto, l’aulos, contro la lira divina. Sconfitto nel duello, venne condannato da Apollo a morte, scorticato vivo, come punizione per la sua superbia. A Giovanni da Udine, amico e collaboratore di Raffaello nella sua bottega romana, si devono gli stucchi, le figurette di divinità classiche, le grottesche e gli straordinari uccellini, nella rappresentazione dei quali era nota la sua maestria. Nella lunetta sulla parete di fondo una figurazione allegorica di ambientazione romana allude alle origini e ai fasti della famiglia Grimani.
5. SALA DEL DOGE, VESTIBOLO E CAPPELLA
Questi tre ambienti appartengono all'ultima fase edilizia
del palazzo, conclusasi entro il 1568. Nella cappella, utilizzata dal patriarca
Giovanni Grimani per la celebrazione privata della messa, una pala
cinquecentesca attribuita a Giovanni Contarini, seguace di Tiziano, è stata
collocata in luogo dell'altare marmoreo, rimosso nel XIX secolo. Sul soffitto
della cappella e del vestibolo, brevi iscrizioni latine richiamano ancora le
vicende processuali del patriarca. Dalla finestrella del vestibolo potete
scorgere la scala a chiocciola, di probabile invenzione palladiana. Nella sala
successiva, una lapide sopra il camino ricorda ed esalta il ruolo di Antonio
Grimani, nonno di Giovanni e doge della Serenissima dal 1521 al 1523, cui la
sala fu dedicata. Il busto ritratto, in origine collocato nella nicchia
centrale, è oggi perduto. Al suo posto è stato collocato nel 2021 un busto di
Giulio Cesare del medesimo autore, Simone Bianco. A sottolineare l'importanza
di queste tre sale, le pareti e i pavimenti sono interamente decorati da
riquadri marmorei, secondo il gusto antico. Molti di essi, estratti durante
l'epoca romana in località della Turchia, della Grecia e dell'Africa, sono rari
e preziosi. Nelle nicchie, sopra le porte e sopra il camino, erano collocati
vasi antichi, busti e statue classiche, molti dei quali sono qui tornati sempre
nel 2021: in particolare il gruppo scultoreo di Dioniso con satiro, rielaborazione romana del secondo secolo d.C.
di modelli greci.
6. SALA DA PRANZO
Il suggestivo soffitto di questa sala, decorato da festoni con nature morte di cacciagione, ortaggi e pesci, alternate a fasce floreali, fu realizzato da Camillo Mantovano attorno al 1567. Lo schema compositivo, con lo spazio suddiviso in spicchi attraverso raggi che convergono al centro, ripropone in chiave moderna un modello utilizzato nelle decorazioni antiche. La tela seicentesca al centro del soffitto, San Giovanni mentre battezza la folla, deriva dall’omonimo dipinto di Nicolas Poussin conservato al Louvre. Secondo le guide ottocentesche, esso sostituirebbe un dipinto attribuito a Giorgione e raffigurante i Quattro elementi. è probabile che l’ambiente fosse destinato a sala da pranzo, poiché una scala oggi murata da qui conduceva al piano terra, nel luogo dove forse, già nel Cinquecento, erano poste le cucine del Palazzo.
7. STANZA NEOCLASSICA
Questo ambiente venne rinnovato per essere adibito a camera da letto in occasione del matrimonio, celebrato nel 1791, tra la principessa romana Virginia Chigi e Giovanni Carlo Grimani. Allo scopo furono ricavati due camerini di comodo nei vani retrostanti la parete del camino. La decorazione del soffitto, eseguita dal veronese Giovanni Faccioli, riprende fedelmente alcuni brani di pittura murale antica, come le celebri Nozze Aldobrandini: potete riconoscere la scena nel riquadro corrispondente alla parete spoglia con la finta porta di legno. Il dipinto originale venne rinvenuto nel 1601 durante alcuni scavi sul Colle esquilino a Roma, e acquistato dal cardinale Pietro Aldobrandini. E’ oggi conservato nei Musei Vaticani.
8. CAMERINO DI CALLISTO
Come nel camerino di Apollo, anche quello dedicato alla ninfa Callisto e allasca metamorfosi si rinvia al celebre testo di Ovidio. Il racconto si snoda attraverso cinque riquadri in stucco bianco a fondo oro, a partire dal primo - sulla parete di fronte alle finestre -, dove la ninfa addormentata viene amata da Giove, fino all’epilogo - al centro del soffitto -, in cui Callisto e il figlio Arcade vengono tramutati in costellazioni. Riscoperta a Roma la tecnica dello stucco antico, Giovanni da Udine offre qui un saggio della sua grande abilità, ricreando animali, nature morte e dodici putti, simboleggianti i mesi dell’anno, accompagnati da quattro segni zodiacali riferibili alle stagioni. Alcuni specchietti tondi incastonati negli stucchi impreziosiscono la composizione e, in accordo con la storia narrata, richiamano le stelle del firmamento.
9. CAMERINO DI PSICHE
La sala si presenta in veste totalmente rinnovata, con il
recupero della spazialità cinquecentesca. L’ambiente presentava un soffitto
ligneo a cassettoni nel quale erano collocati cinque dipinti con la favola di
Amore e Psiche, narrata da Apuleio. Di questi è rimasto l’ottagono al centro,
probabile copia dell'originale realizzato da Francesco Salviati nel 1539, che
raffigura Psiche venerata come una dea per la sua bellezza. I lavori recenti
hanno rivelato l’esistenza di una grande camino, sul fondo del quale è scolpita
una salamandra fra le fiamme. Le due candelabre ad affresco con uccelli e pesci
eseguite intorno al 1560 sono probabilmente di Camillo Mantovano. Nelle nicchie
sopra le porta sono esposte quattro teste classiche.
10. PORTEGO E DOMUS GRIMANI
Il grande salone passante è denominato portego, secondo la tradizione della casa fondaco veneziana. È infatti l'ambiente che più di tutti ricorda il passato medievale dell'edificio. Qui erano ospitati, in grandi cornici a stucco, i ritratti dei membri illustri della famiglia e si svolgevano feste, banchetti e rappresentazioni di teatro musicale, arte nella quale i Grimani furono importanti mecenati.
Inizia ora il percorso dell'esposizione “Domus Grimani 1594-2019. La collezione di sculture classiche a Palazzo dopo quattro secoli”, realizzata in collaborazione con la Fondazione Venetian Heritage e Civita Tre Venezie, che si configura come un vero e proprio riallestimento di alcune sale del palazzo, e in particolare della Tribuna. È stata infatti riportata a Palazzo Grimani una parte considerevole dell'originaria collezione di antichità del patriarca Giovanni, da questi donata alla Serenissima Repubblica nel 1587 (oggi parte del Museo Archeologico Nazionale). Nelle sale del percorso alle opere antiche si uniscono bronzetti, dipinti, arazzi, elementi di arredo, in un insieme che intende rievocare l'atmosfera di una dimora patrizia cinquecentesca.
Ai lati della porta d’accesso al Camaron d'Oro sono collocati due busti in bronzo del secolo XVI, provenienti dal monastero di San Giovanni in Verdara a Padova, raffiguranti l’imperatore Adriano e l’imperatrice Sabina in veste di Cerere. Una volta entrati, vi chiediamo di proseguire subito verso la sala successiva.
11. SALA A FOGLIAMI
Il soffitto di questa stanza, eseguito nei primi anni Sessanta del Cinquecento da Camillo Mantovano, è ricoperto da una spettacolare decorazione che celebra la natura rigogliosa di piante e fiori, con un fitto giardino abitato da numerosi animali, frequentemente in attitudine predatoria e ricchi di significati simbolici. Nelle lunette sormontate da grottesche, complesse figurazioni in forma di rebus alludono a un lungo e travagliato processo per eresia subito dal patriarca Giovanni Grimani, che segnò la sua vita negandogli l'accesso alla carriera cardinalizia. Attraverso la trasposizione in allegoria della sua vicenda umana del patriarca, la decorazione tratta il tema della eterna lotta tra bene e male, dell’affermazione della giustizia divina alla fine dei tempi e dell’attesa dei giusti rispetto al riconoscimento della loro condizione, non senza sofferenze e patimenti. Alle pareti, due ritratti di famiglia con Antonio Grimani (a destra) e Domenico e Marino Grimani (a sinistra). La sala espone inoltre preziosi contenitori utilizzati per ospitare raccolte di gemme, monete e cammei, dei quali i Grimani erano appassionati collezionisti.
12. ANTITRIBUNA E TRIBUNA
L'Antitribuna è tornata recentemente ad ospitare la tela – in una copia di pregio realizzata da Factum Foundation – che caratterizzava il tondo al centro del soffitto, ispirato al Pantheon. Il dipinto raffigura La disputa tra Minerva e Nettuno per il dominio dell'Attica, l'originale realizzato da Giuseppe Porta detto il Salviati e oggi conservato al Musée Jacquemart-André di Parigi. Da qui si accede al luogo più importante e significativo della casa, vero fulcro e meta ultima dell’itinerario lungo le sale che la precedono: la Tribuna Grimani. Tale ambiente, già noto come Antiquarium, in origine custodiva più di centotrenta sculture antiche, fra le più pregiate della raccolta. Sormontato da un lucernario con lanterna che assicurava una costante illuminazione naturale, venne rivestito da marmi a creare un numero eccezionale di spazi e supporti – nicchie, timpani, mensole - nei quali inserire i marmi antichi, seguendo un percorso ascensionale che conduceva al Ratto di Ganimede al centro del soffitto. La varietà delle fonti architettoniche (il Pantheon, l'architettura michelangiolesca) fa pensare a un coinvolgimento diretto dello stesso Giovanni Grimani nella progettazione.
13. CAMARON D’ORO
La sala è così chiamata fin dal XVI secolo per gli arazzi impreziositi da filati d’oro che un tempo ne ricoprivano le pareti; si riconoscono, provenienti dalla collezione di Giovanni Grimani, il busto di Atena, la statua di Camillo e la testa di Mercurio (un tempo riunite) e l'Eros dormiente sul possente tavolo ligneo cinquecentesco, con una serie di preziosi bronzetti. La statua in gesso raffigurante il Gruppo del Laocoonte è un rarissimo calco settecentesco della notissima scultura del I secolo a.C. che grande interesse suscitò nel cardinale Domenico Grimani. Il gruppo, ritrovato a Roma nel 1506 presso le Terme di Tito, è conservato ai Musei Vaticani.
La sala è così chiamata fin dal XVI secolo per gli arazzi impreziositi da filati d’oro che un tempo ne ricoprivano le pareti; si riconoscono, provenienti dalla collezione di Giovanni Grimani, il busto di Atena, la statua di Camillo e la testa di Mercurio (un tempo riunite) e l'Eros dormiente sul possente tavolo ligneo cinquecentesco, con una serie di preziosi bronzetti. La statua in gesso raffigurante il Gruppo del Laocoonte è un rarissimo calco settecentesco della notissima scultura del I secolo a.C. che grande interesse suscitò nel cardinale Domenico Grimani. Il gruppo, ritrovato a Roma nel 1506 presso le Terme di Tito , è conservato ai Musei Vaticani.
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INTRODUCTION
Palazzo Grimani was the home of one of the most important families of the Venetian patriciate until the mid-nineteenth century. It was purchased at the end of the fifteenth century by the patrician Antonio Grimani, protagonist of the political and military life of the Republic of Venice, who became doge in 1521. The property was subsequently donated by Antonio to his four children and became the home of this branch of the family, since then called "di Santa Maria Formosa". In 1981 the palace was purchased by the Italian state. A long restauration has allowed to bring the building back to its original beauty. The Museo di Palazzo Grimani was therefore opened to the public in December 2008.
Today the visit to the Palace and its collections, as a result of the security protocols for the COVID-19 emergency, follows an obligatory itinerary, which we kindly ask you to follow in compliance with the obligations and standards indicated in signage. We designed this short guide to take you on the itinerary, which starts from the courtyard. Then move to the so-called "Loggia dei Cesti", just beyond the ticket office. Enjoy your visit!
1. COURTYARD
The original palace, an ancient casa da stazio, was an L-shaped building located at the intersection of the rios of San Severo and Santa Maria Formosa. In the sixteenth century overall alterations were carried out for thirty years at the expense of Vettore and Giovanni Grimani (after Vettore’s death, only of Giovanni, Patriarch of Aquileia); two new wings were added to the building, doubling its size and gaining an inner courtyard, Roman-style, with loggias of marble colonnades, unusual in sixteenth-century Venice. At the time the vast space of the courtyard, with its asymmetrical porticoes laden with artfully arranged sculptures, relieves and inscriptions, must have appeared a stunning invitation to visit the rest of the collection and the pictorial wonders held in the upper floors of the palace. The loggia where you stand was entirely frescoed with plant motifs and completed by the wonderful stucco baskets that you can still admire.
2. STAIRCASE
Between 1563 and 1565 the vault of the monumental Staircase, which leads to the portego, was richly ornamented with stuccoes and painted figures by Federico Zuccari. The subjects seemed to represent religious allegories; the painted decoration was completed with “grottesche” and floral arabesques while the stuccoes represented various sea creatures, based on ancient gems and cameos in the family collection. Overall, the staircase could compete for magnificence only with the Scala d’oro of Palazzo Ducale and that of the Marciana Library.
3. ROOM OF THE FIREPLACE
This large room was frescoed in the 1560s with the decorations composed of monochrome columns, only few fragments of which survived. Dominating the space is the monumental fireplace in coloured marble and white stucco. Look at the elegance and the quality of some details, such as the garlands and the wide-open mouth monster visible in the centre, typical of the mannerist style. Niches and shelves housed other archaeological pieces from the Grimani collection.
4. CHAMBER OF APOLLO
Situated in the area of the medieval building, the chambers of Apollo, Callisto and Psyche were decorated between 1537 and 1540 by mannerist artists. As we enter, the vault reproduces a scheme from the ceiling of a Roman tomb showing the dispute
between Apollo and Marsyas, as narrated in Ovid’s Metamorphoses. The four frescoes are by Francesco Salviati from Florence. The stucco works are by Giovanni da Udine, and so are the small figures of deities, the grotesques and the extraordinary birds. In the lunette on the back wall an allegorical representation of Roman setting refers to the origins and the glories of the Grimani Family.
5. ROOM OF THE DOGE ANTONIO, VESTIBULE AND CHAPEL
In a decorative style quite alien to Venetian culture a sumptuous display of rare marbles set in stucco frames adorns these rooms which belong to the final phase of the construction of the palace concluded by 1568. In the room the space was dominated by two walls, facing each other, treated with the same decorative motif. The chimneypiece wall was adorned with marble vases and portrait busts, including that of Antonio himself, now lost. This was the privileged place for honouring him, as an inscription placed at the top of the wall, still visible, indicates. The Chapel was used by Patriarch Giovanni Grimani for private celebrations of the Mass. In the place of the splendid marble altar, missing now, stands the altarpiece with a Deposition by Giovanni Contarini, a Titian’s pupil. On one side a small window overlooks the spiral staircase of probable Palladian inspiration.
6. DINING ROOM
Camillo Mantovano painted the ceiling of the Dining Room, decorated with fish and birds motifs. The seventeenth-century painting in the centre of the ceiling, portraying St. John Baptizing the People, is derived from a painting by Nicolas
Poussin, conserved at the Louvre, and replaced the painting with the Four Elements attributed to Giorgione in a nineteenth-century guide. The oval shape is taken up again in the decoration of the pavement in pastellone, a characteristic type of crusted marble floor widely used in Venetian buildings of which we have a great number of examples in this palace.
7. NEOCLASSICAL ROOM
This room was refurbished at the end of the eighteenth century on the occasion of the wedding between the Roman princess Virginia Chigi and Giovanni Carlo Grimani, celebrated in 1791. The pictorial decoration of the ceiling was executed by an artist from Verona, Giovanni Faccioli. The subject of the wedding was illustrated by the mural painting which is a copy of the famous scene known as the Aldobrandini Wedding, a Roman fresco.
8. CHAMBER OF CALLISTO
The chamber dedicated to the nymph Callisto and her metamorphosis is also related to the text by Ovid depicted in the Chamber of Apollo. The story unfolds through five panels with gold background, starting from the first - on the wall opposite the windows - where the nymph is seduced by Jove whilst in her sleep, to the epilogue -at the center of the ceiling- where Callisto and her son Arcas are both transformed into constellations. Here Giovanni da Udine, rediscovered the technique of antique stucco, demonstrates his great skill by reproducing animals, still life scenes as well as twelve putti. The latter symbolize the months of the year and are accompanied by four signs of the zodiac which refer to the four seasons. Round mirrors embedded in the stucco frames embellish the composition and, in accordance with the story narrated, recall the stars of the firmament.
9. CHAMBER OF PSYCHE
This room and the next once formed the Chamber of Psyche. It was divided into two separate rooms in the nineteenth century. In the original layout, which dates back to the thirties of the sixteenth century, the ceiling was decorated with five paintings dedicated to the story of Cupid and Psyche by Apuleius. The octagonal oil painting on the wall is probably a copy of a painting by Francesco Salviati dated 1539. It was once the center of the pictorial composition and represents Psyche worshipped as a goddess for her beauty.
10. PORTEGO AND DOMUS GRIMANI
The portego was the traditional main room of the Venetian house. In fact this is the space that most of all recalls the medieval past of the building. Here the portraits of the illustrious members of the family were housed in large stucco frames and the family used to held banquets and performances of musical theater, an art in which the Grimani were important patrons.
From here starts the itinerary of the exhibition "Domus Grimani 1594-2019. The collection of classical sculptures reassembled in its original setting after four centuries", realized in collaboration with the Venetian Heritage Foundation and Civita Tre Venezie, which is configured as a real rearrangement of some rooms of the palace, and in particular of the Tribuna. In fact, a considerable part of Giovanni’s original collection of antiquities was brought back to Palazzo Grimani, which he donated to the Serenissima Repubblica in 1587 (today part of the Museo Archeologico Nazionale). In the museum rooms, ancient works are joined by bronzes, paintings, tapestries, furnishings, in a set that intends to evoke the atmosphere of a sixteenth-century patrician residence.
On the sides of the access door to the Camaron d'Oro there are two bronze busts of the XVI century, coming from the monastery of San Giovanni in Verdara in Padua, depicting the emperor Hadrian and the empress Sabina as Ceres. Once inside, we kindly ask you to continue immediately to the next room.
11. FOLIAGE ROOM
The ceiling of this room, painted in the early sixties of the sixteenth century by Camillo Mantovano, is covered with a spectacular decoration that celebrates nature, luxuriant with plants and flowers, a dense forest inhabited by numerous animals, frequently in predatory attitude and rich in symbolical meaning. In the lunettes surmounted by grotesque, complex figurations in the form of a rebus allude to a long and troubled heresy trial suffered by the patriarch Grimani, that marked his life by denying him access to the cardinal career. On the walls, there are two family portraits with Antonio Grimani (right) and Domenico and Marino Grimani (left). The room also displays precious boxes used to host collections of gems, coins and cameos, of which the Grimani were passionate collectors.
12. ANTITRIBUNA AND TRIBUNA
The Antitribuna recently returned to host the canvas - in a valuable copy made by Factum Foundation - which was located in the center of the ceiling inspired by the Pantheon. The copy depicts Contest of the Attica between Athena and Poseidon, the original painting created by Giuseppe Porta known as Salviati and now preserved at the Jacquemart-André Museum in Paris.
From here you access the most important and significant place in the house, the real fulcrum and final destination of the itinerary along the rooms that precede it: the Tribuna. This environment, formerly known as Antiquarium, originally housed more than one hundred and thirty ancient sculptures, among the most valuable of the collection. Severe, solemn, lit by the light falling from the central lantern, the room had a vaulted ceiling decorated with lacunars and the walls displayed niches and shelves for housing statues and busts, following an ascending path that led to the Rat of Ganymede in the center of the ceiling. The variety of architectural sources (Pantheon, Michelangelo's architecture) suggests a direct involvement of Giovanni Grimani himself in the design.
13. CAMARON D’ORO
The walls of this room, already known in the sixteenth century as the Camaron d’Oro – Large Gold Room – were entirely covered with gold tapestries featuring Bible scenes. From the Giovanni Grimani collection we can recognize the bust of Athena, the statue of Camillus and the head of Mercury (once assembled) and the sleeping Eros on the mighty sixteenth-century wooden table, with a series of precious bronzes. The plaster statue depicting the Laocoonte group is a very rare eighteenth-century cast of the well-known sculpture of the first century BC, that great interest aroused in Cardinal Domenico Grimani. The group, found in Rome in 1506 at the Terme di Tito, is kept in the Vatican Museum.
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