Paesaggi e contesti negli archivi fotografici della Soprintendenza. Visione aulica e sguardo interpretativo.
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Descrizione
L’iniziativa propone di avvicinare il pubblico, attraverso i canali web e social media, al tema del paesaggio attraverso una selezione significativa di immagini analogiche dell’archivio fotografico storico realizzate su diversi supporti, dai negativi su lastra di vetro risalenti alla fine dell’Ottocento alle pellicole flessibili di cellulosa, alle stampe e alle diapositive. L’archivio fotografico, articolato nelle due sezioni dedicate ai beni storico-artistici e architettonici e dei beni archeologici, raccoglie un ingente patrimonio documentale, costruito nell’ambito della ordinaria attività di tutela e protezione del patrimonio culturale e del paesaggio, che dà conto dell’approccio via via differente al tema della fotografia di paesaggio.
Nelle campagne fotografiche documentali dei primi decenni del Novecento il metodo della rappresentazione vedutistica viene rivelato dalla centralità degli elementi di spicco e monumentali o dall’accento posto alla rappresentazione di elementi estetizzanti che esaltano, ad esempio, i caratteri del paesaggio bucolico nei suoi elementi naturali e antropici. Nei decenni successivi prevale invece un approccio documentaristico incardinato sullo sguardo interpretativo dell’autore – di norma un funzionario preposto alla tutela – che, per il tramite di una visione soggettiva e tecnica, tenta di immobilizzare nella sintesi fotografica gli aspetti estetici o emozionali, strutturali o estemporanei, problematici o virtuosi del paesaggio. Emerge una specifica volontà di documentare il mutamento, sia esso inerente alla scoperta e alla rinascita del patrimonio monumentale nei numerosi cantieri di scavo archeologico e di restauro, sia finalizzato a rilevare fenomeni di profonda trasformazione del territorio.
In sostanza, si tratta di una fotografia che rileva e rivela. E non solo i dati percettivi. Indaga invece i segni e gli elementi di sistemi di relazioni (spaziali, funzionali, ambientali, visive e simboliche …) tra elementi naturali e antropici, nell’intento di registrare le “invarianti”, spesso lette come elementi di qualità, e gli elementi strutturali dei fenomeni di mutamento in atto.
Il tentativo è quanto mai estremo: comprendere, per il tramite della fotografia, le dinamiche di trasformazione del territorio e finanche prevederne gli sviluppi.