Museo archeologico nazionale di Calatia
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Informazioni apertura
InfoPer prenotare:
- Tel
- +39 0823 200065 - 0823 203980
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- https://portale.museiitaliani.it/b2c/it/buyTicketless/786a34c0-ede6-4d9a-bdf6-9a1e2946213c
Biglietteria
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Informazioni biglietteria
Info- on line sul sito web Musei Italiani (https://www.museiitaliani.it/acquista-biglietto);
- da smartphone tramite l'app Musei Italiani (disponibile su Apple Store o Google Play);
- con carta di credito o bancomat, presso la biglietteria automatica posta all'ingresso del Museo.
Per supporto all'acquisto on line: e-mail info@museiitaliani.it, tel. +39 06 87570182 (tutti i giorni dalle 9:00 alle 17:30).
Descrizione
Servizi
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Percorsi segnalati
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Postazioni multimediali
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Sala convegni
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Spazi espositivi
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Didascalie
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Sala per la didattica
Posizione
Contatti
- Tel
- +39 0823 200065 - 0823203980
- drm-cam.maddaloni@cultura.gov.it drm-cam@pec.cultura.gov.it
- Website
- http://museicampania.cultura.gov.it/
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Carosello galleria
Cortile interno
Raggiungibile dal vestibolo, il cortile interno del Palazzo permetteva, in asse con l’ingresso, ora murato, l’accesso alla tenuta agricola annessa.
Cortile interno
Il portale in marmo sul lato orientale è opera di Francesco Saverio di Columbrano, che nel 1811 risistemò il bel giardino all’italiana cui si accedeva tramite il cortile.
Sala del costume femminile
In quelle stanze più intime e riservate del Palazzo, proprio laddove le donne Carafa trascorrevano le loro giornate, oggi trova spazio una selezione dei reperti rappresentativi della donna calatina in epoca Orientalizzante. Questo primo ambiente del cosiddetto “quarto delle donne”, una piccola stanza dalle pareti rivestite di delicati parati floreali, è dedicato al mondo del costume femminile. Datazione reperti: ultimo quarto dell’VIII secolo a.C.
Galleria
La sezione dedicata alle tombe databili tra la fine dell’VIII secolo a.C. e il VII secolo a.C. appartenenti agli uomini è qui allestita lungo la galleria, la grande sala ristrutturata tra fine Seicento ed inizio Settecento, dove il Duca accoglieva ed intratteneva i suoi ospiti dopo le battute di caccia e, tra questi, lo stesso re Carlo di Borbone. Della sua raffinata decorazione ad affresco si conserva solo una piccola parte sulla parete lunga, opposta ai balconi.
Cappella
Alla villa di delizie voluta da Marzio III si affianca, secondo uno schema diffuso, la costruzione della nuova Cappella. Completata nel 1701 e ascrivibile al Regio Ingegnere Giovan Battista Manni, si trova sul lato occidentale del Casino dei Duchi Carafa, con la porta d’ingresso su via Caudina ed è dedicata alla Beata Vergine del Carmine. Dotata di tre altari in marmo, è decorata nella volta da eleganti stucchi bianchi e oro.
Anfora attica con figure nere
Tra il VI e gli inizi del V secolo a.C. l’élite calatina assimila usi e costumi delle colonie d’occidente del mondo greco, e così porta nei suoi corredi funerari vasi di importazione attica: la coppa, l’anfora e/o l’oinochoe, e il mastos. L’iconografia riproduce scene di duelli o di armamento del guerriero che riecheggiano temi omerici. Sull’anfora attica a figure nere rinvenuta nella tomba ad inumazione n. 556 sono riprodotti due guerrieri che combattono sul corpo di un compagno caduto, tema che si ispira al duello dell’iliade tra Menelao ed Euforbo sul corpo di Patroclo.
Facciata esterna
Il Museo Archeologico di Calatia è ospitato nel Casino da caccia dei duchi Carafa della Stadera, una delle residenze principali della famiglia nobiliare che ebbe il feudo di Maddaloni dal 1465. Il palazzo sorge alla periferia di Maddaloni, lungo l’attuale via Caudina, che riprende il cammino dell’antica via Appia. Sono successivi al 1856 gli ultimi interventi sulla facciata, in seguito ai quali la stessa ha acquisito l’impronta tardo-ottocentesca che tuttora conserva.
Sala viaggio sull'Appia da Calatia a Roma
Nell’ampia sala rettangolare oscurata, un’installazione immersiva, dedicata alla ricostruzione del tratto della via Appia da Calatia a Roma, proietta il visitatore in un virtuale viaggio nel tempo. Camminando lungo la stanza, sotto i piedi si illuminano i basoli della strada, mentre lungo le pareti scorrono le immagini dei principali monumenti, dislocati lungo il percorso della regina viarum, che collegava Roma al meridione fino a raggiungere Brindisi.
Sale 4 - 5
A partire dal fondo della sala sono esposti i corredi tombali, in successione cronologica, provenienti dalle due necropoli della città di Calatia. Sono presenti sia tombe ad incinerazione che a inumazione. Nelle sepolture più antiche, datate alla fine dell’VIII secolo a.C., alla ceramica di produzione locale si associa quella di importazione greca. Datazione: VIII secolo a.C.- II secolo d.C.
Sala deI corredi delle aristocrazie tra VI e V sec. a. C.
Lo spazio espositivo riflette l’assetto assunto nella prima metà dell’800 dall’edificio, quando, entrato in possesso dei Carafa di Colubrano, fu trasformato da villa d’ozio in fabbricato urbano. Il grande ambiente rettangolare conserva sulle pareti la decorazione dei parati a motivi floreali gialli, ritoccati in oro zecchino. In basso uno zoccolo di colore verde, che imita il marmo, corre per tutta la sala; ai balconi tende con tessuti di San Leucio che perpetuano la tradizione delle seterie reali volute da Ferdinando IV di Borbone. La sala espone reperti appartenenti a corredi della élite calatina. Datazione: VI-V secolo a.C.
Ingresso, con vista sul cortile interno
Il rifacimento del Casino della Starza fu completato da Carlo I Carafa intorno al 1710, come attesta la data impressa nello splendido stemma dei duchi Carafa della Stadera che campeggia al centro della volta dell’androne, e comunque prima che Carlo si trasferisse a Vienna, presso la corte imperiale, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.
Le necropoli
La città dei morti circonda la città dei vivi, restituendo integro quel vasellame che la quotidianità frammenta nel corso del tempo. In questa sala una ricostruzione in scala reale riproduce le varie tipologie delle tombe che si susseguono nei secoli e che sono state rinvenute nelle due necropoli calatine (orientale e occidentale). Datazione: ultimo quarto VIII secolo a.C. – II secolo d.C.
Dinos
Dinos in lamina di bronzo con labbro con modanatura a perline sovrapposte e fascia baccellata, collo breve, spalla e ventre arrotondato leggermente rastremato in basso e coperchio con presa configurata a galletto. Calatia, necropoli NE, tomba 559 (fine VI-inizio V secolo a.C.)