
Residenze reali sabaude - Complesso monumentale del Castello Ducale, giardino e parco di Aglié

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Biglietteria
Informazioni biglietteria
Infolunedì, mercoledì e giovedì 8,00 Euro (percorso ridotto)
venerdì, sabato, domenica e festivi 12,00 Euro (percorso esteso)
Giardino 3,00 Euro
Parco+Giardino 5,00 Euro
Descrizione
A CAUSA DELLE ABBONDANTI PIOGGE IL PARCO RESTERÀ CHIUSO FINO A NUOVA COMUNICAZIONE
Il nucleo originario del Castello risale al XII secolo, periodo in cui la casata dei San Martino si stava affermando nell’area canavesana. La prima trasformazione dell’originario fortilizio venne attuata nel 1646 per volontà del conte Filippo San Martino, consigliere della reggente Maria Cristina di Francia, secondo un progetto che viene fatto risalire ad Amedeo di Castellamonte.
Alla morte di Filippo il Castello si presentava come una struttura sostanzialmente simmetrica a due corti, una interna e l’altra aperta verso il borgo; la facciata est era già caratterizzata dalle due torri-padiglione affacciate sul giardino ordinato a parterre.
Nel 1763 il Castello fu acquistato dai Savoia come appannaggio del secondogenito di Carlo Emanuele III, Benedetto Maria Maurizio, duca del Chiablese: venne allora intrapreso un nuovo, grandioso progetto di riqualificazione del complesso a opera dell’architetto Ignazio Birago di Borgaro. Anche il borgo fu coinvolto nel vasto programma di rinnovamento, con l’edificazione dell’attuale parrocchiale, collegata al Castello da una galleria coperta a due piani, tuttora esistente, la Galleria alle Tribune. Birago chiamò ad Agliè artisti attivi alla corte torinese: i fratelli Filippo e Ignazio Collino per le statue delle fontane, lo stuccatore Giuseppe Bolina per gli apparati decorativi del grande salone d’ingresso. Furono avviati lavori che interessarono le pertinenze dell'edificio: i giardini e il parco, quest'ultimo risolto in termini di rigorosa simmetria verde, con uno specchio d’acqua al fondo, lungo l’asse longitudinale, le cascine e i mulini.
Durante la dominazione napoleonica il Castello fu trasformato in ospizio, il parco venne lottizzato e venduto a privati. Nel 1823, con la Restaurazione, rientrò nei possedimenti reali e, due anni dopo, ebbe inizio l’ultimo intervento di aggiornamento degli appartamenti, voluto dal re Carlo Felice che ne affidò la regia a Michele Borda di Saluzzo. Il Castello fu riarredato da numerose maestranze. Lo scultore Giacomo Spalla allestì la Sala Tuscolana, dove sono tuttora collocati i reperti rinvenuti nella villa Rufinella presso Frascati, proprietà del re e della sua consorte, la regina Maria Cristina di Borbone-Napoli.
Tra il 1830 e il 1840 il parco venne portato all'attuale estensione di 34 ettari e fu radicalmente trasformato da Xavier Kurten: abbandonate le simmetrie verdi, vennero alternate aree di boschi a radure, con piccole collinette, secondo il modello romantico caratterizzato da scorci pittoreschi e suggestivi.
Nella seconda metà dell’Ottocento, dopo la morte di Maria Cristina, avvenuta nel 1849, la residenza passò in eredità al duca di Genova Ferdinando: da sede stagionale della corte, divenne luogo di villeggiatura.
Venduto allo Stato nel 1939, il Castello ha mantenuto i suoi arredi e le sue collezioni che contribuiscono ancora oggi a preservare il fascino di luogo vissuto e amato dai personaggi che lo hanno abitato negli ultimi due secoli.
Servizi
-
Percorsi segnalati
-
Visite guidate
-
Sala convegni
Posizione
Complesso monumentale del Castello Ducale, giardino e parco di Aglié
piazza del Castello - 10011 Agliè (TO)
Contatti
- Tel
- 366 8333372
- drm-pie.aglie@cultura.gov.it
- Website
- http://polomusealepiemonte.beniculturali.it/index.php/musei-e-luoghi-della-cultura/castello-di-aglie/
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Alessandra Gallo Orsi
Carosello galleria

Giardino
Il giardino è caratterizzato ancora oggi dall'impianto voluto da Filippo d'Aglié verso la metá del XVII secolo, su cui è stato innestato, quasi duecento anni dopo, il giardino realizzato per la regina Maria Cristina di Borbone-Napoli, consorte del re Carlo Felice. L'intervento ottocentesco ha comportato l’inserimento di un giardino pensile e di un giardino all'italiana a ovest, mentre a sud si trova un prato all'inglese affiancato da un parco che si estende verso est per un chilometro.

Salone delle Guardie del Corpo
Il Salone delle Guardie del Corpo fu realizzato nel 1770-1771 su progetto dell’architetto Ignazio Birago di Borgaro. Le decorazioni in stucco sono opera del ticinese Giuseppe Bolina, insieme ai suoi collaboratori, e raffigurano motivi vegetali e trofei di caccia, da cui è poi derivata la tarda denominazione di Salone di Caccia, mentre alle pareti restano due paesaggi attribuiti a Scipione Cignaroli, risalenti al 1725 circa, e i ritratti di Carlo Felice di Savoia e della moglie Maria Cristina di Borbone-Napoli, eseguiti dal pittore savoiardo Jacques Berger nel 1816.

Salone d'Onore
Il Salone è caratterizzato dagli affreschi commissionati nel 1665 da Filippo d’Agliè al pittore Giovanni Paolo Recchi per celebrare il capostipite del suo casato, il marchese Arduino d’Ivrea, che era stato anche re d'Italia. Una curiosità: nel riquadro dedicato all’incoronazione a re d’Italia, avvenuta nella Basilica di San Michele Maggiore a Pavia nel 1002, Arduino è rappresentato con il volto di Filippo, trasfiguratosi così nel suo illustre antenato.

Sala cinese
Nella Sala cinese sono conservati oggetti e souvenir di viaggio raccolti dal duca Tomaso di Savoia-Genova durante la sua spedizione in Oriente sulla corvetta Vettor Pisani; un lungo viaggio, durato dal 31 marzo 1879 al 20 settembre 1881, che portò al Castello oggetti di pregio giapponesi come lanterne da tempio, una sciabola wakizashi, armature samurai e i doni del re del Siam Rama V, tra cui una lancia da caccia e gruppi di statuette dorate raffiguranti animali.

Sala Tuscolana
I sovrani Carlo Felice di Savoia e Maria Cristina di Borbone-Napoli vollero realizzare un piccolo museo di antichità romane. In particolare Maria Cristina finanziò e seguì personalmente gli scavi archeologici presso la Villa Rufinella di Frascati e nel 1839 ne affidò la direzione all’architetto e archeologo Luigi Canina. Diversi reperti furono poi trasferiti al Castello di Agliè, dove sono conservati tuttora nella Sala Tuscolana.

Castello di Agliè, facciata verso il Giardino
La facciata seicentesca della residenza, che risale al tempo in cui Filippo San Martino d’Agliè, esponente di una delle più antiche famiglie della nobiltà piemontese, era proprietario del complesso, si compone di due torri che inquadrano il corpo centrale. Dalla terrazza antistante è possibile scendere al livello dei giardini, percorrendo una scenografica scalinata a due rampe progettata su modelli castellamontiani.
