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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-02312 della sen. Alessia Petraglia. Castello aragonese di Crotone.
Testo del comunicato
Si riscontra l’atto di sindacato ispettivo n. 4-02312, nel quale l’Onorevole interrogante richiede notizie in merito al progetto e agli interventi di ristrutturazione interessanti il Castello di Carlo V a Crotone. La fortezza di Carlo V di Crotone, che appartiene al Demanio dello Stato, ramo storico ed artistico, è in parziale consegna, a titolo gratuito, al comune di Crotone, giusta verbale del 16 gennaio 1987, allora sottoscritto dal Comune medesimo, con la Soprintendenza per i beni archeologici della Calabria, con la Soprintendenza per i beni architettonici, artistici e storici della Calabria e con l'Intendenza di finanza di Catanzaro. In particolare, sono in consegna al comune di Crotone gli edifici costituiti dalle caserme, già utilizzate dalla Guardia di finanza, costruite sull'area dell'antica acropoli ricompresa entro il perimetro delle mura del castello e denominate, rispettivamente, caserma Campana (integralmente consegnata al Comune) e caserma Sottocampana (in consegna parziale al Comune). Detti edifici ospitano, rispettivamente, la Biblioteca comunale e il cosiddetto Museo civico. L'accordo del 1987 è stato rinnovato nel 2003 mediante la stipula di una convenzione fra il comune di Crotone e l'Agenzia del demanio di Catanzaro. Occorre poi ricordare che, il Museo nazionale archeologico di Crotone attualmente ha sede in uno stabile progettato dall'architetto Minissi nel 1968 e conta circa 13.000 visitatori l'anno; i ricchi depositi e alcuni uffici della Soprintendenza sono invece all'interno di palazzo Morelli, di proprietà privata, per il cui utilizzo viene pagato un canone di locazione annuo, da parte di questo Ministero, di 54.000 euro. Pertanto l'attuale sistemazione del Museo è del tutto inadeguata, sia perché non consente di esporre, per mancanza di spazi, tutte le opere che invece potrebbero trovare idonea collocazione in un ampliato percorso espositivo, sia perché non consente un’ottimale dislocazione del personale ad esso afferente, per non menzionare l’onere della locazione. Nel 2007 è stato finanziato dall’Unione Europea il progetto "Restauro dei bastioni e di alcuni locali del castello" per circa 1.300.000 euro, progetto la cui realizzazione è stata affidata, dal comune di Crotone, con delibera del primo dicembre 2008, al raggruppamento temporaneo di professionisti con capogruppo il prof. Arch. Marco Dezzi Bardeschi. L'elaborato predisposto da detto professionista prevedeva una sistemazione a verde del fossato del castello con l'inserimento di vasche, poi realizzate con il primo finanziamento di cui s'è detto, e quindi la costruzione di una nuova torre faro panoramica collocata sulla sommità della collina al posto dell'antica Torre Marchesana, abbattuta nel 1873. Tale nuova edificazione è però rimasta, al momento, solo a livello progettuale. Nel 2012 la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici, la Soprintendenza beni archeologici della Calabria, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Cosenza, Crotone e Catanzaro, il comune e la provincia di Crotone, hanno stipulato un protocollo d'intesa finalizzato alla valorizzazione del castello. All'interno del protocollo è riportata la volontà di trasformare il castello in "un polo culturale fortemente interconnesso con gli spazi urbani, insediandovi istituti culturali e organizzandovi attività ed eventi attrattivi di alto profilo culturale"; viene ribadito che il progetto preliminare dell'arch. Dezzi Bardeschi è coerente con gli obiettivi prefissati anche se interessa solo una parte del castello; sono definite le aree di utilizzo di ogni singolo sottoscrittore del protocollo onde consentire la realizzazione, all'interno dell'area del castello, dei locali per allocarvi il Museo nazionale archeologico di Crotone e, al contempo, mantenervi le strutture comunali al momento presenti. Le modalità di utilizzo avrebbero dovuto essere definite tramite un regolamento interno, condiviso tra le parti, che si sarebbe dovuto emanare entro il 31 ottobre 2012 (art. 2 del suddetto protocollo di intesa). Con il detto protocollo il comune di Crotone si è assunto l'onere della progettazione complessiva del recupero e dell'adeguamento funzionale degli spazi, mentre la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici della Calabria si è fatta carico di "coordinare ed indirizzare le attività di progettazione e definizione del modello di gestione". Nello stesso anno 2012 è stato finanziato con risorse POIN "Attrattori culturali, turistici e naturali" (fondi FESR 2007-2013) un nuovo progetto, "Recupero funzionale degli spazi interni ai bastioni per la nuova localizzazione del Museo archeologico nazionale di Crotone" per € 10.000.000 suddivisi in 4 anni, con completamento dei lavori previsto per il 2015. La redazione di tale ultimo progetto è stata affidata, dal comune di Crotone, direttamente all'arch. Dezzi Bardeschi, perché è stata considerata una progettazione in prosecuzione del lavoro del 2007, così come riportato anche nel suddetto protocollo d'intesa all'art. 1. Il progetto è stato presentato a Ferrara in occasione del Salone internazionale del restauro nel 2012. In data 3 marzo 2014, il Ministero dei beni e della attività culturali e del turismo ha approvato l'elenco degli interventi finanziabili con le risorse POIN e PAC: nell' allegato A, alla voce "ulteriori interventi ammissibili fuori programmazione II fase", sono riportati il Castello di Carlo V e i Bastioni del castello di Carlo V, per importi rispettivamente di € 10.500.000 e di € 3.000.000, a condizione di avviare le procedure di evidenza pubblica entro il 30 aprile 2014. Nello stesso mese di marzo 2014 è stato presentato un nuovo progetto al Salone internazionale del restauro di Ferrara, solo parzialmente reso pubblico. Il 15 maggio 2014 si è tenuta una conferenza dei servizi sul progetto, convocata dal comune di Crotone, alla quale, nonostante le richieste, non hanno potuto partecipare alcune associazioni locali che avevano presentato regolare domanda. In mancanza di un piano antincendio, i Vigili del fuoco non hanno espresso alcun parere e, data anche l'assenza del rappresentante della Azienda sanitaria locale, all'esito della conferenza dei servizi non è stata presa alcuna risoluzione. La Direzione regionale e la Soprintendenza per i beni archeologici hanno dato parere favorevole. La Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici ha invece espresso un parere condizionato all'acquisizione di ulteriori dati progettuali, in quanto l'attuale proposta, sulla base degli elaborati pervenuti, interferisce in modo non trascurabile con le strutture antiche; non garantisce gli equilibri statici esistenti e presenta nuovi corpi di fabbrica con volumetrie ed altezze che altererebbero la percezione dei luoghi, costituendo di fatto corpi estranei dissonanti e non compatibili con la dignità storica ed artistica del castello, in violazione del disposto di cui all'articolo 21 del Codice dei beni culturali e del paesaggio (nota n. 6084 del 14 maggio 2014). La stessa Soprintendenza si è poi riservata di esprimere l'autorizzazione definitiva subordinandola agli esiti favorevoli delle prescrizioni dettate. Il progetto prevede, principalmente, la realizzazione di un museo, ricavato nel terreno alle spalle del muraglione, ricostruito sul fronte sud negli anni sessanta, dopo il crollo di cui s'è detto, fra il Bastione San Giacomo e la Torre Comandante. Le nuove strutture dovrebbero, come riportato dagli stessi progettisti, garantire anche la soluzione alle complesse problematiche statiche ancora presenti lungo quel versante. Il nuovo museo, con ingresso indipendente sul fronte, dovrebbe avere uno sviluppo verticale di cinque piani, ricavati nel vuoto creatosi a seguito delle frane degli anni passati. Un edificio che, per come progettato, sembrerebbe scavato nella terra e al cui centro svettano sette grandi alberi in acciaio che sostengono, a mo' di “chiome”, dei pannelli solari. Non avendo al momento conoscenza dei dettagli tecnici del progetto definitivo, sui quali esprimere valutazioni più attente, la stessa direzione generale Archeologia concorda con quanto dichiarato nel parere espresso dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici (ora Belle arti e paesaggio), constatando che tale tipo di progetto sembra non includere alcuna previsione di intervento sullo stato di conservazione complessivo della fortezza, che pure presenta diffusi e spesso gravi fenomeni di fessurazione e distacchi profondi: inoltre la progettazione del nuovo si sovrappone alla preesistenza senza tener conto della sua consistenza materica e della ormai consolidata percezione del luogo stesso. In pratica, l'intervento progettato utilizza il castello come mero 'contenitore' entro cui inserire volumi edificati e spunti architettonici (ci si riferisce in particolare ai dettagli dei pali in acciaio su cui sono impostati i pannelli solari) del tutto indifferenti alle valenze storico-architettoniche del manufatto che li ospita e con il quale non cercano alcun tipo di rapporto armonico o quanto meno rispettoso della sua identità e della sua forma architettonica. Viceversa, il complesso avrebbe bisogno di urgenti interventi di restauro e consolidamento in grado di assicurarne in modo adeguato la conservazione. La direzione generale Archeologia di questo Ministero, in conclusione, ha chiaramente espresso fortissime perplessità circa l’attuazione del progetto pertanto sta valutando l'adozione di provvedimenti idonei a scongiurare una tale eventualità, qualora dovesse risultare confermato lo stanziamento di fondi di cui s'è detto in precedenza.
Documentazione:
Petraglia 29 settembre 2015
(documento in formato pdf, peso 205 Kb, data ultimo aggiornamento: 28 ottobre 2015 )