#iorestoacasa. L'Altro visto da Roma: la scoperta dell’Oriente. Disegni di strumenti astronomici (sec. XVII)
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InfoDescrizione
Riprendiamo il viaggio virtuale alla "scoperta dell'Oriente". I disegni che vi mostriamo raffigurano le macchine astronomiche realizzati da Ferdinand Verbiest per l'Osservatorio imperiale di Pechino, uno dei più antichi del mondo. Fu costruito nel 1442, durante la Dinastia Ming e ampliato durante la Dinastia Qing. Nella Cina imperiale, dove l’imperatore era venerato come il Figlio del cielo, l’osservazione e l’interpretazione dei movimenti dei corpi celesti rivestivano una grande importanza. Venivano reclutati al servizio dell’Osservatorio, grazie alle conoscenze in campo astronomico, studiosi provenienti da varie parti del mondo. Durante la Dinastia Qing divenne prerogativa dei gesuiti europei il calcolo del calendario annuale e la predizione delle eclissi lunari e solari.
Fiammingo di nascita, Ferdinand Verbiest (1623-1688), fu gesuita, missionario, astronomo, matematico, cartografo, diplomatico. Studiò a Roma teologia e insegnò in varie città europee, prima di partire nel 1658 per la Cina dove, insieme al gesuita Martino Martini, raggiunse Macao, ebbe la missione a Shanxi e, infine, a Pechino nel 1660 divenne assistente del gesuita Johann Adam Schall von Bell, direttore dell'Osservatorio astronomico e capo dell'ufficio di Matematica. Protagonista di tragiche vicende per l’ostilità dei mandarini cinesi, insieme a Shall e ad altri gesuiti fu vittima di un complotto politico che lo costrinsero in esilio in Canton. Venne riabilitato grazie all’amicizia e alla stima dell’imperatore Kangxi (1654-1722) per i risultati ottenuti nelle scienze matematiche e astronomiche, tanto da conferirgli il titolo di " il personaggio che l'imperatore comanda sia riverito" e la nomina di direttore dell'Osservatorio nel 1669.
La vicenda di Verbiest è emblematica della convinzione gesuitica che la supremazia degli occidentali nella “scienza del cielo” era la chiave per accedere alla corte imperiale dalla quale sarebbe iniziata l’evangelizzazione delle fasce popolari. Testimonianza del suo lavoro di astronomo è la collezione di sei strumenti in bronzo costruiti tra il 1669 e il 1674 per l’Osservatorio astronomico di Pechino, dove sono tuttora esposti. Vi mostriamo i disegni realizzati da un anonimo artista cinese a inchiostro su carta di riso della seconda metà del XVII secolo e ispirati ai modelli di Verbiest. I bozzetti, probabilmente un tempo conservati nel Museo Kircheriano presso il Collegio Romano, fanno parte della Collezione dei manoscritti della Biblioteca dell’Archivio di Stato di Roma.
Posizione
Archivio di Stato di Roma
Corso Rinascimento, 40 (Palazzo della Sapienza) - 00036 Roma (RM)
Contatti
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- as-rm@beniculturali.it mbac-as-rm@mailcert.beniculturali.it
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