Biblioteca nazionale di Bari - Giacinto Gimma e la prima storia della letteratura italiana

Giacinto Gimma (Bari 1668-1735), abate e canonico, grande studioso di storia sacra e letteratura, fu autore della prima enciclopedia italiana, rimasta incompleta e inedita, Nova encyclopedia sive novus doctrinarum orbis, comprensiva di tutti i saperi e anticipatrice dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alambert. L'opera si sarebbe dovuta articolare in sette libri (teologia, fisica e scienze naturali, matematica, astronomia e astrologia, scienze filologiche, etica e arti meccaniche), ma i codici a noi giunti, conservati presso la Biblioteca nazionale di Bari, sono solo quattro. L’Istituto barese conserva anche quattro volumetti manoscritti, Sylva rerum notabilium, uno zibaldone di notizie tratte dai più svariati autori e ricco di riflessioni e commenti, a cui Gimma si dedicò dagli anni giovanili e fino alla sua morte. Nel 1723 lo studioso diede alle stampe la sua fondamentale opera, Idea della storia dell’Italia letterata, un tentativo pionieristico di raccolta che metteva insieme tutti gli autori della storia letteraria della penisola e che considerava l’Italia come una nazione unica e unita, almeno dal punto di vista culturale, in tempi in cui paese era ancora frammentato in numerosi stati. Il merito di Gimma è di avere parlato per la prima volta di storia della letteratura italiana, non intesa come racconto della poesia e della prosa, ma come storia di tutta la cultura della penisola in chiave patriottica con l’intento di rivendicare il primato culturale della nazione nei confronti di altri paesi d’Europa, i quali sostenevano che la letteratura italiana, non nascendo da una nazione, non potesse avere una sua identità. Invece, così come rivendicato da Gimma, la letteratura italiana aveva una sua identità nazionale e autoctona. Dopo secoli di quasi totale dimenticanza questo testo fondamentale per la storia culturale del nostro paese è stato riscoperto e ripubblicato per i tipi di Cacucci nel 2011 dai professori Francesco Tateo e Antonio Iurilli.