SINUS VIBONENSIS - Un mare di storia
Descrizione
Giovedì 19 settembre 2024, alle ore 17:00, a Vibo Valentia, Museo archeologico nazionale “Vito Capialbi”, nell’ambito delle iniziative in programma per il 250° anniversario della fondazione della Guardia di Finanza, sarà inaugurata la mostra “Sinus Vibonensis. Un mare di storia”. A seguire concerto dell’orchestra di Fiati del Conservatorio di Musica “Fausto Torrefranca” di Vibo Valentia.
Che cos’è un Museo se non il luogo in cui si preserva la memoria storica di una comunità.
Cos’è un Museo se non il luogo in cui si educano le future generazioni all’importanza che lo sviluppo di un territorio avvenga su solide basi culturali.
Cos’è un Museo se non il luogo in cui tutto questo avviene in profonda sinergia con le altre Istituzioni che operano sul territorio, con competenze diverse ma nel comune obiettivo di rendere migliore la vita dei cittadini.
Il Museo archeologico nazionale di Vibo Valentia nell’essere chiamato ad ospitare, con grande onore, la festa delle donne e degli uomini della Guardia di Finanza, in occasione del 250° anniversario della fondazione del corpo, ha scoperto come Essa, proprio dal porto di Vibo Valentia, con il suo Reparto Operativo Aeronavale, eserciti la sua competenza su tutto il mare Calabrese, con attività di controllo che spaziano dallo Ionio al Tirreno, dal golfo di Policastro, alle Eolie, allo stretto di Messina.
Questo fenomeno è il frutto di un processo storico dalle radici profonde, da quando questo braccio di mare fu solcato dai marinai Fenici e poi Greci che navigavano verso l’Etruria, attraversando il “Poros Tyrrenos”, ovvero lo stretto di Messina, fino alla nascita nel VII secolo a.C. della polis di Hipponion, in un territorio che prese e che prende ancora oggi il nome di “Poros”, ovvero passaggio, transito ininterrotto di popoli e culture….
Questo braccio di mare, questo golfo (oggi detto di S. Eufemia) che gli indigeni chiamavano “Veip”, fu poi denominato dagli antichi “Sinus Vibonensis”, poiché grazie ad un porto costruito dal potente re di Siracusa Agatocle, divenne il luogo in cui si costruivano navi da guerra e si scambiavano merci da e per tutto il Mediterraneo, tanto che le monete della polis di Hipponion erano caratterizzate proprio dall’immagine dell’anfora utilizzata per il trasporto del vino.
Questo porto fu strenuamente difeso dai Romani durante le guerre puniche, e le acque antistanti ad esso furono teatro di scontri epocali contro la flotta cartaginese. Lo stesso avvenne all’epoca delle guerre civili, poiché qui aveva sede la flotta del grande Giulio Cesare che ottenne proprio qui importanti vittorie contro Pompeo.
Sempre qui ebbe la sua base navale Marco Agrippa, il grande generale genero di Ottaviano, il futuro primo imperatore Augusto. Proprio da qui partì la flotta che consentì ad Agrippa di vincere la battaglia del Nauloco contro Sesto, figlio di Pompeo, aprendo ad Augusto la via dell’impero.
E da qui, ancora nel VI secolo d.C., si spediva a Roma il legname per costruire il tetto della basilica di S. Pietro….
….e ancora qui, dopo 2000 anni, con la battaglia di Porto Santa Venere, avvenne il primo sbarco alleato sul suolo italiano, che aprì alle armate inglesi e americane la strada per la conquista del Sud Italia durante la seconda guerra mondiale.
…da questo, e da molto altro, nasce “Sinus Vibonensis, un mare di storia”, una mostra che verrà presentata insieme alla Guardia di Finanza, per ricordare a tutti i Vibonesi che Vibo fu anche, e soprattutto, una grande città di mare.
Un ringraziamento al Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Col. Eugenio Bua e al Comandante del Reparto Operativo aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia Ten. Col Alberto Lippolis, per la preziosa occasione di collaborazione istituzionale.
Grazie agli archeologi Manuel Zinnà, Marianeve Vallone e Cristiana La Serra, che sotto la sapiente guida dell’archeologa Dott.ssa Marilena Sica hanno realizzato il percorso scientifico dell’esposizione.
Grazie allo storico Antonio Montesanti, studioso del mare vibonese e della sua storia, per il prezioso contributo fornito ai contenuti scientifici della mostra.
La mostra resterà aperta al pubblico fino al 28 febbraio 2025
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