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Assemblea ANCI, Giuli: “La cultura italiana, anche con la sua cucina, artefice della più importante opera di diplomazia culturale”
Testo del comunicato
“La diplomazia culturale è riassunta in poche parole e in un esempio eloquente: ieri il primo ministro albanese, Edi Rama, in conferenza stampa con il nostro presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha detto, parlando di varie iniziative che riguardano musei italo-albanesi che stiamo progettando a Tirana, che se non c’è la cultura non c’è l’Italia. È evidente che nella cultura italiana è ovviamente ricompresa la tradizione della cucina come espressione profonda del nostro deposito tradizionale. La nostra cucina è la carta d’identità più visibile per densità di ricchezza, per capacità di irradiazione, che la cultura italiana ha nel mondo. Di fronte alla storia del mondo conosciuto fin dall’antichità, l’Appia Regina Viarum non poteva non far parte del patrimonio UNESCO, così come le meno note ma non meno importanti Domus de janas. Lo stesso vale per la cucina. La vera singolarità è che la cucina italiana non fosse patrimonio UNESCO quando è nato l’UNESCO. Confidiamo in questa vittoria, perché è naturale che sia così. Il ruolo del Ministero della Cultura è quello di fiancheggiare con convinzione questa candidatura, sapendo che la cultura è per definizione diplomazia e luogo d’incontro, esattamente come la tavola in cui, da quando l’uomo ha deciso di governare il fuoco e la propria esistenza, si è riunito per condividere saperi, conoscenze e alimento”.
Lo ha dichiarato il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, intervenendo all’Assemblea annuale dell’ANCI, a Bologna, nel panel “La cucina italiana come patrimonio UNESCO”, con il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
“È evidente che l’Italia ha gli argomenti, ha la capacità espressiva, ha la ricchezza per essere artefice della più importante opera di diplomazia culturale. Con il Piano Mattei, e con la sua capacità di tessere relazioni con il mondo del Mediterraneo allargato, compresa la Penisola Arabica e arrivando fino all’India, dove nei musei ci sono le monete dell’Antica Roma, l’Italia gioca un ruolo di primissimo piano in questa fase storica. Non soltanto perché ha il governo più stabile di tutto l’Occidente, e questo conta economicamente e nello sviluppo, ma sopratutto perché ora l’Italia è il centro di gravità equilibratore di mondi che si guardano, si affrontano, a volte si scontrano. La cultura è un elemento universale di pace, un elemento universale di confronto. La lingua della cultura, vale a dire anche il sedersi intorno a un tavolo, e del rito che questo rappresenta, è già un elemento universale nel quale tutti si riconoscono. Anche la cucina può essere l'inizio di un dialogo”, ha concluso Giuli.