Museo archeologico nazionale della Valle Camonica
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- +39 0364 344301
- drm-lom.mucividate@cultura.gov.it
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Carosello galleria
Sala della Minerva
La Sala è dedicata ai luoghi di culto: qui ampio spazio è quindi lasciato al contesto del santuario di Minerva in loc. Spinera di Breno, che racconta in maniera esemplare la continuità di un luogo di culto dalla prima età del Ferro alla tarda età romana, con materiali che vanno dal X secolo a.C. alla fine del IV secolo d.C.. Il reperto principale della sala è costituito dalla splendida statua di Minerva, copia romana in marmo greco di un originale del V secolo a.C, proveniente dal santuario di minerva di Breno.
Le Terme
Il corridoio laterale che occupa l’ala destra del primo piano è lo spazio delle terme. Sono qui esposti due pavimenti a mosaico di I-II d.C. e frammenti dei raffinati apparati decorativi del complesso termale, nonché le suspensurae in pietra e terracotta e i materiali ceramici e metallici. Lo spazio, oltre al tema delle terme dal punto di vista architettonico, funzionale e culturale, consente di “scoprire” come si realizza un mosaico con un altro punto-gioco con le tessere musive.
Porta della casa di Pescarzo (fine del II e l'inizio del I sec. a.C.)
Nella frazione Pescarzo di Capo di Ponte in Valle Camonica è stata riportata alla luce un'abitazione in uso fra la fine del II e l'inizio del I sec. a.C., conservatasi in maniera straordinaria grazie ad un violento incendio che ne aveva distrutto in antico l'alzato, ma che allo stesso tempo ne aveva sigillato e preservato l'interno sotto uno spesso strato di crollo, restituendoci uno straordinario spaccato della vita quotidiana di una famiglia vissuta 2000 anni fa. La casetta, con una pianta quadrangolare di circa 23 mq, era stata realizzata addossata al pendio entro uno scasso nel terreno profondo oltre 1,80 m., ripropone il modello insediativo tipico dell'area alpina centro-orientale della seconda età del Ferro, con uno zoccolo di base in pietra e un alzato in legno. Al suo interno sono stati recuperati elementi della vita quotidiana: contenitori da cucina e da mensa in terracotta, un paiolo in bronzo, alcuni monili e oggetti d'ornamento personale, attrezzi da lavoro, rocchetti in pietra e pesi da telaio. Reperto eccezionale è la porta in legno, costituita da tre assi in legno di larice affiancate. Si tratta di una delle porte antiche meglio conservate in tutto l’arco alpino.
Il Foro
Nella sezione dedicata al Foro domina sullo sfondo la statua maschile in marmo locale di Vezza d’Oglio raffigurante un nudo eroico proveniente da via Palazzo. Lo spazio del foro, dove si trovano epigrafi e elementi architettonici e frammenti di statue, anche in bronzo, ha una connotazione fortemente monumentale, a sottolineare la grandezza della città. Nel corridoio, a suggerire la dinamicità e la vivacità del foro romano che era anche un luogo di incontro culturale e commerciale, scambio e mercato, trovano spazio anche una vetrina con un approfondimento sulla numismatica e una vetrina dedicata ai marmi, con un approfondimento sulle cave di Vezza d’Oglio, il cui sfruttamento dovette diventare più intensivo alla fine del I secolo a.C., dettato dalla necessità di dare splendore alla Civitas Camunnorum.
La domus di via Palazzo
Nella sala dedicata ai materiali provenienti dalle domus, un ampio spazio è dedicato alla domus di via Palazzo, in una sala che vuole porre l’accento sulla qualità e la ricchezza dei reperti e sull’otium. Sulla parete sono esposti i frammenti degli affreschi con uccelli acquatici, pertinenti probabilmente a uno spazio affacciato sul viridarium.
Statua della Minerva, dettaglio
Il reperto principale della sala è costituito dalla splendida statua di Minerva, copia romana in marmo greco di un originale di V secolo a.C, proveniente dal santuario di minerva di Breno. Può essere letta come l’interpretatio romana della più antica divinità indigena legata al culto della acque: un modo dunque per affermare in chiave ideologica e politica l’avvenuta conquista del territorio.