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GIORNO DELLA MEMORIA: RUTELLI, MEMORIA SOLO ANTIDOTO PERCHÉ ORRORI NON SI RIPETANO
Testo del comunicato
Si è tenuta al Quirinale la cerimonia di celebrazione del "Giorno della Memoria", in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Intervenendo a nome del Governo, il Vicepresidente del Consiglio e Ministro per i Beni e le Attività Culturali Francesco Rutelli ha sottolineato come “i fatti della storia non possono essere cancellati. Le leggi cosiddette razziali, promulgate settant’anni orsono, non possono essere rimosse, ed esigono tuttora le scuse della Nazione italiana, della Repubblica italiana. La memoria degli orrori dell’Olocausto è il solo antidoto perché questi orrori non si ripetano. ‘Se comprendere è impossibile – ci ha ammonito Primo Levi – conoscere è necessario’”.
Intervento Vicepresidente del Consiglio Francesco Rutelli
(Commemorazione dei Giusti, Quirinale, 24 Gennaio 2008)
Dobbiamo essere tutti molto riconoscenti al Presidente della Repubblica per questa iniziativa che dà solennemente avvio alle celebrazioni nella ricorrenza del Giorno della Memoria. E’ per me un onore poter rendere in questa circostanza omaggio a quei grandi protagonisti della storia della nostra civiltà che sono “I Giusti tra le Nazioni”.
Figure conosciute e meno note che nel buio della barbarie nazista e delle atrocità della guerra hanno saputo incarnare le qualità più autentiche della nazione italiana: i principi di giustizia e solidarietà, gli ideali di riscatto e di affrancamento dal pregiudizio e dalla discriminazione razziale, i valori di umanità.
Donne e uomini di diversa provenienza e condizione sociale, persone che raramente si conoscevano tra loro ma si sono ritrovate unite da uno stesso codice morale. Persone che, spesso in solitudine, hanno maturato la decisione di non arretrare di fronte al disegno di persecuzione e di sterminio, correndo il rischio della propria vita per mettere in salvo quella di migliaia di ebrei minacciati o condannati a morte certa.
Anelli della stessa catena del coraggio, che lo Stato di Israele ha voluto riunire, nella sua dimensione internazionale, nel giardino dei Giusti presso lo Yad Vashem di Gerusalemme, accomunando oltre ventimila eroi provenienti da diversi Paesi in un altissimo riconoscimento. Tra questi, oltre quattrocento italiani.
Tra i Giusti italiani troviamo persone di ogni fede e ceto sociale: religiosi e laici, professionisti e contadini, giovani ed anziani, pubblici funzionari, militari, semplici cittadini. Alcune storie sono divenute celebri, molti sono gli episodi relegati nell’oblio.
Ho sentito narrare una di queste storie, con estrema semplicità e discrezione, nella mia stessa famiglia. La storia di mio nonno, Mario Gentili, anch’egli riconosciuto tra i Giusti per una vicenda vissuta assieme alla figlia Sandra, mia madre, avvenuta nella Roma occupata dai nazisti.
Con commozione salutiamo i Giusti italiani che sono tuttora tra noi, ed in particolare coloro che riceveranno tra poco la medaglia d’oro. Riflettiamo, con sentimenti di rispetto e riconoscenza, di fronte al problema dei tanti scomparsi.
Poche settimane fa, Signor Presidente, ho inaugurato presso il Museo Eretz Israel di Tel Aviv la mostra Italia-Ebraica, una straordinaria rassegna che mette in luce il contributo dato dall’Ebraismo alla nostra identità nazionale. Un contributo che verrà illustrato permanentemente al grande pubblico nel Museo dell’Ebraismo italiano e della Shoa che l’UCEI e il Comune di Ferrara, con l’impegno deciso del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, hanno fortemente voluto realizzare in quella civile, splendida, città.
Lo scorrere del tempo attenua, quando non cancella, le lacerazioni della coscienza. Ma i fatti della storia non possono essere cancellati. Le leggi cosiddette razziali, promulgate settant’anni orsono, non possono essere rimosse, ed esigono tuttora le scuse della Nazione italiana, della Repubblica italiana.
La memoria degli orrori dell’Olocausto è il solo antidoto perché questi orrori non si ripetano. “Se comprendere è impossibile – ci ha ammonito Primo Levi – conoscere è necessario”.
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali promuove nella ricorrenza della Giornata della Memoria una Conferenza che il 27 e 28 gennaio riunirà a Palazzo Barberini personalità istituzionali, studiosi di chiara fama italiani ed internazionali.
Per riflettere, per cogliere il monito di un evento unico e terribile come lo sterminio degli ebrei. Per valutare i rischi e la portata dei rigurgiti del pregiudizio antiebraico, di un nuovo antisemitismo che giunge a trasformarsi in velleitari, criminali disegni di annientamento dello Stato di Israele. Forniranno anche lo spunto per interrogarsi sui nuovi, preoccupanti fenomeni di intolleranza e xenofobia, ma anche delle e persecuzioni e dei crimini contro l’umanità che, dall’Asia ai Balcani all’Africa, colpiscono le vite di centinaia di migliaia di persone innocenti.
L’Italia persegue coerentemente, Signor Presidente, il rilancio della cooperazione internazionale e un multilateralismo efficace, in cui l’Unione Europea faccia sentire credibilmente la propria voce.
Ma non può esservi voce credibile nel mondo d’oggi che non dimostri di aver compreso le lezioni della storia.
Per questo siamo riuniti oggi qui. Per questo tutti noi La ringraziamo, Signor Presidente della Repubblica.