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RUTELLI ESCLUDE LA TASSA SULLE DIMORE STORICHE
Testo del comunicato
Una tassa sulle dimore storiche? No grazie.
E' il vice premier e ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli a confermare l'esistenza dell'ipotesi ''tecnica'' di una tassa sulle dimore storiche. Ma dice: ''E' un'ipotesi che per quanto mi riguarda non c'e' perche' non e' mai stata discussa con il ministro dei Beni Culturali.
Un'ipotesi tecnica che sara' rapidamente scartata perche' radicalmente contraria agli impegni che abbiamo preso con gli elettori''.
Un'imposizione fiscale sulle dimore storiche, spiega il ministro, non puo' essere ''perche' sarebbe in totale contrasto con il programma dell'Unione,che anzi si impegna a sgravi e benefici verso tutti coloro che gia' hanno un vincolo che rende non commerciabile quel patrimonio e un aggravio di spese per la loro difficile e onerosa manutenzione''. Rutelli ricorda che ''si tratta in molti casi di benemeriti e dunque questa norma non puo' esserci e per quanto mi riguarda non c'e' perche' non e' mai stata discussa con il ministro dei Beni Culturali''.
Il governo punta ad una forte strategia del turismo nella quale la cultura gioca una parte fondamentale.
E' quanto ha ribadito il vicepremier e ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli, all'assemblea nazionale dell'associazione Civita. E questa scelta del governo, ha precisato Rutelli, "risulterà anche dai documenti programmatici dell'esecutivo, a cominciare dal Dpef".
Rutelli ha poi confermato che il governo "avra' una cabina di regia del turismo presso la presidenza del Consiglio. Puntare sul turismo e' una scelta del governo Prodi, in un investimento di lungo termine che potra' dare pero' anche risultati in tempi brevi per la crescita economica e l'occupazione". Rutelli si e' anche detto convinto che "anche in futuro sara' difficile tornare indietro rispetto ad una impostazione che punta su una forte strategia per il turismo". Certo, ha poi considerato Rutelli, "non tutto il turismo e' cultura, ma tutti sappiamo che anche quei settori del turismo meno connessi con la cultura traggono vantaggi dalla sua incentivazione. Anche il 'divertimentificio' di Rimini - ha detto - deve proporsi non solo per il mare, la capacita' di accoglienza e la ricettivita', ma anche per le tante manifestazioni culturali, i mille bordi e i festival dello spettacolo che la riviera propone. Su questo mix - ha affermato - siamo imbattibili purche' ognuno di noi faccia il suo mestiere".
Rutelli ha poi ricordato il suo prossimo viaggio in Germania, il primo da ministro della Cultura oltreconfine, durante il quale presentera' le innovative iniziative italiane e tre importanti prossime mostre che Padova, Verona e Mantova dedicheranno a Mantegna. Sara' un viaggio, ha ricordato il ministro, "per far conoscere dell'Italia una parte profonda e bellissima eppure solo fino ad un certo punto presente nei percorsi turistici che la Germania propone".
Il binomio che coniuga la preservazione di un'Italia a rischio di scomparsa e la riscossa di un'Italia considerata minore sara', secondo il titolare dei Beni culturali, il fulcro di una strategia nazionale del turismo, all'interno della quale, oltre al centro di coordinamento presso la presidenza del Consiglio, "ogni regione dovra' avere la capacita' di promuovere il proprio territorio".
I complimenti del ministro, infine, sono andati ai responsabili di Civita, l'associazione che prende il nome da Civita di Bagnoregio, il borgo non lontano da Orvieto che rischiava di morire e con il cui recupero l'associazione Civita ha iniziato la sua attivita' nel 1987.
"La mia presenza qui - ha detto Rutelli rivolto al presidente e al segretario generale dell'Associazione, rispettivamente Antonio Maccanico e Gianfranco Imperatori - vuole essere un tributo al lavoro da voi svolto e alla vostra lungimirante intuizione: il borgo di Civita era l'immagine di un inarrestabile declino. Da allora molto e' cambiato e l'Italia dei piccoli borghi e' cresciuta moltissimo".
Ma secondo il ministro Rutelli "questo non basta: l'Italia deve investire di piu' in cultura. Le risorse private non possono sostituire quelle pubbliche, ma una buona politica pubblica incoraggia i privati piu' capaci. La cultura - ha concluso - e' fondamentale per la crescita del nostro paese.
Tutto puo' essere delocalizzato, ma non il patrimonio storico e artistico, tranne qualche eccezione accaduta nel passato che non si deve piu' ripetere".