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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-12898 della dep. Dalila Nesci. Vibo Valentia. Lavori di riqualificazione di via Paolo Orsi.
Testo del comunicato
Nell’atto ispettivo n. 4-12898, l’Onorevole interrogante, con riferimento ai resti archeologici rinvenuti durante l’esecuzione di lavori di riqualificazione di via Paolo Orsi, a Vibo Valentia, chiede quali iniziative si intenda assumere affinché tali resti rinvenuti siano portati alla luce e pienamente tutelati; e, inoltre, quali iniziative si intenda assumere per garantire la tutela del parco archeologico urbano di Hipponion. Come anche l’Onorevole interrogante ricorda, l’esecuzione dei lavori di riqualificazione di via Paolo Orsi, in corso nel comune di Vibo Valentia, si è svolta sotto il costante controllo della competente Soprintendenza Archeologia della Calabria. Di seguito sono riportati i fatti principali della vicenda. Il Comune di Vibo Valentia con delibera della giunta comunale n. 231 del 21 ottobre 2008 ha approvato il progetto preliminare inerente la “Messa in sicurezza e riqualificazione strada cimitero-Croce Nivera in Vibo centro” per l’importo complessivo di euro 600.000, finanziato con un mutuo da contrarre con la Cassa depositi e prestiti, ai sensi dell’art. 33 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9, Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2007, art. 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002). Il Comune, con nota prot. n. 13424 del 16 marzo 2012 ha trasmesso alla competente Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria il progetto definitivo dei lavori, chiedendo sia il parere di competenza, ovvero le prescrizioni cui attenersi in fase di progettazione esecutiva, sia il nulla osta all’esecuzione delle opere di contenimento della strada che interessano un’area espropriata dal Ministero. La Soprintendenza, rilevato che nella progettazione inviata non era prevista né la somma da utilizzare eventualmente per lo scavo a mano né il compenso per l’archeologo, ha prescritto l’inserimento delle suddette somme nella successiva fase progettuale e l’assistenza in corso d’opera per tutti i tratti interessati da scassi o movimento terra (nota prot. n. 7775 del 7 maggio 2012). Successivamente il Comune ha inviato il progetto esecutivo dei lavori (nota prot. n. 27772 del 6 giugno 2012). La Soprintendenza ha rilasciato parere favorevole al progetto esecutivo, ribadendo le prescrizioni già impartite in precedenza (prot. n. 10900 del 27 giugno 2012). I lavori, iniziati il 2 di febbraio di quest’anno, hanno riguardato, in via prioritaria, la pulizia della scarpata in prossimità delle frane che hanno interessato via Paolo Orsi. Le operazioni di scavo prodromiche, eseguite con mezzo meccanico, hanno messo in luce un filare di conci di arenaria (petra mollis) con andamento semicircolare, ascrivibile, probabilmente, alla cinta muraria di età ellenistica di Hipponion, e in particolare a una torre circolare, come quelle già scoperte da Paolo Orsi. Dopo circa 30 m di scavo lungo la scarpata in direzione est, sono emersi alcuni embrici disposti orizzontalmente, presumibilmente attribuibili ad una sepoltura sconvolta, vista la vicinanza con l’area di necropoli già nota e citata nelle premesse. Il funzionario di zona della Soprintendenza ha effettuato un sopralluogo, il 4 febbraio 2016, insieme al responsabile unico del procedimento (di seguito RUP), al direttore dei lavori (di seguito DL), all’impresa esecutrice e all’archeologa incaricata dell’assistenza, per risolvere eventuali problemi e prendere le dovute decisioni in merito ai ritrovamenti A seguito del sopralluogo, nella stessa giornata, nei locali dell’Ufficio tecnico comunale, il funzionario di zona ha partecipato ad una riunione per stabilire i termini dell’ordine di servizio imposto dalla direzione dei lavori all’impresa (prot. 01/2016), tramite il quale si è ordinata la messa a disposizione, per le indagini archeologiche, del personale necessario alle operazioni di scavo e pulizia delle emergenze. Nei giorni compresi tra il 5 e il 9 febbraio, immediatamente a nord della scarpata, lungo il tratto interessato dai suddetti rinvenimenti, a una distanza di circa 3 m dal ciglio della strada esistente, su terreno sterile dal punto di vista archeologico perché trattasi di strato geologico, è stato autorizzato il posizionamento di gabbionate di contenimento, costituite da gabbie metalliche e riempimento in pietrame di varia pezzatura, mantenendo una dovuta distanza di rispetto dal filare di conci dell’ipotizzata torre circolare. Il successivo 10 febbraio, il funzionario di zona ha effettuato un altro sopralluogo presso il cantiere, durante il quale ha dato indicazioni all’archeologa incaricata dell’assistenza in merito alla tutela del filare di conci sopradescritti, con la raccomandazione di non coprire con terreno detta struttura rinvenuta, al fine di evitare successivi movimentazioni di mezzi nei pressi della stessa area che avrebbero potuto compromettere la conservazione della struttura. Il 17 febbraio 2016, il funzionario di zona ha organizzato un sopralluogo congiunto, insieme al RUP, al DL, all’impresa e all’archeologa incaricata dell’assistenza, per constatare lo stato dei lavori e invitare l’impresa esecutrice alla massima collaborazione nelle operazioni di scavo, compreso l’utilizzo, ove necessario, dei mezzi meccanici, ai fini delle indagini stratigrafiche. A tal fine, il DL, in data 18 febbraio, ha disposto un secondo ordine di servizio (prot. 02/2016) per l’utilizzo, da parte dell’impresa esecutrice dei lavori, dei mezzi meccanici per poter coadiuvare le attività di scavo archeologico. Dopo una sospensione, dal 25 febbraio, dovuta alle forti piogge, i lavori sono ripresi il 22 marzo. In tale data, dopo essere stato rilevato graficamente e fotograficamente, è stato prelevato l’embrice disposto orizzontalmente, descritto precedentemente e interpretato come possibile sepoltura. Nella stessa giornata è stata individuata, nella parete esposta, in prossimità di un’altra frana, quasi in corrispondenza della curva verso il cimitero e dell’ingresso all’area archeologica delle mura greche, una tomba “alla cappuccina”, con laterizio piano e laterizi disposti a doppio spiovente, con all’interno terreno e ossa. Nei giorni seguenti, constatato che le operazioni stabilite nel sopralluogo tenutosi il 23 marzo non erano realizzabili, poiché il cordolo previsto per lo scolo delle acque sul lato meridionale della strada avrebbe potuto ulteriormente arrecare danni alle strutture murarie già presenti e visibili su questo lato, la direzione lavori e la direzione scientifica, di comune accordo e per le vie brevi, hanno accelerato l’intervento previsto in progetto esecutivo per la regimentazione delle acque, invitando la ditta a realizzare la trincea per la posa della condotta semi-interrata, da posizionare sul lato settentrionale della strada, in senso longitudinale. Il 5 aprile sono quindi iniziati i lavori di scavo per la posa della tubazione da 700 mm di diametro, effettuando, con l’ausilio di mezzo meccanico da 250 QL, una trincea larga m 1,50 e profonda m 1,80 dal piano stradale come da progetto. Lo scavo della trincea per il tubo delle acque bianche ha avuto inizio dal margine occidentale della strada e, per circa 46 m verso Est, non sono state individuate emergenze archeologiche, a parte sparuti frammenti ceramici e accumuli di pietrame non in connessione e, di conseguenza, tubo e pozzetti sono stati correttamente posizionati e interrati come da quota progettuale a m -1,80. Il 6 aprile, a m 46,80 dall’inizio della strada, è emerso il primo blocco squadrato di arenaria. Il mezzo meccanico è stato immediatamente fermato e si è proceduto, per due giorni, con lo scavo manuale per una lunghezza di m 11,50. La trincea in questo tratto è stata ripulita, mettendo in evidenza le strutture murarie e gli strati terrosi a esse connessi, effettuando al contempo la documentazione grafica e fotografica. Tali emergenze affiorano a una quota di m -1,20 dal piano stradale. Durante il sopralluogo congiunto con il RUP, il DL, l’impresa, il funzionario di zona e l’archeologa addetta alla vigilanza, svoltosi il giorno successivo, si è constatato che le strutture emerse nei giorni precedenti rappresentavano la prima vera emergenza ostativa alla realizzazione dell’opera prevista, sia in termini di ingombro che di quota per assicurare la necessaria pendenza alla tubazione. Si è decisa pertanto, di comune accordo, la prosecuzione della trincea per valutare la presenza di altre possibili strutture archeologiche, riservandosi di effettuare approfondimenti e ampliamenti d’indagine in un momento successivo. L’8 aprile, i lavori per lo scavo della trincea sono proseguiti verso Est per una lunghezza di m 59,30 a una quota di m -1,00 dal piano stradale esistente senza riscontrare strutture e stratigrafie archeologiche, fino al rinvenimento della superficie di un blocco di arenaria, ad una quota di m -0,40 dal piano stradale. Nel frattempo, nel tratto libero da strutture archeologiche, l’impresa ha posizionato la tubazione e i relativi pozzetti. A seguito del sopralluogo svoltosi il successivo 11 aprile con il RUP, il DL, l’impresa, il funzionario di zona e l’archeologa addetta all’assistenza archeologica, per cercare la risoluzione dei problemi emersi nei giorni precedenti, è stato deciso, a scopo cautelativo visti i notevoli rinvenimenti dei giorni precedenti, di cambiare mezzo meccanico (da 250 a 50 QL) e di proseguire lo scavo della trincea, ma è stato subito rinvenuto un importante allineamento E-W di conci di arenaria, disposti quasi parallelamente alla trincea, con un orientamento divergente di alcuni gradi verso Sud. Lo scavo a mezzo meccanico per la trincea è stato nuovamente sospeso e si è proceduto manualmente, mettendo in luce un interessante filare di blocchi di arenaria, a prima vista ben conservati. Il 13 aprile, proseguito lo scavo manualmente per circa 19 metri, si è constatato che l’allineamento di blocchi continuava con lo stesso orientamento. Dopo aver effettuato la pulizia delle strutture per la dovuta documentazione grafica e fotografica, sentiti il DL e il RUP, è stato deciso lo spostamento dell’asse della trincea. All’esito del sopralluogo svoltosi il 18 aprile per stabilire una temporanea sospensione dei lavori, utile per i dovuti accertamenti circa la tutela e la conservazione delle strutture archeologiche rinvenute, nonché a seguito delle indicazioni ricevute dal direttore generale dell’Archeologia, avocante le funzioni di soprintendente Archeologia della Calabria, il funzionario archeologo di zona ha disposto, d’accordo con il DL, la sospensione temporanea dei lavori in attesa del sopralluogo del direttore generale fissato per il successivo 28 aprile. Nel corso di tale ultimo sopralluogo al quale, oltre al direttore generale Archeologia, hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco del Comune di Vibo Valentia, il RUP, il DL e il funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia della Calabria, è stato concordato quanto segue. L’autorizzazione data dalla Soprintendenza il 27 giugno 2012 (nota prot. n. 10900) è da intendersi ancora produttiva di effetti limitatamente ai lavori di posa in opera della tubazione di dimensioni maggiorate che, dal piazzale del cimitero arriva fino al punto di intersezione della strada con l’accesso all’area archeologica dove sono fruibili le mura greche, per una lunghezza di circa 110 metri e a quelli di realizzazione, sull’altro lato della strada, del marciapiede che verrà costruito senza l’effettuazione di scavi, tranne lo scotico superficiale del terreno, per una profondità non superiore a 20/25 cm. La stessa autorizzazione è invece da intendersi sospesa per il tratto restante, per il quale andranno effettuate le necessarie indagini archeologiche preventive, ai sensi dell’art. 25, comma 8, lett. c del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, al fine di determinare nell’ordine: estensione e profondità delle gabbionate da mettere ancora in opera per il contenimento del terreno a valle dell’area di sedime della strada, in prossimità del punto in cui la stessa è franata; tracciato della tubazione che deve essere realizzata in prosecuzione del primo tratto già assentito e che dovrà essere adeguato agli eventuali rinvenimenti conseguenti alle indagini archeologiche preventive; definizione dell’attraversamento del tracciato della tubazione rispetto alla strada di che trattasi, da stabilirsi a seguito di apposite indagini.
Documentazione:
Nesci 5 luglio 2016
(documento in formato pdf, peso 283 Kb, data ultimo aggiornamento: 05 settembre 2016)