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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-05054 del sen. Gian Marco Centinaio. Programma triennale degli interventi del fondo per la tutela del patrimonio culturale.
Testo del comunicato
Nell’atto ispettivo n. 4-05054, il Senatore interrogante lamenta il fatto che il Programma triennale 2016-2018 relativo al fondo per la tutela del patrimonio culturale, predisposto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, per uno stanziamento complessivo di 300 milioni di euro, destini solo 12 milioni di euro a 14 importanti progetti lombardi, pari a meno del 4 per cento del totale, malgrado la Lombardia sia la regione d’Italia con il maggior numero di siti Unesco. Chiede, pertanto, di conoscere i criteri che hanno condotto a tale scelta. “Al fine di assicurare risorse stabili alla tutela del patrimonio culturale”, l'art. 1, co. 9, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015), ha istituito nello stato di previsione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo il Fondo per la tutela del patrimonio culturale, (d’ora in poi: “Fondo tutela”), con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2016 al 2020. In base al co. 10 dell'art. 1 citato, le risorse sono utilizzate per la realizzazione degli interventi inclusi in un programma triennale che il Ministro trasmette, previo parere delle Commissioni parlamentari, al Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE). In particolare, il programma individua gli interventi prioritari da realizzare, le risorse da destinare a ciascuno di essi, il relativo cronoprogramma, e definisce le modalità di definanziamento in caso di mancata attuazione degli interventi programmati. Esso deve essere attuato in coerenza con i decreti legislativi 228/2011 e 229/2011 che - emanati in attuazione della delega di cui all'art. 30, co. da 8 a 10, della legge di contabilità e finanza pubblica (L. 196/2009) – contengono, rispettivamente, disposizioni in materia di valutazione degli investimenti relativi alle opere pubbliche e procedure di monitoraggio sullo stato di attuazione delle opere pubbliche. Il programma triennale 2016-2018 degli interventi da finanziare con le risorse del “Fondo tutela”, pari, complessivamente, a 300 milioni di euro, è stato approvato all'unanimità dal Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, nella seduta del 14 dicembre 2015. Le risorse sono state ripartite fra 239 interventi specifici per la conservazione del patrimonio culturale, distribuiti in 19 regioni (esclusa la Valle d'Aosta) e relativi a 8 settori: Archeologia, Arti, Biblioteche, Archivi, Istituti centrali, Istituti dotati di autonomia speciale, Istituti e musei di rilevante interesse nazionale, Poli museali (a cui sono destinati, nel triennio, 205 milioni di euro, pari al 68 per cento delle risorse complessivamente disponibili) e 2 interventi speciali: si tratta del Progetto speciale per la sicurezza dei musei e dei luoghi della cultura, destinato a migliorare gli standard di sicurezza interna ed esterna su tutto il territorio nazionale (al quale sono destinati, nel triennio, 50 milioni di euro) e del Progetto speciale per il cofinanziamento di interventi finanziati ai sensi dell'art. 1 del D.L. 83/2014 (L. 106/2014), c.d. Art Bonus, nel caso in cui l'erogazione non completi il fabbisogno finanziario (al quale sono destinati, nel triennio, 45 milioni di euro). Ai due progetti speciali è destinato il 32 per cento delle risorse complessivamente disponibili. Nel corso della già citata riunione del Consiglio superiore dei beni culturali e paesaggistici, il Segretario generale del Ministero ha ricordato come il progetto speciale per la sicurezza del patrimonio culturale sia un progetto già in fieri, reso ancora più attuale dagli eventi di Parigi, che prevede sia la protezione delle opere, sia la protezione dei visitatori. La ripartizione percentuale tra le regioni dei 205 milioni di euro destinati ai 239 interventi specifici per la conservazione del patrimonio culturale oscilla fra un massimo del 33,37 per cento (Lazio) e un minimo dello 0,03 per cento (Trentino Alto Adige). Complessivamente, alle regioni del Nord (Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto) è attribuito il 31 per cento delle risorse; alle regioni del Centro (Lazio, Abruzzo, Molise, Marche, Umbria, Toscana,) è attribuito il 50,7 per cento; alle regioni del Sud e alle Isole (Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna) è attribuito il 18,4 per cento. Con circolare n. 42 del 6 maggio 2015, emanata dalla Direzione generale bilancio del Ministero, erano state fornite indicazioni alle articolazioni ministeriali competenti (direzioni generali, segretariati regionali per i beni culturali e paesaggistici, poli museali regionali, istituti dotati di autonomia speciale, istituti centrali e periferici) per la selezione degli interventi da finanziare. La circolare 42/2015 ha infatti come oggetto la programmazione triennale dei lavori pubblici 2015-2017 di cui all'art. 128 del decreto legislativo 163/2006 (Codice dei contratti pubblici) e la programmazione finanziata con il “Fondo tutela” per il triennio 2016-2018. In particolare, la circolare ha indicato, anzitutto, i criteri e le priorità per la selezione degli interventi relativi a entrambe le programmazioni triennali, specificando che, nell'ambito del programma triennale 2016-2018, finanziato con il “Fondo tutela”, potevano essere proposti, da parte di tutti gli istituti del Ministero, interventi di largo respiro relativi all'intero patrimonio culturale pubblico, non finanziabili – vista la disponibilità di risorse – nell'ambito della programmazione triennale dei lavori pubblici. Le priorità in base alle quali effettuare le proposte di intervento sono state distinte in priorità ope legis (si tratta delle priorità indicate dall’art. 128, co. 3, del d.lgs. 163/2006, ossia: lavori di manutenzione; recupero del patrimonio esistente; completamento di lavori già iniziati; progetti esecutivi già approvati; interventi per i quali c'è la possibilità di finanziamento con capitale privato maggioritario) e ulteriori priorità, così individuate: potenziamento della messa in sicurezza, conservazione e restauro dei beni culturali, con particolare riguardo a quelli colpiti da calamità naturali; miglioramento dei livelli di sicurezza dei complessi monumentali e delle aree archeologiche e dei livelli di sicurezza anticrimine in musei, archivi e biblioteche; incentivazione delle azioni di tutela del paesaggio, in particolare per il recupero delle aree degradate; operatività dell'archeologia preventiva; rafforzamento dell'attività di prevenzione, vigilanza e ispezione sui beni culturali; prevenzione e protezione del patrimonio culturale dal rischio sismico e dal rischio incendi; risparmio energetico e riduzione dei costi di gestione; miglioramento della fruizione del patrimonio culturale; valorizzazione, anche attraverso il miglioramento dei servizi e della qualità dell'offerta, dei luoghi della cultura poco conosciuti; accessibilità e fruizione del patrimonio culturale da parte dei soggetti con disabilità; conservazione e fruizione on line del patrimonio culturale. Gli interventi proposti dagli uffici periferici del Ministero sono stati valutati, anzitutto, dai segretariati regionali e dai poli museali regionali, per l'individuazione di un ordine di priorità a livello regionale. Successivamente, sono stati sottoposti al parere delle direzioni generali competenti. Nell’ambito di ciascuna regione, gli interventi sono stati inseriti nel programma, secondo gli elenchi inviati dai segretariati regionali del Ministero, sentito il parere della commissioni regionali, tenendo conto della data di collaudo dei lavori, fino a esaurimento del budget regionale disponibile, calcolato percentualmente sulla base delle richieste pervenute. Lo schema di decreto conseguentemente elaborato dalla Direzione generale bilancio è stato condiviso, il 4 dicembre 2015, in sede di conferenza dei direttori generali e dei segretari regionali, alcune delle cui osservazioni sono state recepite, con conseguente rielaborazione dello schema. Per la Lombardia il programma, oltre all’intervento citato dall’Onorevole interrogante, riguardante lavori di manutenzione e impiantistica alla Certosa di Pavia, per un importo nel triennio di 150.000 euro, prevede, tra gli altri, anche interventi per la messa in sicurezza di Palazzo del Senato (Milano) per complessivi 4.035.000 euro, per il restauro strutturale, architettonico e manutenzione degli apparati decorativi e per interventi post sisma in favore del complesso di Palazzo Ducale di Mantova (per euro 1.500.000), per lavori di restauro, manutenzione e adeguamento strutturale architettonico e degli impianti della Pinacoteca di Brera (per euro 1.050.000), per il restauro e l’adeguamento impiantistico di Palazzo Litta a Milano (per euro 1.050.000), per la manutenzione del Museo del Cenacolo vinciano (per euro 1.050.000). La 7ª commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) del Senato della Repubblica e la VII commissione (Cultura, scienza e istruzione) della Camera dei deputati, nelle rispettive sedute del 27 gennaio 2016, hanno espresso parere favorevole sullo schema di decreto. Il provvedimento è stato firmato dal Ministro in data 28 gennaio 2016 ed è stato vistato e registrato dalla Corte dei Conti il successivo 16 febbraio. Il decreto sarà successivamente trasmesso al CIPE.
Documentazione:
Centinaio 31 maggio 2016
(documento in formato pdf, peso 198 Kb, data ultimo aggiornamento: 21 giugno 2016)