Museo della ceramica Duca di Martina in Villa Floridiana
Apertura
Prenotazione Non richiesta
Orario di apertura:
Informazioni apertura
InfoParco della Villa Floridiana (ingresso gratuito):
aperto tutti i giorni, nei mesi di maggio, giugno luglio e agosto: dalle 8.30 alle 19.30 (con ultimo ingresso alle 19.00);
nei mesi di aprile e settembre: dalle 8.30 alle 18.30 (con ultimo ingresso ore 18.00);
nei mesi di ottobre, febbraio e marzo: dalle 8.30 alle 17.30 (con ultimo ingresso alle ore 17.00);
nei mesi di novembre, dicembre e gennaio:
dalle 8.30 alle 16.30 (con ultimo ingresso alle ore 16.00).
Regolamento parco: https://trasparenza.cultura.gov.it/index.php?id_oggetto=19&id_doc=112
Biglietteria
Orario di apertura:
- Lun
- 09:30 - 16:00
- Mar
- Chiuso
- Mer
- 09:30 - 16:00
- Gio
- 09:30 - 16:00
- Ven
- 09:30 - 16:00
- Sab
- 09:30 - 16:00
- Dom
- 09:30 - 16:00
Informazioni biglietteria
InfoI biglietti per il Museo Duca di Martina si acquistano: con carta di credito e bancomat tramite la biglietteria automatica posta presso l'ingresso del Museo;
online sul sito web Musei Italiani
(https://www.museiitaliani.it/acquista-biglietto);
da smartphone tramite l'app Musei Italiani (disponibile su Apple Store o Google Play).
Per supporto all'acquisto online:
e-mail info@museiitaliani.it, tel. +39 06 87570182 (tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:30).
Descrizione
Il re Ferdinando di Borbone, nel 1817, acquistò la Villa per destinarla a residenza estiva della moglie morganatica Lucia Migliaccio di Partanna, duchessa di Floridia, sposata in Sicilia nel 1814, tre mesi dopo la morte della regina Maria Carolina.
La ristrutturazione dell’intero complesso, che comprendeva un piccolo casino (l’attuale Museo) ed una coffee-house (l’odierna Villa Lucia) e il Parco fu affidata all’architetto Antonio Niccolini che vi lavorò dal 1817 al 1819.
Niccolini, come si evince dalla pianta autografa conservata al Museo di San Martino, concepì un edificio con corpo centrale rettangolare e due bracci perpendicolari e simmetrici, rivolti a settentrione. Inoltre, aggiunse, all'ingresso centrale dell'edificio una piccola area porticata, per la sosta delle carrozze, soluzione architettonica già adottata per il Teatro San Carlo.
Per la facciata meridionale, che risultava su tre livelli per l'accentuata pendenza del terreno, il Niccolini elaborò per il piano seminterrato un basamento in pietra lavica con una scalinata marmorea a doppia rampa, che raccorda l’edificio al parco circostante, aprendosi sul suggestivo panorama della città.
Dopo la morte della duchessa di Floridia, nel 1826, gli edifici monumentali ed il Parco subirono numerose trasformazioni da parte degli eredi fino al 1919, anno in cui la Villa venne acquistata dallo Stato e destinata a sede museale.
Il Museo Duca di Martina è sede dal 1931 di una delle maggiori collezioni italiane di arti decorative, comprende oltre seimila opere di manifattura occidentale ed orientale, databili dal XII al XIX secolo, il cui nucleo più cospicuo è costituito dalle ceramiche.
La raccolta, che dà il nome al Museo, è stata costituita nella seconda metà dell’Ottocento, da Placido de Sangro, duca di Martina e donata nel 1911 alla città di Napoli dai suoi eredi.
Il duca, nato a Napoli nel 1829 ed appartenente ad un illustre casato strettamente legato alla corte borbonica, dopo l’unità d’Italia si trasferì a Parigi, dove iniziò ad acquistare oggetti d’arte applicata, entrando in contatto con i maggiori collezionisti europei e partecipando alle grandi esposizioni universali.
Nel 1881 morì il suo unico figlio e l’intera collezione fu ereditata nel 1891 dall’omonimo nipote, conte dei Marsi, che, tramite la moglie Maria Spinelli di Scalea, la donò nel 1911 alla città di Napoli.
Il Museo si sviluppa su tre piani, al piano terra sono esposti, oltre ad alcuni dipinti, avori, smalti, tartarughe, coralli e bronzi di epoca medioevale e rinascimentale, maioliche rinascimentali e barocche e vetri e cristalli dei secoli XV-XVIII, mobili, cofanetti e oggetti d’arredo.
Al primo piano è collocata la raccolta di porcellane europee del XVIII secolo, costituita da nuclei delle più importanti manifatture del Settecento, Meissen, Doccia, Napoli e Capodimonte, porcellane francesi, tedesche ed inglesi.
Al piano seminterrato, infine, è stata allestita la sezione di oggetti d’arte orientale, tra cui notevole è la collezione di porcellane cinesi di epoca Ming (1368- 1644) Qing (1644- 1911) e Giapponesi Kakiemon ed Imari.
Approfondimenti: sezioni e collezioni
Villa Floridiana
Antonio Niccolini, tra il 1817 e il 1819, progettò anche il rifacimento e la riconfigurazione dei giardini all’inglese, secondo la moda del tempo.
Niccolini, sfruttando il naturale andamento del terreno digradante verso il mare, ridisegnò le aree esterne, alternando ampi prati e aiuole con quinte scenografiche a zone 'a boschetto' e terrazzamenti scoscesi.
Invece, per le zone circostanti l'edificio principale adottò soluzioni più regolari e simmetriche, in conformità con le caratteristiche stilistiche di gusto neoclassico. Ideò, inoltre, un teatrino all’aperto, un tempietto ionico, le serre ed alcune grotte per animali esotici: unici elementi architettonici ancora oggi esistenti nell’attuale area del Parco, che fanno percepire l’originaria atmosfera pittoresca.
Regolamento per l'utilizzo degli spazi del Parco di Villa Floridiana
Servizi
-
Archivio
-
Biblioteca
-
Didascalie
-
Percorsi segnalati
-
Sala convegni
-
Sala per la didattica
-
Spazi espositivi
Posizione
Contatti
- Tel
- +39 081 5788418
- drm-cam.martina@cultura.gov.it drm-cam@pec.cultura.gov.it
- Website
- http://museicampania.cultura.gov.it/
- Social
- Facebook Instagram Youtube
Eventi
Villa Floridiana - Le domeniche della gentilezza. Lezioni di meditazione nel parco di Villa Floridia...
Museo Duca di Martina - Disegno dal Vero in Floridiana
Museo Duca di Martina - Le dolci tradizioni natalizie della cucina di Partenope. L'arte e la storia...
Carosello galleria
Villa Floridiana - prospetto meridionale
La facciata meridionale della Villa, che presenta un livello in più rispetto a quella settentrionale, dovuto al dislivello del pedio, è stata risolta dell’architetto Antonio Niccolini con un alto basamento in pietra lavica corrispondente al piano seminterrato e con una scalinata marmorea a doppia rampa che congiunge il parco al piano terra della Villa.
Villa Floridiana - ingresso lato nord
Il Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina nella Villa Floridiana è allestito nell'elegante dimora ristrutturata in stile neoclassico, negli anni tra il 1817 e il 1826, da Antonio Niccolini per la moglie morganatica di Ferdinando IV di Borbone, Lucia Migliaccio di Partanna, duchessa di Floridia. Nel 1919 la Villa fu acquistata dallo Stato per essere destinata a sede museale.
Coppa da latte a forma di seno, 1788-1789, Manifattura di Sèvres, porcellana
La coppa da latte, la cui forma a seno è estremamente naturalistica, fa parte del servizio realizzato per la regina Maria Antonietta dalla Manifattura di Sèvres alla vigilia della Rivoluzione e destinato alla sua latteria di Rambouillet. La tradizione vuole che sia stata modellata sul seno stesso della regina per celebrare la sua quarta maternità.
Vaso istoriato con Caino e Abele, 1690 ca., Officina di Castelli, maiolica
Il vaso con coperchio raffigura l’episodio biblico del fratricidio di Caino e Abele. Attribuito alla produzione di Carlo Antonio Grue, uno dei più abili pittori di maioliche barocche del centro Italia, spicca per l’armonia della composizione e per il repertorio classico delle figure che rimandano agli affreschi della Galleria Farnese di Annibale Carracci.
Vaso Meiping, fine dinastia Yuan (1279-1368) – inizi dinastia Ming (1368-1644) Cina, porcellana
Il vaso Meiping, ossia vaso atto a contenere un ramo di pruno fiorito, rappresenta uno degli esempi più precoci di porcellana di tipo bianco e blu cinese esposto nel Museo. Il coperchio e il corpo del vaso raffigurano una fenice, uccello mitiologico che allude alla rinascita e, nella cultura cinese, simbolo della primavera e emblema dell’imperatrice.
Cassetta reliquiario con la leggenda di santa Valeria, terzo decennio del XIII secolo, Limoges, smalto champlevé su rame
La cassetta reliquiario è decorata con la leggenda della martire limosina Valeria. Vissuta nel I secolo d.C., ai tempi di Nerone, la santa fu fatta decapitare dal suo promesso sposo, che rifiutò, avendo fatto voto di castità nella sua conversione al cristianesimo.
Ritratto di Placido de Sangro, duca di Martina, 1891 ca., Salvatore Postiglione (1861-1906), olio su tela
Il dipinto raffigura Placido de Sangro, XVI duca di Martina. Fortemente legato alla corona borbonica, con l’avvento dell’Unità d’Italia lasciò Napoli e si trasferì a Parigi, dove entrò in contatto con i maggiori mercanti d’arte e collezionisti europei. Nel giro di un ventennio acquistò circa cinquemila pezzi, prevalentemente porcellane, orientali ed europee, ma anche smalti, avori, vetri e maioliche, riflettendo quel gusto eclettico così di moda alla fine del XIX secolo.
Statuina di tamburino a cavallo, prima metà VIII secolo, Cina, terracotta invetriata
La statuina, che rappresenta il pezzo più antico esposto al Museo, appartiene alla serie dei mingqi, “oggetti degli spiriti o luminosi”, che facevano parte dei corredi funerari, e aveva la funzione di accompagnare il defunto nella sua vita nell’aldilà. Raffigura un suonatore mentre percuote con delle bacchette - probabilmente in legno e andate perdute - un piccolo tamburo collocato di lato alla groppa.
Il bacio, 1736, Manifattura di Meissen, porcellana
Il gruppo, realizzato da J.J. Käendler (1706-1775), uno dei maggiori modellatori della manifattura di Meissen, raffigura una giovane coppia in crinolina intenta a baciarsi. Il gentiluomo con un braccio cinge la vita della dama e con l’altro sta per aprire la gabbia con l’uccellino per lasciarlo libero, alludendo così all’innocenza della dama che sta volando via, seguendo un filone tipico della rappresentazione rocaille. Questo tipo di sculture, tipiche della manifattura sassone, venivano spesso utilizzate come abbellimenti delle tavole, al fine di trarre spunti di conversazione.
Giuoco souvenir del Regno delle Due Sicilie, 1790-1806, Real Fabbrica Ferdinandea, porcellana
I tre oggetti nella foto fanno parte di un servizio decorato con un repertorio tipico del Neoclassicismo, fatto di ‘figure pompeiane’ e vedute del Regno di Napoli, realizzato per farne dono ai notabili stranieri in visita al Regno. La splendida teiera presenta il coperchio sormontato da una pantera e i due lati decorati con un’eruzione del Vesuvio diurna e una notturna.
Ritratto di Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia, 1819, Vincenzo Camuccini (1771-1884), olio su tela
Il dipinto, commissionato da Ferdinando di Borbone nel 1819, raffigura Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia, sposata dal re in seconde nozze con rito morganatico nel 1814, pochi mesi dopo la morte della regina Maria Carolina d’Austria. La duchessa, i cui vivaci occhi neri sono ben rappresentati nel dipinto, era una donna dolce e accomodante, che amò il re e lo accompagnò con dedizione negli ultimi anni della sua vita.
Tempietto ionico
Il Tempietto ionico è uno degli elementi architettonici progettati da Antonio Niccolini, tra il 1817 e il 1826, all'interno della complessiva opera di risistemazione della Villa Floridiana, per abbellire il parco e allietare la permanenza della duchessa di Floridia e dei suoi ospiti. Situato in posizione isolata all’estremità occidentale del parco, il piccolo edificio in stile neoclassico domina il paesaggio sottostante, offrendo un affaccio incantevole sul panorama cittadino e sul mare.
Teatro di "verzura"
Il teatro “di verzura” - ovvero “di verdura”, con riferimento alla vegetazione di cui si compone - è un’opera di architettura del paesaggio ideata da Antonio Niccolini e realizzata a partire dal 1821. Inserito nel disegno del giardino romantico all’inglese, in una zona sopraelevata, tra viali sinuosi, aiuole e boschetti, il teatro all’aperto è composto da diverse essenze arboree funzionali alla risonanza armonica.