Palazzo Besta - Sala della Creazione

Palazzo Besta sorge a Teglio, un piccolo paese della Valtellina, ed è uno splendido esempio di palazzo rinascimentale situato nel cuore delle alpi: i suoi interni sono decorati con cicli di affreschi a soggetto biblico, mitologico e storico risalenti al Cinquecento. La Sala della Creazione è uno degli ambienti più importanti della dimora: coperto da una volta ribassata impostata su lunette, è interamente affrescato da un ciclo ispirato alla Genesi. La campagna decorativa che dà il nome alla sala risale agli anni ottanta del Cinquecento, quando il Palazzo era abitato da Carlo I Besta e dalla moglie Anna Travers, figlia di Joahn Travers, Governatore generale della Valtellina di origine grigiona e di fede calvinista. 

È proprio il legame con questo culto protestante, contrario ad ogni rappresentazione della divinità, che rende questo ciclo così peculiare. Le rappresentazioni sono fedelmente ispirate alle incisioni del pittore francese Bernard Salomon pubblicate nei Quadrins historiques de la Bible (1555). A differenza della fonte, tuttavia, nella Sala della Creazione non compare mai la raffigurazione di Dio. Gli storici giustificano questa importante differenza sulla base del culto calvinista di Anna Travers, la cui devozione è evidenziata nei documenti d’archivio. Secondo le ricostruzioni storiografiche la moglie avrebbe fatto promettere al marito, in occasione del loro matrimonio nel 1576, che non l’avrebbe mai obbligata a frequentare la messa cattolica per rispettare la sua diversa fede. Infranta la promessa in modo violento, Carlo I avrebbe poi commissionato il ciclo nel rispetto dei dogmi calvinisti per discolparsi con la moglie e agli occhi del potente suocero.

Il ciclo testimonia inoltre l’interesse della famiglia Besta per le rappresentazioni geografiche e per la cartografia. Sulla volta della sala, infatti, è affrescato un planisfero. L’immagine è strettamente ispirata alla Weltkarte, una stampa pubblicata per la prima volta nel 1558 dal cartografo e matematico renano Caspar Vopell.