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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-09891 del dep. Paolo Parentela. Caminia di Stalettì (CZ). Lavori di realizzazione di una zona turistica su area archeologica.
Testo del comunicato
Nell’atto di sindacato ispettivo n. 4-09891, l’Onorevole interrogante, premesso che l’area del comune di Stalettì (località Panaia) risulta classificata dal Piano Regolatore Generale Comunale come zona di alto interesse archeologico e paesaggistico e sottoposta a vincoli ambientali, e che su tale area sarebbero stati iniziati lavori di costruzione di un’area turistica attrezzata, chiede quali iniziative il Ministero intenda assumere al fine di tutelare l’area interessata onde evitare un intervento che comprometterebbe il suo valore storico, architettonico e culturale. L’area oggetto dell'intervento è nota archeologicamente fin dagli anni '90 del secolo scorso, quando l'allora segretario del Parco Archeologico di Scolacium, Sig. Zangari segnalò, d'intesa con il funzionario archeologo dott. Spadea, l'affioramento di resti murari (abside) di età medievale alla prof.ssa G. Noyé, che guidava una missione dell'École française de Rome nei luoghi cassiodorei del comprensorio. Ne scaturì una brevissima campagna di scavi, con il ricorso anche dell'amministrazione comunale del tempo, che fornì un mezzo meccanico, e del locale Archeoclub. I risultati conseguiti nel 1991 hanno dimostrato l'esistenza nel sottosuolo di resti di una chiesetta con abside orientata a nord-est. L'esplorazione molto parziale dei luoghi, anche per le particolari condizioni ambientali in cui a più riprese ha versato l'intera area (parcheggi occasionali, luogo di discarica di rifiuti di vario genere, dominanza di erbacce ed incolto con rischi concreti per la conservazione dei resti antichi e del patrimonio boschivo a ridosso dell'area archeologica) non ha permesso di identificare la reale estensione dell'insediamento medievale. Anche se erroneamente nella pubblicazione preliminare di G. Noyé si confondeva la località di Panaja (il cui toponimo è inequivocabile e rimanda alla spiritualità bizantina, ben attestata nella zona fin dalla riconquista giustinianea del VI sec. d.C.) con altra località posta più a Sud presso Soverato, la novità del sito di Panaja, al centro di un luogo di ancoraggio legato anche alla chiesa o “monasterio” di San Martino e ai piedi del castrum presso Santa Maria del Mare (già de Vetere) e con un'ottima sorgente ancora attiva, spingeva la Soprintendenza archeologica competente, nell'occasione della richiesta di uso dell'area come parcheggio temporaneo da parte dell'allora Sindaco di Stalettì, a notificare il 20 settembre 2000 all'Amministrazione comunale il vincolo archeologico e l'assoggettamento dell'area, già a vincolo paesaggistico ai sensi della L. 149711939, al Demanio pubblico, raccomandando al Comune di provvedere a recintare i ruderi, nonché vietare il transito e la sosta di autoveicoli di qualsiasi tipo. Per quanto riguarda gli avvenimenti recenti si comunica quanto segue. Nel giugno 2015 perveniva una nota a firma del Sig. Luigi Fabiano, sia alla Soprintendenza paesaggistica competente per territorio, che alla Soprintendenza archeologia della Calabria, nonché ad altri Enti, con la quale l’Amministrazione veniva informata della realizzazione nella pineta di Caminia di “opere abusive in aree sottoposte a vincolo ambientale senza rispetto del vincolo idrogeologico, taglio di pini ed eucalipti senza autorizzazione, realizzazione di piattaforme in cemento armato con allacci di acqua e fognature presso l'area archeologica di Paratia, sbancamenti per la realizzazione di area pic-nic, con realizzazione di piste con una ruspa”. Sempre nel giugno 2015 perveniva alle Soprintendenze suddette un ulteriore esposto del consigliere comunale di Stalettì prof. G. Aversa, nel quale veniva fatto un elenco di tutti i lavori eseguiti e si chiedeva il fermo lavori e il ripristino in danno dei luoghi. A seguito di tali note la Soprintendenza paesaggistica chiedeva ragguagli al Comune di Stalettì, richiesta alla quale non è mai pervenuta risposta, mentre la Soprintendenza archeologica provvedeva tempestivamente ad inviare un funzionario di zona per un primo sopralluogo nella località oggetto di esposto-denuncia. Sempre nel giugno 2015 il Comune di Stalettì, disponeva con delibera comunale la realizzazione di parcheggi numerati che interessano il vecchio tracciato della S.S. 106 e l'area lungomare, con un collegamento garantito da un trenino turistico secondo le norme vigenti; a completamento dell'offerta ricettiva e turistica si indicava la realizzazione di chioschi con box docce presso l'arenile da parte di concessionari e uno con bagni (quello di Panaia) da parte del Comune. Il 25 giugno 2015 seguiva un sopralluogo nel sito dei Carabinieri Nucleo TPC di Cosenza, mentre il giorno successivo veniva effettuato un ulteriore sopralluogo del funzionario archeologo nella località con i Carabinieri della stazione di Gasperina. Con nota del 3 luglio 2015, il Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese comunicava alla Soprintendenza archeologica di aver accertato in località Panajia la presenza di manufatti, e quindi di aver disposto il divieto di lottizzazione per ricavare aree edificabili e vincoli a termine di legge ai sensi del R.D.L. 3267 del 30/12/1923 e s.m.i. Con una nota di luglio 2015 alla Soprintendenza archeologica, l'ex assessore Condito sollecitava un intervento urgente in località Panajia dove, a suo avviso, il Comune aveva avviato lavori per realizzare un'area turistica attrezzata con tanto di rete fognaria, bagni pubblici, chiosco, area pic-nic e relativo parcheggio in assoluto dispregio degli studi e dei rilievi tecnico-scientifici prodotti su quell'area. Sempre nel luglio 2015, la Soprintendenza Archeologica competente inviava al Comune di Stalettì una nota con la quale, pur riconoscendo al Comune di aver ottemperato agli obblighi conservativi e della sicurezza del bene archeologico ai sensi dell'art. 30 del D.Lgs 42/2004, lamentava il mancato invio, obbligatorio ai sensi dell'art. 21 commi 4 e 5 del suddetto D.Lgs, del progetto di riqualificazione e valorizzazione dell'intera area. A quest’ultima nota della Soprintendenza archeologica seguiva una risposta da parte del Sindaco di Stalettì riguardante “il progetto di manutenzione ordinaria e riqualificazione della pineta dietro la linea ferrata da adibire come zona ricettiva e verde attrezzato (loc. Panajia) esclusivamente pedonale, mediante lavori di urbanizzazione (regimentazione acque e prolungamento impianto fognario) e servizio con opere non strutturali amovibili; uso della strada comunale ex 106 e di tratto di strada presso il lungomare come parcheggio numerato a pagamento”. A fine luglio 2015 si svolgeva una Conferenza dei Servizi con il Comune di Stalettì volta ad acquisire i pareri del Ministero per la riqualificazione dell'area di Panajia di proprietà comunale mediante, tra l'altro, la realizzazione di bagni pubblici, lavori di urbanizzazione, opere non strutturali amovibili installate per un periodo non superiore a 120 giorni a norma del D.P.R. 139 del 9 luglio 2010. Il progetto nello specifico prevedeva “la realizzazione di percorsi in terra battuta; ripulitura dell'area da sterpaglie e rifiuti; opere di potature della vegetazione avvalendosi di personale del consorzio di bonifica; la realizzazione di una condotta idrica per i servizi e lo scarico fognario, tutto interrato; aggiunta di un chiosco, dei punti di ristoro costituiti da panche e tavoli in legno; aggiunta di una staccionata di delimitazione dei ruderi della chiesetta bizantina di Panaija”. In occasione della Conferenza di Servizi la Soprintendenza paesaggistica ha espresso parere positivo alla proposta progettuale, con l'obbligo di ripristinare lo stato dei luoghi al cessare della stagione estiva. Ha inoltre, in ragione di quanto sopra, reso esplicito che tale parere è vincolato all'esito del procedimento di cui all'art. 181 del D.Lgs n. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio). Anche la Soprintendenza Archeologica, sempre al fine di garantire tutela, valorizzazione e fruizione dell'intera area, ha ritenuto di approvare i lavori di manutenzione e riqualificazione del sito, che diventa finalmente esclusivamente pedonale e coniuga i valori archeologici, storico-monumentali, paesaggistico-ambientali con finalità di turismo sostenibile. Il progetto presentato è stato comunque approvato con acquisizione di alcune prescrizioni obbligatorie dettate dal Ministero al Comune. Esse mirano innanzitutto alla tutela dei luoghi, avendo richiesto la messa in opera di adeguate recinzioni stabili lungo il perimetro del sito, ben più ampio rispetto al vincolo archeologico del 2000. Ad esse si dovranno affiancare recinzioni di tipo tradizionale nelle aree archeologiche (in pali di castagno e impianto a croce di Sant'Andrea), come quelle già messe in opera intorno al rudere in modo eccessivamente restrittivo e che andranno modificate, secondo quanto prescritto, previa verifica archeologica della reale estensione della chiesetta della Panaghia e l'eventuale presenza di altre evidenze archeologiche nel sottosuolo. Oltre alla recinzione, qualora il quadro economico o comunque le risorse dell'Amministrazione locale lo consentano, è stato richiesto di impiantare idonei servizi di videosorveglianza. È stato chiesto di programmare e concordare attività manutentive delle alberature già presenti d'intesa con altri Enti coinvolti, quali il Consorzio di Bonifica "Alli-Copanello", che contrariamente a quanto denunciato negli esposti presentati, specificatamente riguardo allo sconsiderato taglio di almeno 37 alberi di alto fusto, non è stata parte lesa e non informata dei fatti, bensì il soggetto attuatore dei tagli e del recupero del legname prodotto. Quanto agli apprestamenti amovibili per pic-nic, qualora non ci siano ragioni ostative dal punto di vista paesaggistico e in base ad altri strumenti urbanistici e vincolistici esistenti per la loro messa in opera, primo fra tutti il PSC comunale, si vigilerà sulla loro effettiva rimozione a conclusione della stagione turistica, al pari del chiosco per i servizi igienici e la base a quadroni di calcestruzzo. Altre prescrizioni sono state impartite per le alberature di progetto a corona delle isole pic-nic, in considerazione degli apparati radicali e delle distanze dai resti archeologici a vista e da eventuali ulteriori presenze nel sottosuolo. Riguardo poi alla creazione e sistemazione di percorsi pedonali in ghiaia, che delimitano settori di varia estensione, viene lasciata libera una vasta zona che comprende il rudere affiorante, non pregiudicando l'effettuazione di ricerche archeologiche stratigrafiche esaustive e che comunque potranno determinare, con il loro esito, rimodulazioni dei percorsi. Per i finanziamenti adeguati alla ricerca nell'area si concerteranno i modi tra la Soprintendenza Archeologica competente e altri Enti territoriali (Comune e Regione). Si segnala infine che nel 2013 il Ministero ha redatto per il QTRP (Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico) della Regione Calabria un’apposita e dettagliata carta archeologica del territorio comunale di Stalettì, posizionando tutte le evidenze archeologiche note, vincolate e non, e redigendo apposite schede al fine di garantire la massima tutela di un territorio che è noto nel mondo scientifico soprattutto per i “loci cassiodorenses” e le bellezze paesaggistiche, ma che riveste particolare rilevanza per tutto l'evo antico e quello successivo, date le evidenze dall'età greca (come il santuario di loc. Chinino) legate alla città di Skylletion, all'età romana e tardoantica (preesistenze la dove sorse la chiesa di San Martino di Copanello) in rapporto alla colonia di Scolacium fino alla fase bizantina (castrum di Santa Maria del Mare), non dimenticando poi che dall'area proviene una testimonianza epigrafica importantissima, "un'iscrizione ausonica interpunta" (collezione Fazzari)", che adotta un sistema di scrittura acheo crotoniate e linguisticamente è affine ad un "protoosco" ”. Questo Ministero assicura che verrà esercitata, tramite gli uffici competenti di zona, un’accurata attività di monitoraggio sull’effettiva rimozione di tutte le strutture amovibili realizzate, al fine di tutelare al meglio l’intera area interessata.
Documentazione:
Parentela 19 novembre 2015
(documento in formato pdf, peso 346 Kb, data ultimo aggiornamento: 08 gennaio 2016 )