Il Teatro delle Commedie della villa medicea di Poggio a Caiano

Incastonata nel cuore della Toscana, a pochi chilometri da Firenze, sorge la Villa medicea di Poggio a Caiano, un capolavoro dell'architettura rinascimentale voluto da Lorenzo il Magnifico. All'interno di questa splendida residenza si cela un ambiente meno noto ma altrettanto affascinante: il Teatro delle Commedie. Le prime notizie certe sul Teatro delle Commedie risalgono alla seconda metà del Seicento, quando la granduchessa Marguerite Louise d'Orléans stabilì di far costruire un ambiente di svago all’interno della villa di Poggio a Caiano, sua residenza prediletta, per fuggire dalle angosce del suo infelice matrimonio con Cosimo III de’ Medici.

Ampliato poi nel 1791 per volere del granduca Ferdinando III, il teatro ha ospitato nel corso dei secoli numerose rappresentazioni teatrali, liriche e musicali, diventando un punto di riferimento per la vita culturale del territorio: ad esempio Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte, vi fece rappresentare opere di compositori come Gaspare Spontini e Ferdinando Paër.

Il Teatro è un piccolo gioiello architettonico, caratterizzato da un'eleganza sobria e da un'armonia di proporzioni: la sala è immersa in un'atmosfera intima e suggestiva, ma una particolare attenzione la meritano il palcoscenico, riccamente decorato, la buca d’orchestra circondata da parapetto tra proscenio e platea, e il sipario dipinto nel 1806 da Luigi Catani, artista pratese che raffigura Apollo e Atena intenti a suonare sul monte Elicona, a sottolineare così la funzione del teatro come luogo deputato alla musica e alle arti. All’interno del Teatro è inoltre possibile ammirare un prezioso organo antico, opera di Lorenzo Testa (1703), uno dei pochi strumenti musicali di origine medicea ancora oggi esistenti. Si tratta di un organo detto ‘positivo’ o ‘da camera’ per le sue piccole dimensioni che ne agevolavano lo spostamento. Dal 1713 l’organo fu impiegato esclusivamente per accompagnare il servizio liturgico, prima nella cappella della Villa di Lappeggi (1732) e poi, almeno dal 1786, nella cappella della Villa di Poggio.