Iscriviti alla newsletter
Risposta scritta all'interrogazione n. 4-04592 del sen. Luigi Manconi. Latina. Ex carcere borbonico di Santo Stefano.
Testo del comunicato
Si riscontra l’atto di sindacato ispettivo n. 4-04592, nel quale il Senatore interrogante, con riferimento all’ex carcere borbonico nell’isolotto di Santo Stefano, situato di fronte all’isola di Ventotene (Latina), “dichiarato ´monumento nazionale´ nel 2008 e ´patrimonio comunitario´ nel 2010”, chiede di conoscere quali siano gli orientamenti relativamente al recupero e alla ristrutturazione dell’edificio e se siano previsti progetti di valorizzazione culturale. L’ex carcere borbonico sito nell’isola di Santo Stefano (Ventotene), facente parte dell’arcipelago delle isole Pontine, è stato dichiarato di particolare interesse storico nel 1987 ed è in consegna al Comune di Ventotene ai soli fini della custodia e della conservazione. Il carcere, collocato al centro dell’isola, si estende per 28.300 metri quadri complessivi, con oltre 200 celle su tre piani, disposte a ferro di cavallo intorno alla torre centrale. Progettato dall’architetto Francesco Carpi, sul modello del Panopticon teorizzato dal giurista e filosofo Jeremy Bentham, fu inaugurato nel 1795 e rimase in funzione fino al 1965, arrivando a ospitare fino a circa novecento detenuti. In esso, dopo i moti del 1848, furono imprigionati Silvio Spaventa e Luigi Settembrini, esponenti del risorgimento napoletano. Più recentemente, il regime fascista vi imprigionò Sandro Pertini, Umberto Terracini e Mauro Scoccimarro. Tra l’isola di Santo Stefano e quella di Ventotene, dove, durante il fascismo, furono confinati Eugenio Colorni, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, nacque e fu elaborato l’ideale federalista europeo. Per questi motivi, il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato un impegno del Governo, fino a 80 milioni di euro, sul progetto per il recupero, il restauro e il riutilizzo del carcere di Santo Stefano, “luogo simbolo delle radici europee”. Il progetto è frutto del dialogo tra questa Amministrazione, l’Agenzia del Demanio, l’Area marina naturale Isole di Ventotene e Santo Stefano, la Regione Lazio e il Comune di Ventotene. Il confronto tra questi enti ha consentito di individuare un percorso integrato di restauro e valorizzazione del monumento nazionale, con un’ipotesi di riutilizzo prevalentemente culturale e di alta formazione anche con riferimento alle istituzioni europee. I primi lavori di messa in sicurezza sono già iniziati, con l’approvvigionamento dei materiali e il montaggio delle impalcature per evitare il rischio di crolli. In tempi brevi seguirà la verifica strutturale e dello stato di conservazione del carcere, fase indispensabile per la progettazione esecutiva dell’intervento complessivo.
Documentazione:
Manconi 25 febbraio 2016
(documento in formato pdf, peso 89 Kb, data ultimo aggiornamento: 22 aprile 2016)