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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-05023 del dep. Marco Baldassarre. Arezzo, nuovo centro parrocchiale di Santa Croce.
Testo del comunicato
In riferimento all’interrogazione parlamentare n. 4-05023, con la quale l’Onorevole interrogante chiede informazioni sul progetto di costruzione del nuovo centro parrocchiale di Santa Croce, nel comune di Arezzo, si comunica quanto segue. La Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici, etnoantropologici di Arezzo (ora divenuta Soprintendenza Belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo), nell'ambito dei procedimenti avviati dal comune di Arezzo di verifica di assoggettabilità a valutazione ambientale strategica (VAS) e di variante al piano strutturale, su richiesta della stessa amministrazione comunale, ha inviato i propri contributi ai sensi della legge della regione Toscana 3 gennaio 2005, n. 1 in materia di “Norme per il governo del territorio”, con note n. 3532 del 15 maggio 2014 e n. 4269 del 12 giugno 2014. Le suddette note hanno messo in evidenza che l'area oggetto di intervento costituisce un ambito fortemente sensibile sotto gli aspetti inerenti i contenuti di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, Titolo II e III (Codice dei beni culturali e del paesaggio) per la presenza e/o vicinanza di aree sottoposte a vincolo per decreto ministeriale come beni paesaggistici e come beni culturali (cimitero monumentale, acquedotto vasariano, ecc.). La stessa soprintendenza ha, anche, evidenziato che l'area oggetto di edificazione, dalle prime verifiche effettuate, ricade solo in parte all'interno del perimetro del vincolo paesaggistico della collina di San Fabiano, già oggetto di verifica ed esame congiunto, con la regione Toscana e la stessa soprintendenza, per l'esatta e univoca definizione cartografica del vincolo nell'ambito del procedimento di adozione del nuovo piano di indirizzo territoriale (PIT) e piano paesaggistico, adottato dal Consiglio regionale il 2 luglio 2014. Pur ribadendo le sopraccennate criticità urbanistiche e paesaggistiche, per obiettività e completezza di informativa, la soprintendenza evidenzia che, contrariamente a quanto affermato nell'interrogazione parlamentare, l'area interessata dal centro parrocchiale non è ubicata a ridosso dell'acquedotto vasariano, dal quale dista in linea d'aria circa 250 metri, e risulta allineata a numerosi caseggiati edificati, negli ultimi decenni del Novecento, all'interno del perimetro dell'area vincolata con decreto ministeriale del 25 maggio 1962 (Colle di San Fabiano), in assenza di autorizzazioni paesaggistiche a causa dell'erronea e riduttiva interpretazione cartografica del vincolo da parte degli uffici comunali. Nell’ambito dei tavoli tecnici istituiti nella fase di copianificazione con la regione Toscana per il piano di indirizzo territoriale implementato dal piano paesaggistico, a seguito dell’approvazione da parte della Commissione regionale per il paesaggio, è stata effettuata una correzione cartografica del perimetro per esatta lettura dei riferimenti geografici contenuti nel decreto di vincolo paesaggistico inerente la collina di San Fabiano del D.M. del 25 maggio 1962, già citato. Il Piano di indirizzo territoriale è stato definitivamente approvato con deliberazione del Consiglio regionale della Toscana n. 37 del 27 marzo 2015, acquisendo le suddette modifiche. L’intervento, come risulta dagli atti depositati presso la soprintendenza, rimane ancora in parte insistente nell’area soggetta a vincolo paesaggistico. Con nota del 29 novembre 2014, mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Arezzo, ha inviato alla soprintendenza una sintesi redatta dal progettista dell’erigenda chiesa di santa Croce per chiarire la reale consistenza dell’intervento e l’interferenza con i beni culturali e paesaggistici nonché altre questioni di tipo urbanistico ed economico. Non essendo pervenuto alcun altro approfondimento progettuale, non risulta dunque avviato alcun procedimento e/o verifica istruttoria ai sensi del decreto legislativo 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio). Per quanto riguarda il profilo della tutela archeologica, l’area interessata dall’intervento non risulta al momento sottoposta a dichiarazione di interesse. Tuttavia, come indicato al comune di Arezzo dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana (oggi denominata soprintendenza Archeologia), in esito alla richiesta di contributi per la verifica dell’assoggettabilità alla valutazione ambientale strategica (articolo 22, comma 3 della legge della regione Toscana 12 febbraio 2010, n. 10), la zona, interessata dal nuovo progetto edilizio e dal conseguente riassetto infrastrutturale relativo, presenta rilevante valenza archeologica essendo inserita in un settore periurbano, anche rispetto alla città antica, noto per importanti rinvenimenti archeologici avvenuti in passato, mai urbanizzato e, pertanto, con un potenziale deposito archeologico ancora intatto. L’area è, infatti, situata a nord-est delle pendici del colle di San Donato, oggi occupato dalla Fortezza medicea, in antico acropoli dell'antica Arretium, a valle dell'area del cimitero che tanti reperti ha restituito nel XIX e agli inizi del XX secolo, all'atto dei lavori di realizzazione e di ampliamento, e, soprattutto, immediatamente a nord rispetto alla località di Fonte Veneziana. Ampiamente nota nella letteratura archeologica per il rinvenimento, avvenuto nel 1869, della celebre stipe votiva di età etrusca arcaica i cui materiali sono attualmente divisi tra i Musei archeologici di Arezzo e Firenze ed il Metropolitan Museum di New York, nella seconda metà degli anni '70 del Novecento l'area ha restituito abbondanti materiali archeologici fittili, tra cui frammenti di lastre architettoniche, pesi da telaio, frammenti di ceramica acroma e a vernice nera, nei campi a monte della località e a nord di via Guinizzelli tangente il luogo di Fonte Veneziana e coincidente con l'asse viario est-ovest della città etrusca, a confermare l'estensione dell'area santuariale ad ovest della stipe votiva e la sua continuità almeno fino all'età tardo etrusca. Saggi effettuati di recente hanno inoltre confermato la consistenza e la cronologia dell'area santuariale di Fonte Veneziana, per la quale si sta procedendo ad istruire la dichiarazione d'interesse archeologico. La Soprintendenza Archeologia valuta, dunque, la zona oggetto della nuova iniziativa edilizia ad alto rischio archeologico e necessariamente soggetta a particolari cautele anche con riferimento alla normativa che regola gli interventi di archeologia preventiva.
Documentazione:
Baldassarre 23 settembre 2015
(documento in formato pdf, peso 199 Kb, data ultimo aggiornamento: 27 ottobre 2015 )