Tra orti e frutteti: la vita in Certosa tra autoproduzione e sostenibilità. Apertura straordinaria e visite tematiche
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InfoDescrizione
Il Museo Nazionale della Certosa Monumentale di Calci per le Giornate Europee del Patrimonio 2022 sarà aperto straordinariamente con speciali visite alle aree verdi attigue al monastero solitamente chiuse al pubblico.
Passeggiando tra orti, peschiere e frutteti, si potrà approfondire il tema dell'autoproduzione della comunità certosina di Calci, un esempio di stile di vita sostenibile basata sui concetti di territorialità, stagionalità e armonia con la natura.
Come tutti i monasteri anche la certosa racchiudeva all’interno delle sua mura un articolato microcosmo in cui si combinavano perfettamente le esigenze spirituali e materiali insieme al rispetto per il paesaggio circostante in un'ottica di armonia ed equilibrio.
Gli spazi ortivi e i frutteti erano luoghi meravigliosamente incastonati nel contesto naturale circostante, tra le colline dolcemente digradanti verso la pianura pisana. Qui gli annessi agricoli, completamente separati dal recinto claustrale, occupavano tutta l’area compresa tra il muro che segna la clausura dei Padri e la cinta muraria esterna.
Gli orti erano disposti nell’area sud del complesso e avevano una struttura a griglia ortogonale, come già raffigurava la veduta della Certosa dipinta alla fine del Seicento dal certosino lucchese Stefano Cassiani. Accanto agli orti vi era la vigna, salendo si trovava la zona boschiva con piante di alloro, lecci e olmi: questo era il bosco incolto che, secondo la simbologia religiosa, rappresenta l’animo travagliato dell’essere umano in contrasto con l’ager cultus ovvero il campo coltivato che rappresenta l’animo eletto degli eremiti.
Lungo il lato a nord del complesso vi erano il frutteto e l’uliveto, che si estendevano oltre la cinta muraria esterna verso il monte dove i monaci possedevano anche un castagneto per la produzione della farina dolce.
Il tutto era percorso da un complesso sistema di approvvigionamento e distribuzione idrica realizzato alla fine del XVIII secolo: un documento del 1777 racconta che "fatta venire l’acqua dalla casa del podere del marchese Ricciardi sino al muro del nostro monte e di lì fino alla peschiera di vigna, per un righinetto fatto con zappini e canali di legno posti sopra i botri per fare una prova, se si può poi incanalarla per farla venire in Certosa per gli usi comuni, giacché la nostra fonte va mancando". L’acqua che arrivava dal monte veniva raccolta nelle vasche e attraverso i condotti raggiungeva la parte più bassa occupata dagli orti e dalle vigne. Qui si trovavano le peschiere, ancora oggi esistenti, per l’allevamento di tartarughe acquatiche, anguille, gamberi neri e trote 'ad uso alimentare'. Naturalmente a questi spazi erano annesse le stalle, i granai, i fienili e i vari laboratori come quello della lana, l’officina del fabbro, l’officina olearia con il frantoio, i forni per il pane.
Le visite "Tra orti e frutteti: la vita in Certosa tra autoproduzione e sostenibilità" in programma alle ore 14.30, 15.00, 16.00 e 16.30, sono curate dal personale del Museo con il supporto delle operatrici didattiche dell’associazione Feronia e grazie alla disponibilità del Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa.
Posizione
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- drm-tos.certosadicalci@cultura.gov.it
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- http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it/