Tipo Luogo:
Chiesa o edificio di culto
Ex Chiesa di San Mattia
Apertura
Prenotazione Non richiesta
Orario di apertura:
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Descrizione
Iniziata nel 1575, su disegno di Antonio Morandi, la chiesa di San Mattia è generalmente attribuita a Pietro Fiorini, che rimaneggiò il progetto del Terribilia fino a darle l’attuale assetto architettonico, tra il 1580 ed il 1584. Essa è annessa all’adiacente Convento delle Domenicane e prospetta con la semplice facciata sulla via Sant'Isaia, perfettamente inserita nel tessuto urbano grazie al portico posto in continuità con quello degli edifici vicini. Era considerata una sorta di pinacoteca all’aperto vista la presenza di tele di Tintoretto, Guido Reni e Innocenzo da Imola.
L'aspetto fastoso e spettacolare dell'interno si deve ad un "rimodernamento" dell'apparato ornamentale e pittorico operato verso la metà del Settecento dal "quadraturista" Pietro Scandellari e degli artisti Nicola Bertuzzi e Tertulliano Taroni, secondo la Scuola dei Bibiena, con l’utilizzo del trompe d’oeil per le parti riguardanti raffigurazioni architettoniche. Alla stessa epoca risale la trasformazione delle serliane e degli oculi cinquecenteschi nell'alzato centrale in ampie aperture rettangolari. Nel 1799, in seguito alla soppressione degli ordini religiosi voluta dal governo napoleonico, la chiesa di San Mattia fu isolata dal convento, sconsacrata e ridotta a magazzino. L’importante apparato decorativo settecentesco è andato in parte perduto in seguito alle svariate destinazioni d’uso succedutesi negli anni.
Il restauro, iniziato nel 1981 e concluso nel 1994 a totale carico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ora Ministero della Cultura, ha rimesso in luce quanto restava di stucchi ed affreschi, riportando alla luce una significativa testimonianza architettonica del tardo ‘500 ed il suo pregevole apparato pittorico.
Le sue metamorfosi lo hanno reso spazio resiliente, neutro ma non neutrale.
La sua bellezza non risponde ai canoni estetici e stilistici di un particolare momento storico, ma risiede nella sua capacità di aver stratificato il tempo ed i segni.
Per questa sua natura intrinseca, diventa centro di documentazione e interpretazione per le arti, punto dove arti visive e performative si incontrano e si fondono, generando nuovi significati ed inedite chiavi di lettura. Un contenitore per la sperimentazione, per la promozione della cittadinanza attiva, un luogo che educa alla contemporaneità attraverso la lettura del suo passato. Uno spazio che auspica il confronto sulle forme e sul senso del sacro e sul ruolo del femminile nella società.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 17:51:20 / Ultimo aggiornamento 2023-12-21 07:13:06
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