Pubblicato il:
Iscriviti alla newsletter
Risposta scritta all'interrogazione n. 4-10622 del dep. Giovanni Falcone. D.P.C.M. 29 agosto 2014, n. 171. Chiusura della Soprintendenza per i beni Architettonici e paesaggistici per le province di Novara, Alessandr...
Testo del comunicato
Nell’atto ispettivo indicato n. 4-10622 , l’Onorevole interrogante, in relazione alla riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e alla prevista chiusura della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le provincie di Novara, Alessandria e Verbano Cusio Ossola, chiede di conoscere come ci si intenda attivare per “garantire una buona amministrazione del patrimonio culturale in territori molto vasti, come appunto è quello del Piemonte”. Come è noto all’Onorevole interrogante, anche questa Amministrazione ha dovuto dotarsi di un nuovo regolamento di organizzazione che recepisse le riduzioni alle piante organiche imposte dalle politiche di revisione della spesa pubblica (spending review), contenute in numerosi provvedimenti normativi finalizzati, tra l’altro, al contenimento e alla riduzione dei costi delle pubbliche amministrazioni. Questo Ministero vi ha provveduto con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 agosto 2014, n. 171, Regolamento di organizzazione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, degli uffici della diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della perfomance, a norma dell’art. 16, comma 4 del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 giugno 2014, n. 89, e con il decreto ministeriale 27 novembre 2014, Articolazione degli uffici dirigenziali di livello non generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il processo di riorganizzazione si è svolto in ottemperanza alle disposizioni di cui al decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini nonché misure di rafforzamento patrimoniale delle imprese del settore bancario, in particolare all’articolo 2, comma 1, lettera a), che prevede la riduzione degli uffici dirigenziali delle pubbliche amministrazioni, di livello generale e di livello non generale -e delle relative dotazioni organiche- in misura non inferiore, per entrambe le tipologie di uffici e per ciascuna dotazione, al 20 cento di quelle esistenti. Nel complesso, la riorganizzazione ha imposto il taglio di 37 dirigenti (6 di prima fascia e 31 di seconda fascia). Nonostante che l’indicazione normativa mirasse soprattutto alla riduzione della spesa, l’Amministrazione ne ha colto l’occasione per ridisegnare la propria organizzazione in modo fortemente innovativo, in linea con le misure già adottate con il decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2014, n. 106 (c.d. decreto Art bonus). L’adeguamento ai numeri della spending review è divenuto, così, l’opportunità per intervenire sull’organizzazione del Ministero e porre rimedio ad alcuni problemi che, per lungo tempo, hanno segnato l’amministrazione dei beni culturali e del turismo in Italia. Si tratta di disfunzioni e lacune riconosciute ed evidenziate molte volte e da più parti: l’assoluta mancanza di integrazione tra i due ambiti di intervento del Ministero, la cultura e il turismo; l’eccessiva moltiplicazione delle linee di comando e le numerose duplicazioni tra centro e periferia; il congestionamento dell’amministrazione centrale, ingessata anche dai tagli operati negli ultimi anni; la cronica carenza di autonomia dei musei italiani, che ne limita grandemente le potenzialità; la scarsa attenzione del Ministero verso il contemporaneo e verso la promozione della creatività; il ritardo del Ministero nelle politiche di innovazione e di formazione. Sono state perciò adottate le seguenti misure: le direzioni regionali sono state trasformate in segretariati regionali del MIBACT, con il compito di coordinare tutti gli uffici periferici del Ministero operanti in ciascuna regione, riconoscendo il ruolo amministrativo di tali uffici, tutti dirigenziali di II fascia, senza però sovrapporsi alle competenze tecnico-scientifiche delle soprintendenze; nel rispetto della distribuzione territoriale, sono state quindi accorpate le soprintendenze per i beni storico-artistici con quelle per i beni architettonici; la linea di comando tra amministrazione centrale e soprintendenze è stata ridefinita e semplificata e le soprintendenze sono divenute articolazioni periferiche delle relative direzioni generali; la collegialità delle decisioni sul territorio è stata rafforzata nel comitato di coordinamento regionale, presieduto dal segretario regionale e composto dai soprintendenti, che è divenuto il luogo in cui sono assunte le decisioni un tempo adottate dalla direzione regionale, come la dichiarazione e la verifica di interesse culturale. Con specifico riferimento alla regione Piemonte, in applicazione dei criteri sopra illustrati, i provvedimenti di riorganizzazione adottati nel 2014 hanno previsto la Soprintendenza Belle arti e paesaggio per il Comune e la provincia di Torino, la Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli e la Soprintendenza Archeologia del Piemonte. Per tutti e tre gli istituti la sede legale è stata fissata nella città di Torino. L’interrogante giustamente ricorda come sia necessario garantire una buona amministrazione del patrimonio culturale nei territori. Anche a questo scopo, recentemente, è stato avviato un progetto di completamento della riorganizzazione del Ministero, già illustrato nel corso della riunione congiunta delle commissioni Cultura di Camera e Senato del 19 gennaio 2016, e presentato, anche, alle parti sociali e al Consiglio superiore per i beni culturali e paesaggistici. Il progetto attua la disposizione contenuta al comma 327 della legge 28 dicembre 2015, n. 208, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale delio Stato (legge di stabilità 2016), per la quale, nelle more dell’attuazione dei decreti legislativi attuativi dell’articolo 8 della legge 7 agosto 2015, n. 124, Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, al fine di dare efficace attuazione alle disposizioni di cui all’articolo 17-bis, comma 3, della legge 7 agosto 1990, 241 (che ha introdotto il silenzio-assenso qualora non siano acquisiti, entro il termine di novanta giorni, assensi, concerti o nulla osta comunque denominati di amministrazioni preposte alla tutela paesaggistico territoriale e dei beni culturali), nonché di garantire il buon andamento dell’amministrazione di tutela del patrimonio culturale, il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo provvede alla riorganizzazione, anche mediante soppressione, fusione o accorpamento, degli uffici dirigenziali, anche di livello generale del Ministero, nel rispetto delle dotazioni organiche determinate dal sopra citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 agosto 2014, n. 171, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, entro il termine di trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di stabilità 2016. Il ministero viene ridisegnato a livello territoriale per rafforzare i presidi di tutela e semplificare il rapporto tra cittadini e amministrazione. Il nuovo assetto organizzativo prevede la creazione delle ‘Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio’. Con questo intervento aumentano i presidi di tutela sul territorio nazionale, che, proprio per l'archeologia, passano dalle attuali 17 Soprintendenze Archeologiche alle nuove 39 soprintendenze unificate (a cui si sommano le due soprintendenze speciali del Colosseo e di Pompei). Le nuove soprintendenze parleranno con voce unica a cittadini e imprese riducendo tempi e costi burocratici. La riorganizzazione prosegue, anche, nella strada di valorizzazione del patrimonio culturale. Vengono per questo istituiti dieci nuovi musei e parchi archeologici autonomi, retti da altrettanti direttori che saranno selezionati con un nuovo bando internazionale. La nuova articolazione territoriale, che realizza una distribuzione dei presidi più equilibrata ed efficiente, è stata definita tenendo conto del numero di abitanti, della consistenza del patrimonio culturale e della dimensione dei territori. Ogni nuova Soprintendenza verrà articolata in sette aree funzionali (organizzazione e funzionamento; patrimonio archeologico; patrimonio storico e artistico; patrimonio architettonico; patrimonio demoetnoantropologico; paesaggio; educazione e ricerca) che garantiscono una visione complessiva dell’esercizio della tutela, assicurando anche la presenza delle specifiche professionalità. Per cittadini e imprese sarà così più semplice e rapido rapportarsi con l'amministrazione, con una notevole riduzione degli oneri burocratici. Ciascuna soprintendenza costituirà un riferimento univoco per la valutazione di qualunque aspetto di ogni singolo progetto, dalla tutela di beni archeologici per arrivare all’impatto paesaggistico, passando per gli aspetti di carattere artistico e architettonico: a un’unica domanda corrisponderanno un unico parere e un’unica risposta. Al centro ci sarà una sola Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio, che garantirà il coordinamento delle soprintendenze su tutto il territorio nazionale. In Piemonte saranno istituite: la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Torino, con sede a Torino, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo, con sede ad Alessandria e la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli, con sede a Novara.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:29:21 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:29:21