Il Satiro del Museo Antiquarium Turritano di Porto Torres

Nel piano superiore del Museo Archeologico Nazionale “Antiquarium Turritano” di Porto Torres è custodita una grande maschera di Satiro in marmo bianco di alta qualità, che brilla tra le vetrine del Museo sia per l’elegante fattura che per il richiamo alla natura selvaggia. Il Satiro di Porto Torres è uno dei simboli della romanità in Sardegna e della cultura che si diffuse soprattutto in epoca imperiale, quando la città turritana raggiunse il massimo splendore.

Il reperto venne rinvenuto durante gli scavi archeologici del 2003 nell’omonima Casa del Satiro presso le Terme Maetzke, quando venne attribuito al I sec. d.C. come il complesso termale presso cui si trovava e dove probabilmente fungeva da bocca di fonte.

Il marmo raffigura un personaggio maschile con lunga barba e folti capelli, che contornano due corna di capra, la figura è caratterizzata da orecchie a punta, rughe sulla fronte, sopracciglia rilevate, occhi spalancati e grande naso. La bocca è aperta e presenta un foro sul fondo per la circolazione dell’acqua.

Secondo la mitologia greca e romana il satiro era un dio minore di ambito dionisiaco connesso alla fertilità e alla forza vitale della natura. I satiri risiedevano nei boschi e sulle montagne e avevano caratteri animaleschi, orecchie a punta, corna, coda e zampe caprine o equine. I satiri sono sempre rappresentati come esseri licenziosi, spesso dediti al vino, a danzare con le ninfe e a suonare l’aulòs.

Il reperto è stato anche accostato al sileno Marsia, un’altra figura dei boschi, talmente abile nel suonare il flauto (aulòs) che arrivò a competere con Apollo, il quale successivamente punì la sua superbia scorticandolo vivo dopo averlo legato ad un albero.

La maschera marmorea, che sembra irrida i visitatori con espressione quasi ghignante, rappresenta al meglio la vivacità della Porto Torres romana e delle antiche ricchezze che ancora la città custodisce.