Area archeologica del Tempio Italico di Casalbore

All’estremità occidentale del centro abitato di Casalbore (AV), in località Macchia Porcara, presso una sorgente situata a valle del Regio Tratturo Pescasseroli-Candela, è stato portato alla luce un edificio di culto databile al III sec. a.C. ma, nella cui area, la frequentazione cultuale sembra risalire almeno al VI sec. a.C.

Il tempio ellenistico presenta una cella quasi quadrata con orientamento sud-nord e una porta non molto larga, come si desume dalla soglia visibile in fondazione. I muri esterni sono realizzati in blocchetti calcarei, messi in opera con argilla, e proseguono sulla fronte in base allo schema in antis. Tra le ante restano le tracce di sei colonne lignee.

Si accedeva tramite una gradinata che, con grande effetto scenico, incorporava due fontane con ampie vasche alimentate da una delle più antiche condutture in piombo rinvenute in Campania.

L’interno del tempio era pavimentato in cocciopesto, a cui si alternavano motivi a losanga eseguiti con tessere di pietra calcarea. Le pareti erano decorate nel cosiddetto primo stile, con falsi bugnati in stucco colorato di rosso e giallo. Davanti alla gradinata, al centro, è presente una piattaforma su cui poggia una struttura in blocchetti, riconosciuta come un’ara.

Nell’area antistante sono emerse anche le fondazioni di un portico e di altri ambienti.

Numerosi sono gli scarichi votivi rinvenuti, dove le offerte risultavano accumulate, senza ordine, insieme ad ossa e residui di pasti cerimoniali.

Dall’analisi dei depositi votivi si presume che il santuario fosse dedicato alla dea Mefite.

A differenza del più noto e importante santuario dedicato a tale divinità, nella Valle d’Ansanto, che resta attivo fino alla prima età imperiale, il tempio di Casalbore viene distrutto nel corso delle guerre annibaliche (217-215 a.C. circa).

L'area archeologica di Casalbore è visitabile chiamando al numero del Comune: 0825849005.