Tesori ritrovati: storie di crimini e di reperti trafugati
La mostra rappresenta l’esito finale di un articolato percorso di indagini e attività di ricerca, realizzato nell’ambito del protocollo d’intesa siglato tra il MANN la Procura della Repubblica di Napoli.
Tale iniziativa, raccogliendo i risultati delle indagini, intende trasmettere un messaggio di grande rilevanza, affinché si comprenda che il furto e il traffico illecito di opere d’arte non rappresenta soltanto un reato contro il patrimonio culturale, ma intacca in modo profondo la nostra storia e la nostra identità nazionale.
L’intento non è solo sensibilizzare sul valore inestimabile del nostro patrimonio culturale, ma anche stimolare un impegno attivo nella sua tutela.
Il percorso espositivo svela le dinamiche del mercato illegale delle opere d’arte e i danni irreversibili causati dal saccheggio e dalla distruzione del patrimonio culturale.
L’esposizione si articola in cinque sezioni tematiche. Il viaggio prende avvio con un’analisi del collezionismo, una pratica dalle radici antiche che, nel corso del tempo, ha spesso alimentato scavi clandestini e traffici illeciti, portando alla dispersione di innumerevoli contesti archeologici.
La sezione successiva esplora le dimensioni internazionali del fenomeno, evidenziando le rotte privilegiate del traffico illecito, i meccanismi di esportazione clandestina e le strategie adottate, sia a livello nazionale che globale, per contrastarne la diffusione. Il percorso prosegue con l’approfondimento di casi giudiziari e investigativi che hanno avuto grande risonanza mediatica per la loro gravità. Uno degli aspetti più insidiosi del mercato nero dell’arte è il fenomeno delle falsificazioni, che costituisce il tema della penultima sezione della mostra. Infine, il percorso si chiude con una riflessione sulla perdita irreparabile di opere trafugate e mai recuperate: capolavori la cui sorte resta avvolta nel mistero, a testimonianza che la lotta alla dispersione del patrimonio culturale non deve fermarsi.
La mostra costituisce un’importante occasione per presentare al pubblico, per la prima volta, una selezione di circa 600 oggetti tra i più rappresentativi tra quelli dissequestrati. Si tratta di un insieme straordinariamente eterogeneo di manufatti, che non si limitano
alla sola Campania, ma abbracciano un’area più ampia, estendendosi all’intero Mezzogiorno e oltre. La loro varietà restituisce uno spaccato significativo delle produzioni artigianali e delle manifestazioni artistiche che si sono susseguite dall’età arcaica al Medioevo.
Tra i materiali recuperati spiccano diverse classi di ceramiche, dalle più antiche, come la ceramica di impasto, italo-geometrica, enotria e daunia, fino alla ceramica corinzia ed etrusco-corinzia, il bucchero e la ceramica attica a figure nere e rosse. A queste si affiancano splendidi esempi di ceramica figurata di produzione campana, lucana e apula, insieme a manufatti di uso quotidiano, come le ceramiche a vernice nera e acrome. Oltre alla ceramica, la mostra espone un’ampia selezione di oggetti in bronzo, tra cui armature, armi, ornamenti personali e vasellame, nonché un significativo numero di terrecotte figurate, databili tra il VI e il II secolo a.C. Non mancano, inoltre, elementi marmorei di epoca romana, un tempo parte dell’arredo di abitazioni private, numerosi reperti subacquei e una vasta collezione di monete greche, romane e medievali. L’eccezionale stato di conservazione di molti di questi reperti suggerisce che appartenessero soprattutto ad antiche sepolture, purtroppo intercettate e saccheggiate dagli scavatori di frodo per alimentare il mercato clandestino di beni archeologici. Molti di questi manufatti hanno subito processi irreversibili di dispersione e perdita della loro storia, ma oggi, grazie a un lungo e meticoloso lavoro di recupero, catalogazione e studio, tornano a far parte del nostro patrimonio collettivo.
Da Pietro Fabris a Vincenzo Gemito. Nuove acquisizioni del MANN
Negli ultimi due anni le collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli si sono arricchite di nuove opere, sia a titolo di acquisto sia per donazione. Sono acquerelli, gouaches, incisioni, fotografie d’epoca (con vedute delle sale del Museo e di Pompei), copie ottocentesche dei più celebri tra i nostri bronzi antichi. La mostra Da Pietro Fabris a Vincenzo Gemito. Nuove acquisizioni del MANN propone al pubblico una selezione di 100 tra questi pezzi.
Tra gli acquisti, spiccano il grande acquerello tardo settecentesco dell’artista romano Filippo Maria Giuntotardi (1768–1831) – con una delle più antiche vedute di Pompei (Porta Ercolano) – e la replica della statuetta pompeiana in bronzo del Narciso, realizzata dallo scultore napoletano Vincenzo Gemito (1852–1929).
Tra i doni, i ventitré disegni preparatori offerti dallo studioso e collezionista Carlo Knight (di cui 8 in mostra) permettono di ricostruire con più accuratezza la storia de Le Antichità di Ercolano Esposte. La donazione di Ernesto Bowinkel arricchisce, invece, le collezioni fotografiche del Museo con alcune migliaia di positivi e circa duecento negativi su lastra, tutti legati alla storia del viaggio in Italia, di cui Napoli e le sue antichità furono una tappa fondamentale.
Tutte queste opere documentano tra le altre cose l’immensa fortuna che il Museo Nazionale ha avuto nel corso del tempo. Un museo molto speciale quello di Napoli – che nel 2027 compirà 250 anni – per il suo essere non solo custode di un patrimonio
ricchissimo, ma anche testimone, come pochi altri, di quel profondo legame che il mondo moderno ha sempre avuto con l’antichità classica almeno dal ‘500 fino a oggi.
https://mann-napoli.it/nuove-acquisizioni-del-mann/
Documentare gli Scavi: Pompei nelle imprese editoriali del Regno 1740–1850
La mostra è dedicata al processo di documentazione degli scavi di Ercolano e Pompei che si riversò nelle pubblicazioni ufficiali sponsorizzate da diversi regnanti di Napoli, da Carlo di Borbone a Ferdinando II, passando per Gioacchino e Carolina Murat.
Le ventisei opere in mostra nella sala del Plastico di Pompei, vengono dai fondi del MANN: dalla Biblioteca, dall’Archivio Storico, dall’Archivio Disegni e Stampe, e dalla raccolta dei rami della Stamperia Reale. Oltre a Le Antichità di Ercolano Esposte (1757–92), con annessi rami e disegni preparatori, il pubblico potrà ammirare la copia di Rami Inediti appartenuta a Carolina Murat, alcune gouaches di Francesco Morelli, e rare veline di Giuseppe Marsigli.
L’esposizione dialoga con l’istallazione permanente del grande plastico di Pompei, realizzato tra il 1861 e il 1879. Come si svolgevano gli scavi a Pompei nel primo secolo dopo la scoperta? Perché le pitture erano asportate? A quando risale la prima idea di lasciare le pitture in situ? E quali erano i rischi? Dalle prime imprese settecentesche fino a metà dell’Ottocento, diverse tecniche di documentazione, conservazione e restauro furono sperimentate. Non tutte ebbero successo, e i disegni prodotti nel processo rimangono talvolta l’unica fonte per ricostruire una pittura andata perduta. Le opere in mostra raccontano questa storia.
ATTIVITA' DIDATTICHE
In occasione delle Vacanze pasquali, nell’ambito di un programma che coinvolge i maggiori siti del Patrimonio culturale italiano, Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, in collaborazione con Coopculture propone:
PASQUA A COLORI
Multicolor
Un giorno da Archeologo
Una esperienza da vivere durante le vacanze pasquali per riscoprire il piacere di stare insieme, godendo di ritmi lenti. Per questa occasione Coopculture ha pensato ad una attività assai emozionante, per tutti. Il mestiere dell’archeologo è da sempre un sogno per grandi e piccini. Con la guida di un operatore esperto, si attraverseranno le sale del Museo in visita ai reperti, narrandone la provenienza e le circostanze di ritrovamento, ed in laboratorio, simulando il delicato procedimento di smontaggio degli strati, catalogando tutto quanto viene alla luce, si potrà provare il rigoroso metodo degli archeologi. Un’ avvincente momento dedicato a grandi e piccini che si ritrovano insieme in occasione delle vacanze pasquali.
Per chi
Adulti singoli; famiglie; gruppi
Durata 2 h
Quando: 18, 19 aprile h. 11,30
Attività in italiano
PASQUA A COLORI
Blue
Le Muse
Una esperienza unica per un pubblico incluso, dedicata alla espressione non verbale. Le Muse, deputate alla diffusione ed al patrocinio delle arti, conducono, come mute assistenti alla comprensione degli oggetti, attraverso un linguaggio codificato (CAA) che consente alla visitatrici ed ai visitatori di interagire, esprimersi e scegliere elaborando quanto appreso. Un viaggio magico e straordinario. Per tutti!
Per chi
Adulti singoli; famiglie; gruppi
Durata 2 h
Quando: 18, 19 aprile h. 11,45
Attività in italiano
Nuovo allestimento del Salone della Meridiana
Il Salone della Meridiana ha una nuova veste, ispirata all’allestimento realizzato sotto la Direzione di Amedeo Maiuri, nel 1927.
Dell’allestimento voluto dal Maiuri si recuperano oggi diversi elementi: due panche ottagonali del 1907, alcune vasche, tra cui quella in pavonazzetto identificata nei depositi e ricomposta, nonché due labra, che facevano parte della collezione di Carolina Murat; il labrum in rosso antico da Pompei su base della fine del XVIII secolo e quello settecentesco, con sostegno a tripode con teste leonine.
Sul fondo del Salone sono collocati i due celebri candelabri in marmo di Piranesi, esempio sapiente del riuso neoclassico di frammenti antichi "ricombinati" in un'opera moderna. Infine due statue antiche raffiguranti le muse Urania ed Erato e provenienti da Ercolano richiamano la gloria delle Arti, raffigurata nell'affresco del Bardellino sulla volta del Salone.