Tipo Luogo:
Archivio di Stato
Archivio di Stato di Mantova
Apertura
Prenotazione Facoltativa
Orario di apertura:
- Lun
- 08:30 - 13:30
- Mar
- 08:30 - 13:30
- Mer
- 08:30 - 13:30
- Gio
- 08:30 - 13:30
- Ven
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- 08:30 - 13:30
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- Chiuso
Informazioni apertura
InfoDescrizione
L’Archivio di Stato di Mantova fu istituto con regio decreto n. 4511 del 24 luglio 1868, atto con cui il Ministero della Pubblica istruzione, all’epoca ministero di riferimento per l’amministrazione di una parte degli Archivi di Stato italiani, approvò il “ruolo degli impiegati dell’Archivio di Mantova”, in servizio presso il dissolto Archivio governativo nato nel 1786 durante la dominazione asburgica della provincia mantovana.
L’Istituto raccolse la documentazione di pertinenza degli organi amministravi e giudiziari insistenti nel territorio mantovano a partire dal 1787, accogliendo inoltre la documentazione degli uffici periferici statali della provincia non più utilizzata per la gestione degli affari correnti.
La sede dell’Istituto al momento dell’erezione rimase la medesima dell’Archivio Governativo, ovvero il Castello di San Giorgio, fino al trasferimento in via Ardigò presso l’ex collegio gesuitico negli anni ’10 del Novecento. Con convenzione del 30 giugno 1899, ratificata con Regio Decreto n. 502 del 19 luglio, l’Archivio di Stato ricevette in deposito dall’amministrazione comunale di Mantova gli atti anteriori al 1787, compreso il prezioso Archivio Gonzaga. La convenzione stabilì che il deposito sarebbe stato revocato solo in caso di soppressione dell’Archivio di Stato.
L’Istituto ha svolto e continua a svolgere le sue funzioni di tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio archivistico locale, sotto la giurisdizione del Ministero per i beni e le attività culturali (ora Ministero della Cultura) subentrato nel 1975 al Ministero dell’Interno che fin dal 1874 aveva avuto competenza sull’amministrazione archivistica italiana.
L’Archivio di Stato di Mantova conserva documenti a partire dal secolo XI, (quando Mantova faceva parte del dominio di Matilde di Canossa) del periodo comunale, della signoria dei Bonacolsi e soprattutto dei Gonzaga, che hanno retto le sorti della città per quasi quattro secoli (1328-1707), facendone la capitale di una corte piccola ma di raffinata temperie culturale, crocevia fondamentale della civiltà del Rinascimento, dove hanno trovato alte forme di espressione le arti, la musica, il teatro, la letteratura.
L’archivio Gonzaga in particolare è uno fra i più completi e omogenei archivi di famiglie che hanno governato in età moderna; esso rappresenta il nerbo portante della storia mantovana politica, sociale, economica, amministrativa, artistica, di epoca medievale e moderna, ma la sua importanza travalica di gran lunga i confini locali. Grazie infatti alla committenza gonzaghesca dei secoli XV-XVII, legata alle figure del marchese Ludovico, di Isabella d’Este, dei duchi Federico II, Guglielmo, Vincenzo I e Ferdinando, Mantova richiama artisti quali Donatello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Luca Fancelli, Giulio Romano, Antonio Maria Viani, Pietro Paolo Rubens, Nicolò Sebregondi, e musicisti come Jacques de Wert e Monteverdi. Di tutto ciò rimane testimonianza nelle copiose serie della corrispondenza gonzaghesca, ma anche nei contratti dotali, nei lunghi inventari notarili di beni, gioielli, oggetti d’arte, in codici e pergamene impreziosite da miniature di squisita fattura.
A partire dal Quattrocento inoltre la rete della diplomazia gonzaghesca garantisce un flusso quotidiano di informazioni trasmesse pressoché ogni giorno dalle altre corti e dai principali stati italiani ed europei. Le relazioni di ambasciatori, oratori e residenti costituiscono ancora oggi miniere inesauribili di notizie che consentono di ricostruire vicende storiche di respiro europeo.
Oltre all’archivio Gonzaga notevoli per qualità e consistenza sono gli archivi del periodo asburgico, napoleonico e della Restaurazione, così come gli archivi notarili, catastali, degli enti ecclesiastici, delle corporazioni artiere. Sono inoltre conservati archivi di famiglie e di persone, pervenuti all'Archivio di Stato mediante donazioni o depositi, quali l'archivio dei Gonzaga di Castiglione delle Stiviere, l'archivio dei conti Castiglioni di Mantova, discendenti di Baldassarre Castiglioni, l'autore de Il Cortegiano, l'archivio gentilizio Cavriani, depositato nel 1988. Ultimi, ma non meno importanti, sono gli archivi fotografici Calzolari, Giovetti, e Benatti, acquistati rispettivamente nel 1997, nel 1999 e nel 2000.
Il patrimonio conservato occupa circa 28.000 metri lineari di scaffalature per un totale di oltre 250.000 pezzi cartacei (buste, registri, volumi, fascicoli), più di 6.000 pergamene, circa 14.000 mappe e disegni, oltre a sigilli, monete, stampe.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-04-14 17:59:40 / Ultimo aggiornamento 2024-03-27 08:31:56
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