LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI. TRA CRONACA E STORIA
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Informazioni apertura
InfoDescrizione
La Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio con l’apertura straordinaria di domenica 24 settembre (ore 10 / 14 ) , dedicata all’ 80° ANNIVERSARIO delle Quattro giornate di Napoli, che valsero alla città la medaglia d'oro, per il tributo di morti e feriti che combatterono per cacciare i tedeschi dalla città e aprire la strada alle truppe alleate.
Alle ore 10,30 Guido D’Agostino , presidente dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, e Maria Iannotti, direttrice della Biblioteca nazionale, con il generale Claudio Minghetti inaugurano la mostra bibliografica e documentaria "Le quattro giornate di Napoli Tra storia e cronaca". Segue ( ore 12) una rievocazione teatralizzata a cura la Compagnia Teatro degli Eventi
“Madrigale a più voci … di Napoli : Le Quattro Giornate” nata da un’idea di Maurizio Merolla con testi di Paola Apuzza .
PERCORSO ESPOSITIVO
Quotidiani del tempo, volumi, opuscoli, volantini e fotografie d’epoca consentono di ripercorre le vicende dei terribili giorni del 1943 proponendo una riflessione sulla storiografia contemporanea e il ruolo dell’ antifascismo napoletano. La ricerca del materiale compiuta nei fondi librari, documentari e iconografici della Biblioteca Nazionale di Napoli e dell’ Istituto Campano per la Storia della Resistenza parte dal mese di agosto, dai bombardamenti, che hanno devastato la città e i suoi monumenti, per arrivare ai primi giorni del mese di ottobre 1943, segnato dall’ingresso e dall’insediamento delle truppe alleate nella città.
Dopo tre anni dall’inizio della guerra Napoli versava in condizioni disastrose. Il sistema dei trasporti, dalle linee ferroviarie al porto, e le infrastrutture della vita civile, l’acqua, il gas e l’elettricità, erano fortemente danneggiati e non consentivano l’erogazione dei servizi essenziali. Il 4 agosto le forze alleate bombardarono nuovamente la città, provocando oltre 3.000 morti e causando ulteriori danni al patrimonio abitativo in gran parte distrutto o gravemente deteriorato, altrettanto gravi i danni inferti al patrimonio storico e artistico. In occasione dei bombardamenti del 4 agosto furono colpite anche le sale del Palazzo che dal 1923 erano sede della Biblioteca Nazionale, ma fortunatamente il prezioso patrimonio librario era già stato portato in salvo lontano da Napoli dalla storica direttrice Guerriera Guerieri.
Foto d’epoca e articoli di quotidiani documentano lo stato in cui versavano i quartieri del centro e della periferia: palazzi sventrati, cumuli di macerie riversati nelle strade e nei vicoli, famiglie senza tetto costrette a cercare alloggi di fortuna. Le immagini della chiesa di Santa Chiara, devastata al pari del monastero, e quelle del Palazzo Reale costituiscono il simbolo della distruzione che attraversava l’intera città. Particolare attenzione è stata rivolta alla rievocazione dei danni subìti dai locali sede della Biblioteca Nazionale. Materiali conservati nell’archivio storico della Biblioteca e fonti a stampa coeve rendono conto dei danni subiti dagli ambienti di lettura, che furono ripristinati nel giro di pochi anni.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre la città era in ginocchio stretta trai bombardamenti e l’incalzare delle rappresaglie delle forze armate tedesche. La mostra documenta dettagliatamente quei giorni definiti per Napoli “i giorni del terrore”. Mentre le forze alleate sbarcavano a Salerno, le truppe tedesche assumevano il comando della città, che non poteva contare sulla protezione delle forze armate italiane. Nel giorno in cui veniva incendiata l’Università, il 12 settembre, il colonnello Scholl, comandante delle forze armate tedesche, proclamò il coprifuoco e dichiarò lo stato d’assedio, imponendo la consegna immediata delle armi. Le pagine del “Roma” e del “Mattino” rendono conto degli eventi politici che, di fatto, consentivano l’incalzare delle azioni terroristiche compiute dai militari tedeschi, e delle quali nulla o quasi riferivano.Dopo dieci giorni le condizioni di vita della popolazione erano divenute ormai insostenibili. In seguito all’ordinanza che prevedeva per motivi di sicurezza lo sgombero delle abitazioni nella fascia costiera da Posillipo alla zona orientale e al decreto sul servizio obbligatorio di lavoro per gli uomini dai 18 ai 33 anni, il 27 settembre i cittadini napoletani sono pronti ad insorgere.
L’insurrezione ebbe inizio la mattina del 28 settembre nel quartiere Vomero. Nel corso di 96 ore gli scontri tra cittadini armati e militari tedeschi si estesero agli altri quartieri, da Capodimonte a Salvator Rosa, dal Vasto a Foria, da Chiaia a Mergellina, e raggiunsero le periferie da Soccavo a Ponticelli. Il 1° ottobre i tedeschi in ritirata uscirono dalla città seminando sul loro percorso incendi e distruzioni. Foto d’epoca documentano la partecipazione corale dei napoletani: uomini e donne di ogni età e estrazione sociale scesero in strada e misero a repentaglio la propria vita per la liberazione della città. Il racconto delle Quattro Giornate è affidato alla rievocazione dei protagonisti che nel corso dei mesi successivi diedero alle stampe le loro memorie.. Si ricordano in particolare alcuni esponenti dell’antifascismo napoletano di vario orientamento politico. Da Antonino Tarsia in Curia a Edoardo Pansini padre di Adolfo, lo studente del Sannazzaro ucciso dai tedeschi, a Mario De Luca e Alfredo Parente che il 30 settembre iniziarono a pubblicare il quotidiano “La Barricata”, primo organo di stampa a dare notizia dell’insurrezione napoletana.
La mattina del 1° ottobre la Quinta Armata delle forze alleate guidata dal generale Clark faceva il suo ingresso nella città che, prima in Europa, da sola si era liberata dall’invasione tedesca. Le pagine dei quotidiani restituiscono l’entusiasmo dei primi giorni di libertà e consentono di seguire i primi lenti segnali di ripresa nella vita quotidiana. I tre giornali principali, “Roma”, “Mattino” e “Corriere di Napoli”, furono chiusi per connivenza con il regime fascista e, fino al 1950, confluirono nel “Risorgimento”, curato dai precedenti direttori Paolo Scarfoglio e Emilio Scaglione.
A conclusione del percorso espositivo opere storiche e letterarie relative alle vicende del biennio 1943 – 1945, che arricchiscono la conoscenza del periodo storico e consentono di inserire la vicenda napoletana nel contesto del movimento di liberazione nazionale. Tra i testi di argomento storico e memorialistico si segnalano quelli di Antonio Degli Espinosa, Benedetto Croce, Luigi Longo, tra le testimonianze letterarie quelle di John H. Burns e Curzio Malaparte. In mostra anche materiale storico dell’ Esercito Italiano, uniformi, lettighe ed equipaggiamenti dei soldati dell’epoca.
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