MANN 8 marzo 2024 Giornata internazionale della donna
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Descrizione
8 marzo 2024
Giornata internazionale della Donna
Ingresso gratuito a tutte le donne per visitare le collezioni permanenti e le mostre temporanee
"Gli
dei ritornano. I bronzi di San Casciano"
in
mostra dal 16 febbraio al 30 giugno 2024
La mostra presenta le straordinarie scoperte
effettuate nel 2022 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno
Grande di San Casciano dei Bagni. L’allestimento, a cura del Direttore generale
Musei, Massimo Osanna e di Jacopo Tabolli, professore dell’Università per
Stranieri di Siena, si snoda come un viaggio attraverso i
secoli all’interno del paesaggio delle acque calde del territorio
dell’antica città-stato etrusca di Chiusi.
Presso il Bagno Grande è emersa parte del santuario etrusco e romano eretto attorno
ad una vasca costruita in blocchi di travertino, profonda oltre quattro metri.
La vasca esisteva già in età etrusca e poi fu ristrutturata e ingrandita
durante il regno dell’imperatore Tiberio (I secolo d.C.) e accolse offerte
votive fino al IV secolo d.C. Le offerte più antiche con statue si datano a
partire dal III secolo a.C. e per tutto il II e il I secolo a.C. Sono state
rinvenute deposte assieme nei primi decenni del I secolo d.C., a oltre tre
metri di profondità e sotto un compatto strato di tegole. Gli unici reperti che
provengono dallo strato di tegole sono un fulmine in bronzo e una freccia in
selce che potrebbero rappresentare un fulgur conditum (il rito
del fulmine sepolto). Secondo il principio dell’ars fulguratoria (l’arte di
interpretare i fulmini), di tradizione etrusca, ciò che all’interno di un
tempio o di un santuario veniva colpito da un fulmine doveva essere sepolto sul
luogo stesso del prodigio e il fulmine stesso doveva essere “sepolto”. Il luogo
del seppellimento – in questo caso la vasca stessa – veniva chiamata bidental.
Oltre venti statue e statuette, migliaia di monete in bronzo ed ex-voto
anatomici raccontano una storia di devozione, di culti e riti ospitati in
luoghi sacri dove l’acqua termale era usata anche a fini terapeutici.
L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda
ha permesso anche di tramandare lunghe iscrizioni in etrusco e latino che
raccontano delle genti che frequentavano il luogo sacro, delle divinità
invocate e della compresenza di Etruschi e Romani attorno all’acqua calda.
La mostra, al MANN per la sua seconda tappa dopo l’esposizione presso le
Scuderie del Quirinale, si arricchisce di quattro ‘nuovi’ pezzi fondamentali.
La statua in bronzo di una figura femminile con le mani aperte per la preghiera
e che indossa un chitone e un mantello, rinvenuta nell’insieme di offerte
all’interno della vasca sacra, in un gruppo di statue che abbracciavano un
grande tronco di quercia.
Il secondo è la base di un donario in travertino, che eccezionalmente presenta
un’iscrizione ‘bilingue’. La metà destra dell’iscrizione è redatta in etrusco,
da destra a sinistra, mentre la metà sinistra è in latino, con una lettura da
sinistra a destra. Si tratta di un documento eccezionale dell’uso pubblico
dell’etrusco ancora all’inizio dell’età augustea. L’espressione dell’entità
della divinità, che sta parlando nelle due lingue, sintetizza l’esistenza di destinatari
diversi in comunità molteplici accolte dal santuario, con l’esigenza di essere
compresi da tutti.
Dalla campagna di scavo del 2023 al santuario del Bagno Grande provengono
numerosi nuovi bronzi, riconducibili alle pratiche religiose e rituali di questo
luogo di cura termale. Tra questi, benché di piccole dimensioni, spicca un
reperto che può essere inserito nel gruppo degli ex-voto anatomici. Si tratta
probabilmente di un rene in versione miniaturistica. Infine, intagliato in un
prezioso frammento di cristallo di rocca bianco e perfettamente trasparente,
con rare e impercettibili impurità, un pendente a forma di pesciolino. Il
cristallo di rocca era ritenuto nell’antichità portatore di numerose proprietà
benefiche e mediche, oltre ad essere usato come lente ustoria per curare le
ferite, ed essendo creduto ghiaccio pietrificato era reputato utile a
preservare il sonno dei defunti e ritardarne il disfacimento del corpo. Si data
ai primi decenni del I sec. a.C. ed è stato rinvenuto presso la sorgente di
acqua fredda esterna al tempio, dentro un focolare, in connessione con una lama
di coltello in ferro. Evidentemente parte di un’azione rituale avvenuta prima
delle trasformazioni del tempio seguite alla caduta del fulmine in età
tiberiana.
https://mann-napoli.it/gli-dei-ritornano/
VISITA GUIDATA GRATUITA alla MOSTRA alle ore 16.00
In occasione della giornata della donna, una visita gratuita per visitatrici e visitatori della Mostra a cura di COOPCULTURE, per celebrare questo momento di riflessione molto importante per la comunità.
Basandosi, tra le altre figure, su quelle femminili in bronzo esposte, l’attenzione sarà concentrata sulla donna e il suo ruolo nella società etrusca e poi romana, soprattutto per quello che riguarda le pratiche cultuali, nelle quali l’immagine della divinità e dell’offerente erano fuse in un’unica espressione di devozione e sacralità. Esplorando il senso del sacro legato al mondo muliebre, questo potrà essere una chiave di riflessione e di dialogo, per meglio comprendere situazioni sociali complesse nel mondo antico che trovano riscontro in quello contemporaneo.
- House
of the lobster di Philip Colbert
in mostra dal 26 gennaio al 1 aprile 2024
L'artista britannico Philip Colbert nasce in
Scozia e oggi vive e lavora a Londra. Grazie al personaggio dell'aragosta in
versione cartoon e ai suoi magistrali dipinti storici iper pop vanta un seguito
globale. Il suo lavoro esplora con forza i modelli della cultura digitale
contemporanea, con cui intesse un dialogo storico-artistico più profondo. La
sua ossessione per l'aragosta è radicata nel simbolismo storico che l'aragosta
incarna nell'arte, nel linguaggio e nel tempo.
In HOUSE OF THE LOBSTER, Colbert rende omaggio alle radici della mitologia
dell'aragosta attraverso un'affascinante serie di opere ispirate alla
collezione di mosaici del Museo provenienti da Pompei. La mostra non si limita
a illustrare il significato dell'aragosta attraverso la storia dell'arte, ma
contempla anche i temi più ampi della mortalità, del conflitto e della natura
ciclica dell'esistenza.
Al centro della mostra c'è un mosaico con fauna marina, con al centro una
battaglia tra un'aragosta, una murena e un polpo. Il significato profondo di
questo intricato conflitto, racconta l'artista, lo ha portato a produrre le
scene di lotta sottomarina della serie Pompeii (2023 – presente) qui esposte.
Colbert esplora la lotta senza tempo simboleggiata nel mosaico dall'aragosta,
dalla murena e dal polpo, tessendo una narrazione di conflitto perpetuo.
https://mann-napoli.it/house-of-the-lobster-2/
Posizione
Museo archeologico nazionale di Napoli
Piazza Museo - 80135 Napoli (NA)
Contatti
- Tel
- 0814422111
- man-na.comunicazione@cultura.gov.it
- Website
- www.museoarcheologiconapoli.it
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