Tipo Luogo:
Museo, Galleria e/o raccolta
Museo archeologico nazionale di Mattinata "Matteo Sansone"
Apertura
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Descrizione
Il Museo Archeologico Nazionale di Mattinata “Matteo Sansone”, allestito negli ambienti dell’ex Museo civico, concessi dal Comune alla Direzione Regionale Musei Puglia, ospita la collezione archeologica donata dalla famiglia Sansone allo Stato italiano nel 2022. La collezione è composta da circa 2500 manufatti ceramici, metallici, litici, numismatici, provenienti in massima parte dalla provincia di Foggia, in particolare dal Gargano e dall’area della piana del Tavoliere, che rimandano soprattutto alla locale cultura dei Dauni, cui appartiene anche un nucleo di frammenti di stele, alcuni provenienti da Monte Saraceno.
Il progetto scientifico e i nuovi lavori di recupero e allestimento dell’edificio hanno consentito di riorganizzare e riqualificare gli spazi del percorso di visita anche in una chiave accessibile, con la realizzazione di un deposito a vista che riproduce i mobili della farmacia di Matteo Sansone, dove era possibile ammirare i materiali. L’esposizione racconta attraverso i reperti della collezione lo sviluppo della civiltà dei Dauni, valorizzando laddove possibile i contesti di provenienza e mettendo in evidenza i contatti e le relazioni con l’esterno che hanno nel tempo caratterizzato o modificato usi e comportamenti dell’antica popolazione italica.
Il percorso espositivo
La sezione 1, “La collezione e il territorio della Daunia” è dedicata al sito di Monte Saraceno, contesto fortemente identitario per il territorio da cui provengono alcuni materiali della collezione, tra cui i cosiddetti scudi litici con sostegno a colonnetta usati come segnacoli funerari delle tombe.
La sezione 2 è dedicata a “Le stele Daunie”, che riproducono schematicamente il defunto con la sua veste funeraria, riccamente decorata con gioielli personali, ornamenti o armi e costituiscono l’espressione artistica più caratteristica e originale dell’antico popolo dei Dauni.
La sezione 3, “La Daunia e l’Adriatico”, racconta attraverso i reperti della collezione i rapporti che i Dauni, già a partire dall’età del Bronzo finale, iniziano a intrattenere con la costa dalmata e l’area balcanica. Fanno parte della collezione Sansone alcune ambre provenienti da Monte Tabor e da Monte Saraceno, di particolare raffinatezza e pregio.
La sezione 4, “La produzione ceramica in Daunia”, comprende una ricchissima raccolta di ceramica geometrica daunia con forme in parte provenienti dai centri di produzione conosciuti di Canosa, Ascoli Satriano e Ordona. Nella stessa sezione ci sono due approfondimenti, uno sui vasi a figure rosse della collezione, prodotti nelle botteghe dei ceramografi apuli nella seconda metà del IV secolo a.C. ad imitazione della ceramica greca e l’altro sulle terrecotte architettoniche daunie provenienti da centri del territorio (Arpi, Lucera, Ascoli Satriano, Salapia, Cupola).
Nella sezione 5 “La Daunia nell’età ellenistica” sono raccontati i cambiamenti della società daunia dal IV al III a.C., attraverso la presenza di nuove produzioni ceramiche, a vernice nera, sovraddipinta monocroma, Gnathia, geometrico-floreale, policroma, che mostrano un’epoca di vitalità delle produzioni artigianali grazie alle influenze ellenistiche. Di particolare interesse la presenza di un frammento di terracotta con iscrizione in lingua osca che si sviluppa a partire dal IV sec. a.C. in funzione di scrittura “nazionale” dei popoli italici, diffusa tra i moderni Lazio, Campania, Molise e nella Capitanata fino al I secolo a.C.
Nell’ultima sezione 6, “La Daunia in età Romana”, vengono presentati alcuni reperti provenienti dalla villa romana di Agnuli (Mattinata).
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 17:53:07 / Ultimo aggiornamento 2024-08-06 12:18:19
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