Stemmario Cremosano - Archivio di Stato di Milano
Descrizione
Tra gli scaffali dell’Archivio di Stato di Milano è conservata un’opera in due volumi avente come titolo originale “Galleria d’Imprese, Arme, ed Insegne de varii Regni, Ducati, Provincie, Città e Terre dello Stato di Milano. Et anco di diverse Famiglie d’Italia con l’ordine delle Corone, Cimieri, e altri ornamenti spettanti ad esse et Il significato de’ colori, e altre particolarità che a dette Arme s’appartengono”.
Questo codice araldico manoscritto, dato il titolo esteso di squisita tradizione barocca, è noto semplicemente come “Stemmario Cremosano”, dal nome del suo autore. Marco Cremosano (1611-1704), coadiutore del Notaio Camerale del Magistrato Ordinario dello Stato di Milano, era un erudito e un collezionista di opere e oggetti a tema storico-araldico, dei quali si servì a partire dal 1673 (e fino alla morte) per stilare la monumentale compilazione in volumi delle insegne e delle armi del Milanese, e non solo.
Lungi dall’essere una sterile sequenza di blasoni, il codice – in particolare nel primo tomo – si sofferma anche sui significati da attribuire a soggetti, ornamenti e colori presenti negli stemmi, così come sugli usi e le gerarchie dell’araldica ecclesiastica romana. Il secondo tomo colleziona circa 8.200 stemmi a colori, che hanno resistito allo scorrere del tempo e a una conservazione caratterizzata da importanti discontinuità. Conservato in origine presso la Biblioteca del Collegio dei nobili giureconsulti di Milano, alla soppressione di questo (1795) passò probabilmente in mani private: assente dai cataloghi delle biblioteche che ereditarono il patrimonio librario del Collegio (Biblioteca Braidense, Biblioteca Universitaria di Pavia e Biblioteca di Vigevano), ricomparve a inizio Ottocento nella collezione Marinoni e intorno al 1830 nella libreria di Telesforo Tenenti. Infine, l’ultimo proprietario, il Conte Giorgio dal Verme, stabilì di includere l’opera in un lascito testamentario a favore della Commissione Araldica Lombarda nel 1910. Questa lo depositò poi presso l’Archivio di Stato di Milano, ove è conservato tuttora.
Altre opere dell’autore, concernenti soprattutto collezioni di sigilli e medaglie, sono andate disperse; ci rimangono solamente due copie manoscritte delle sue “Memorie Storiche Milanesi dall’anno 1642 al 1691”, conservate presso la Biblioteca Nazionale Braidense e la Biblioteca Trivulziana.
Nonostante l’opera sia rimasta incompiuta (a causa della sopravvenuta morte dell’autore) e nonostante la presenza di alcune inesattezze e confusioni, lo Stemmario Cremosano rappresenta uno degli strumenti più preziosi per lo studio dell’araldica lombarda prima che la stringente legislazione in materia promossa dall’Imperatrice Maria Teresa d’Asburgo portasse alla redazione del famosissimo Codice Araldico Teresiano, anch’esso conservato presso l’Archivio di Stato di Milano; per quanto riguarda, nello specifico, la collezione delle armi ducali viscontee e sforzesche, è il repertorio più completo. Inoltre, a causa della perdita di buona parte delle fonti manoscritte consultate dall’autore, l’apparato bibliografico dell’opera riveste una particolare rilevanza di testimonianza storica.
Infine, preso nel suo complesso, l’intero Stemmario è considerabile un’opera artistica di notevole pregio, per la perizia e la precisione con cui i singoli stemmi sono stati riprodotti e la non comune attenzione per i significati che il peculiare codice comunicativo dell’araldica attribuisce a ogni elemento.
Per questi motivi, al fine di salvaguardarlo il più possibile, il codice è stato pubblicato in un’edizione integrale che viene resa disponibile nella Sala Studio dell’Archivio di Stato di Milano.
È inoltre consultabile online all’interno della digital library di Archivio Digitale, al seguente link: https://www.archiviodigitale.icar.beniculturali.it/it/185/ricerca/detail/648536
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