
Tipo Luogo:
Museo, Galleria e/o raccolta
Museo archeologico nazionale della Valle del Sarno

Apertura
Prenotazione Facoltativa
Orario di apertura:
- Lun
- Chiuso
- Mar
- 09:00 - 19:00
- Mer
- 09:00 - 19:00
- Gio
- 09:00 - 19:00
- Ven
- 09:00 - 19:00
- Sab
- 09:00 - 14:00
- Dom
- 09:00 - 14:00
Informazioni apertura
Info
Orario di apertura: dal martedì al venerdì 9.00-19.00 (ultimo ingresso ore 18.30); sabato, domenica e festivi 9.00-14.00 (ultimo ingresso ore 13.30).
Chiusura settimanale: lunedì.
Per prenotare:
- Tel
- +39 081941451
Descrizione
Il Museo archeologico nazionale della Valle del Sarno, sorto nel 1975, dal 2011 ha sede nel centro storico della città di Sarno, in un palazzo gentilizio edificato verso la metà del Settecento da una nobile famiglia locale, gli Ungaro. Divenuto poi di proprietà della famiglia Capua, è acquistato alla fine degli anni Ottanta dallo Stato con l’obiettivo specifico di allestirvi il museo.
Un imponente portale in pietra lavica introduce alla grande corte centrale, dominata da tre logge ad arcate, con ampie scalinate che conducono al primo e al secondo piano. Qui le sale sono decorate da un artista di scuola napoletana con soggetti sacri, finte architetture, composizioni floreali, scene di sapore arcadico, riproduzioni di arazzi e di preziosi marmi policromi. Agli inizi del Novecento, su commissione della famiglia S. Cozzolino decora i soffitti di alcune sale con ninfe e angeli.
Il Museo con le sue collezioni racconta la storia della Valle del Sarno dal Neolitico al Medioevo. La fertilità del suolo e l’abbondanza di acqua hanno attratto l’uomo sin dal IV millennio. Alla seconda metà del IX sec. a.C. risalgono le ricchissime sepolture maschili con vasi, rasoi, fibule e armi. Dalla metà dell’VIII sec. i defunti di rango sono accompagnati da vasi importati dalle colonie greche di Pithekoussai e Cuma. Le donne indossano diademi, orecchini, collane di ambra e pasta vitrea, pendagli con scarabei, bracciali e anelli.
Nella prima metà del VI sec. a.C. nelle tombe si rinvengono vasi di bucchero e di importazione greca accanto a pochi oggetti di ornamento. Dopo un calo nella documentazione archeologica, dalla metà del IV sec. le attestazioni si infittiscono: è frequentata l’area sacra di Foce, dedicata a una divinità femminile. Nelle sepolture le donne sono deposte con vasi, monili, statuette e oggetti legati alla cosmesi e alle attività domestiche, mentre gli uomini con le armi. Alcune tombe hanno le pareti dipinte con motivi vegetali, cortei funebri e con il ritorno del guerriero. All’epoca romana risalgono i reperti rinvenuti nelle ville rustiche del suburbio pompeiano, distrutte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., mentre al medioevo rimandano i vasi di una fossa di scarico da San Marzano e di un frantoio rinvenuto a Sarno.
Un imponente portale in pietra lavica introduce alla grande corte centrale, dominata da tre logge ad arcate, con ampie scalinate che conducono al primo e al secondo piano. Qui le sale sono decorate da un artista di scuola napoletana con soggetti sacri, finte architetture, composizioni floreali, scene di sapore arcadico, riproduzioni di arazzi e di preziosi marmi policromi. Agli inizi del Novecento, su commissione della famiglia S. Cozzolino decora i soffitti di alcune sale con ninfe e angeli.
Il Museo con le sue collezioni racconta la storia della Valle del Sarno dal Neolitico al Medioevo. La fertilità del suolo e l’abbondanza di acqua hanno attratto l’uomo sin dal IV millennio. Alla seconda metà del IX sec. a.C. risalgono le ricchissime sepolture maschili con vasi, rasoi, fibule e armi. Dalla metà dell’VIII sec. i defunti di rango sono accompagnati da vasi importati dalle colonie greche di Pithekoussai e Cuma. Le donne indossano diademi, orecchini, collane di ambra e pasta vitrea, pendagli con scarabei, bracciali e anelli.
Nella prima metà del VI sec. a.C. nelle tombe si rinvengono vasi di bucchero e di importazione greca accanto a pochi oggetti di ornamento. Dopo un calo nella documentazione archeologica, dalla metà del IV sec. le attestazioni si infittiscono: è frequentata l’area sacra di Foce, dedicata a una divinità femminile. Nelle sepolture le donne sono deposte con vasi, monili, statuette e oggetti legati alla cosmesi e alle attività domestiche, mentre gli uomini con le armi. Alcune tombe hanno le pareti dipinte con motivi vegetali, cortei funebri e con il ritorno del guerriero. All’epoca romana risalgono i reperti rinvenuti nelle ville rustiche del suburbio pompeiano, distrutte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., mentre al medioevo rimandano i vasi di una fossa di scarico da San Marzano e di un frantoio rinvenuto a Sarno.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 17:54:46 / Ultimo aggiornamento 2023-05-25 16:22:17
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Posizione
Museo archeologico nazionale della Valle del Sarno
Via Cavour, 7 - 84087 Sarno (SA)
Contatti
- Tel
- +39 081 941451
- drm-cam.sarno@cultura.gov.it drm-cam@pec.cultura.gov.it
- Website
- https://museicampania.cultura.gov.it/
- Social
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Responsabile:
Serena De Caro
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