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Orrico: “da Lubec segnale di rilancio, investiamo sui borghi per un sistema più equilibrato”
Testo del comunicato
“In un momento così difficile, essere riusciti ad organizzare in presenza un’iniziativa culturale importantissima come LuBeC rappresenta un grande atto di coraggio, un bel messaggio di speranza, un segnale forte di rilancio per tutto il Paese”. Lo ha detto il Sottosegretario del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Anna Laura Orrico, intervenendo a Lucca alla XVI edizione di LuBeC. “La cultura – ha aggiunto – resta un asset strategico per il sistema Paese e lo ha dimostrato anche durante il lockdown, quando ha svolto un ruolo fondamentale entrando comunque nelle case di noi tutti attraverso i social media, i siti internet, le piattaforme di streaming, i contenuti digitali. Come governo e come Ministero siamo impegnati perché alla cultura siano riconosciute risorse importanti attraverso il piano Next Generation EU. Puntiamo al rafforzamento di una economia della cultura che sia ovviamente centrata sulla tutela e la valorizzazione del nostro enorme patrimonio culturale, costruendo però un equilibrio tra le grandi città d’arte e i borghi, quei piccoli centri che custodiscono la nostra identità culturale, che rappresentano la nostra memoria e che offrono la possibilità di sperimentare, di creare modelli di sviluppo sociale ed economico più equilibrati, più attenti alla sostenibilità, alla bellezza e alla cura dei territori. Si tratta di creare un circuito virtuoso, in cui il grande aiuta il rilancio del piccolo e il piccolo favorisce il decongestionamento del grande”. “Tre – ha aggiunto poi Orrico – sono le leve attraverso cui i borghi possono davvero rigenerarsi, possono proporsi come spazi innovativi di sperimentazione. La prima è la ricostruzione del concetto di comunità, attorno a un asset strategico che può essere un bene culturale o naturalistico oppure l’enogastronomia o ancora l’artigianato. Serve sinergia tra tutti gli operatori del territorio, che devono creare economie locali, e lo Stato, che può supportare le progettualità con finanziamenti, politiche fiscali vantaggiose e meno burocrazia. La seconda leva è rappresentata dalle nuove tecnologie, attraverso cui favorire quel nomadismo digitale che porta sempre più persone a spostarsi da una parte all’altra del mondo per lavorare, persone che spesso scelgono proprio l’Italia. La terza e ultima leva è la formazione: abbiamo bisogno di costruire comunità competenti, che abbiano strumenti e know how per attivare imprenditorialità di tipo culturale, per creare nuove opportunità di lavoro. E’ fondamentale però che i borghi facciano rete tra loro, che creino delle filiere in grado di favorire la condivisione di competenze e buone pratiche, per relazionarsi poi con il grande centro in un meccanismo virtuoso di supporto reciproco nell’interesse dell’intero Paese. Proprio per questo al Ministero stiamo lavorando per realizzare su tutto il territorio nazionale una serie di festival che raccontino l’Italia dei borghi come spazi di rigenerazione urbana, in cui i progetti dovranno essere fatti insieme alle comunità e ai territori. Questi festival – ha concluso Orrico – devono servire a centrare alcuni obiettivi precisi: una mappatura delle buone pratiche di rigenerazione già attive nei borghi; la creazione attraverso queste buone pratiche di strumenti e competenze per generare percorsi formativi per altre comunità; un dialogo costante e aperto tra territori, istituzioni e politica, per attivare tutti insieme le strategie migliori”.
Lucca, 8 ottobre 2020