Iscriviti alla newsletter
Risposta scritta all'interrogazione n. 4-11786 del dep. Alessandro Furnari. Nuovo decreto di riorganizzazione del Ministero. Soprintendenze della regione Puglia.
Testo del comunicato
Nell’interrogazione parlamentare n. 4-11786, con riferimento al progetto di completamento della riorganizzazione del Ministero, presentato il 19 gennaio 2016 nel corso della seduta delle Commissioni riunite Cultura di Camera e Senato, l’Onorevole interrogante chiede quali iniziative urgenti il Ministero intenda adottare al fine di rivedere la riorganizzazione territoriale delle soprintendenze della regione Puglia, con particolare riferimento all’accorpamento della sede di Taranto. Il progetto di completamento della riorganizzazione del Ministero, richiamato nell’atto ispettivo cui si risponde, successivamente al suo annuncio, ha trovato attuazione nel decreto ministeriale 23 gennaio 2016, Riorganizzazione del Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo ai sensi dell’articolo 1, comma 327, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, registrato dalla Corte dei conti in data 29 febbraio 2016 e in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Con tale provvedimento si dà applicazione alla disposizione contenuta al comma 327 dell’articolo 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale delio Stato (legge di stabilità 2016), per la quale, nelle more dell’attuazione dei decreti legislativi attuativi dell’articolo 8 della legge 7 agosto 2015, n. 124, Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, al fine di dare efficace attuazione alle disposizioni di cui all’articolo 17-bis, comma 3, della legge 7 agosto 1990, 241 (che ha introdotto il silenzio-assenso qualora non siano acquisiti, entro il termine di novanta giorni, assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela paesaggistico territoriale e dei beni culturali), nonché di garantire il buon andamento dell’amministrazione di tutela del patrimonio culturale, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo provvede, con proprio decreto, alla riorganizzazione, anche mediante soppressione, fusione o accorpamento, degli uffici dirigenziali, anche di livello generale del Ministero, nel rispetto delle dotazioni organiche determinate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 agosto 2014, n. 171, Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance, a norma dell’art. 16, comma 4 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Il suddetto comma 327 della legge di stabilità dispone inoltre che il decreto ministeriale sia emanato entro il termine di trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di stabilità stessa. Il decreto sopra citato, come anche indicato nelle premesse del provvedimento stesso, è stato emanato dopo aver ascoltato le organizzazioni sindacali del Ministero in data 18 gennaio 2016 e il Consiglio superiore “Beni culturali e paesaggistici” nella seduta di pari data. Inoltre, il progetto di riorganizzazione, come anche ricordato dall’Onorevole interrogante, è stato personalmente illustrato dal Ministro nel corso della seduta del 19 gennaio 2016 delle commissioni riunite Cultura, scienza e istruzione della Camera e Istruzione pubblica, beni culturali del Senato. Con il provvedimento sopra citato il Ministero viene ridisegnato a livello centrale e a livello territoriale per rafforzare i presidi di tutela e semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione. Il nuovo assetto organizzativo prevede la creazione delle Soprintendenze Archeologia, belle arti e paesaggio. La riforma mira a conseguire una maggiore efficacia dell’azione di tutela e di conservazione del patrimonio archeologico nazionale e a rafforzare l’azione di tutela sul patrimonio storico, artistico e archeologico. Con questo intervento, infatti, aumentano i presidi di tutela sul territorio nazionale e, per l'archeologia, si passa dalle attuali 17 soprintendenze Archeologia alle nuove 39 soprintendenze unificate (cui si sommano le due soprintendenze speciali del Colosseo e di Pompei). La nuova articolazione territoriale realizza una distribuzione dei presidi più equilibrata ed efficiente ed è stata definita tenendo conto del numero di abitanti, della consistenza del patrimonio culturale e della dimensione dei territori. Le nuove soprintendenze parleranno con voce unica a cittadini e imprese riducendo tempi e costi burocratici. In un unico ufficio, responsabile di un’area territoriale più circoscritta e quindi più vicino a cittadini, amministrazioni locali e imprese, si concentrano e si coordinano le diverse competenze tecnico-scientifiche, con riduzione dei costi amministrativi e incremento di efficienza ed efficacia dell’attività di tutela. Ogni nuova soprintendenza verrà articolata in sette aree funzionali (organizzazione e funzionamento; patrimonio archeologico; patrimonio storico e artistico; patrimonio architettonico; patrimonio demoetnoantropologico; paesaggio; educazione e ricerca) per garantire una visione complessiva dell’esercizio della tutela, assicurando anche la presenza delle specifiche professionalità. Per cittadini e imprese sarà così più semplice e rapido rapportarsi con l'amministrazione, con una notevole riduzione degli oneri burocratici. Ciascuna soprintendenza costituirà un riferimento univoco per la valutazione di qualunque aspetto di ogni singolo progetto, dalla tutela di beni archeologici per arrivare all’impatto paesaggistico, passando per gli aspetti di carattere artistico e architettonico: a un’unica domanda corrisponderanno un unico parere e un’unica risposta. Al centro ci sarà una sola Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio, che garantirà il coordinamento delle soprintendenze su tutto il territorio nazionale. Il nuovo assetto organizzativo, in conclusione, alloca funzioni e competenze in modo più ottimale, efficace e coordinato in una unica struttura burocratica, operando un’azione di semplificazione e razionalizzazione. Per la regione Puglia è prevista l’istituzione delle seguenti soprintendenze unificate, denominate Archeologia, belle arti e paesaggio in luogo delle preesistenti soprintendenze specialistiche: 1. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari; 2. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia con sede a Foggia; 3. Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, con sede a Lecce. Per dare attuazione alla novella introdotta dall’articolo 16, comma 1-sexies, del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, che, modificando l’articolo 5 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Codice dei beni culturali e del paesaggio, ha restituito allo Stato la tutela su “manoscritti, autografi, carteggi, incunaboli, raccolte librarie, libri, stampe e incisioni”, le soprintendenze archivistiche svolgeranno anche funzioni di tutela dei beni librari, fatto salvo quanto previsto per le regioni a statuto speciale e per le province autonome di Trento e Bolzano. Di conseguenza la Sovrintendenza archivistica della Puglia e della Basilicata, con sede a Bari, assume la denominazione di Soprintendenza archivistica e bibliografica della Puglia e della Basilicata. A questi nuovi istituti si aggiungono quelli già istituiti con i precedenti provvedimenti di riforma: il Segretariato regionale per la Puglia, con sede a Bari; il Polo museale della Puglia, con sede a Bari e il Museo Archeologico nazionale di Taranto, istituto di livello dirigenziale non generale, dotato di autonomia speciale. L’Onorevole interrogante evidenza la ricchezza del patrimonio storico culturale di entrambi i territori, sia di quello salentino che di quello ionico e le peculiarità di ciascuno di essi. La riorganizzazione e il conseguente accorpamento degli istituti esistenti non esprimono comparazioni valutative tra i patrimoni culturali di territori diversi ma rispondono esclusivamente a criteri organizzativi; non mirano assolutamente a cancellare la storia culturale di parti di territorio ma a rafforzare la tutela, per proseguire nella strada della valorizzazione del patrimonio. Lungo questo cammino di valorizzazione, nella consapevolezza di quanto rappresentino Taranto e il suo territorio, si è mossa la riforma del Ministero che, col ricordato d.P.C.M. 171/2014, ha inserito il Museo archeologico nazionale di Taranto tra i musei di rilevante interesse nazionale, elevandolo a sede dirigenziale di livello non generale e dotandolo di autonomia speciale; dando, così, un significativo riconoscimento a “un’istituzione culturale con una storia antichissima” manifestando con ciò la forte volontà di conferire massimo impulso, attraverso un moderno assetto ordinamentale, alla azione di valorizzazione di un patrimonio archeologico che ancor oggi non esprime una capacità di attrazione corrispondente al suo eccezionale valore.
Documentazione:
Furnari 14 aprile 2016
(documento in formato pdf, peso 204 Kb, data ultimo aggiornamento: 16 maggio 2016 )