GEP 2024 - La basilica di Sant'Agostino: tra Rinascimento e Età Moderna
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La chiesa di Sant’Agostino, situata nell'omonima
piazza, venne eretta a partire dal XIV secolo, quando gli agostiniani, che già
officiavano nella piccola chiesa di San Trifone in Posterula, decisero di
costruire una nuova struttura per il loro convento e di dedicarla al santo
ispiratore dell’ordine. Il nuovo edificio, ultimato soltanto nel 1420, risultò
però di dimensioni troppo contenute per le esigenze della comunità religiosa ed
era inoltre soggetto a continue piene del Tevere. Per questo motivo, tra il
1479 ed il 1483, per volontà del cardinale francese Guillaume d’Estouteville,
la chiesa venne riedificata e rialzata dal piano stradale tramite una scalinata.
Soltanto nel 1484 gli agostiniani vi si trasferirono, lasciando la chiesa di
San Trifone alla Confraternita del Ss. Sacramento. Tra il 1746 e il 1750 Luigi
Vanvitelli ingrandì il convento e trasformò radicalmente anche l’interno della
chiesa, modificando la cupola emisferica con una volta a catino, aggiungendo le
volute laterali della facciata e trasformando il campanile cuspidato
quattrocentesco in una torre quadrata.
All’interno della basilica si conservano importanti opere d’arte risalenti a varie epoche; tra queste si ricordano la Madonna del Parto di Jacopo Tatti detto “il Sansovino”, l’affresco raffigurante il Profeta Isaia di Raffaello, la Madonna dei Pellegrini di Caravaggio, le tele di Guercino e di Lanfranco che ornano cappella di Sant’Agostino e il grandioso altare maggiore marmoreo, progettato da Bernini e realizzato da Orazio Torriani. Le pareti e la volta della navata centrale, oggetto di un accurato restauro curato dalla SSABAP da poco concluso, ospitano un monumentale ciclo di affreschi con Storie della vita della Vergine e Storie e figure del Vecchio Testamento, realizzato fra il 1858 ed il 1868 dal Pietro Gagliardi.
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