Le acque superficiali e sotterranee dell'Irpinia: una ricchezza da governare
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Descrizione
Le acque sotterranee e superficiali dell’Irpinia
costituiscono la maggiore ricchezza del territorio e il principale serbatoio idrico
naturale dell’intero Mezzogiorno. Basta citare il nome Irpinia per rievocare le ingenti
fonti idriche di Caposele, di Cassano Irpino e di Serino, da cui
traggono alimentazione i più importanti acquedotti del meridione
d’Italia. Sulla base dell’attuale assetto infrastrutturale, le acque dell’Irpinia
ricadono, infatti, al centro di un complesso sistema di interscambi idrici
interregionali, per quanto concerne il comparto potabile ed irriguo. Eppure, le
popolazioni irpine stanno vivendo l’alternarsi di fenomeni di siccità e
di concentrazioni delle piogge, che insieme mettono in forse la certezza della
disponibilità d’acqua ed espongono al rischio ricorrente di frane e
alluvioni. Uno dei maggiori motivi di preoccupazione degli enti gestori di
acquedotti è il pericolo di depauperamento delle risorse idriche;
depauperamento che può avvenire per cause naturali (ad esempio: minore
alimentazione degli acquiferi e/o degli invasi, dovuta a diminuzione degli
afflussi meteorologici) o per cause antropiche (ad esempio: emungimenti superiori ai
quantitativi idrici di alimentazione; inquinamento delle acque, a cui
segue necessariamente una minore disponibilità di risorsa).
L’acqua, da abbondante ricchezza, è diventata un problema che richiede
risposte non più rinviabili anche in Irpinia. Come affrontarlo? Come mettersi
nelle condizioni di prevenire il ripetersi di “emergenze naturali” ormai
prevedibili? Il convegno intende mettere a disposizione un quadro accurato
delle conoscenze in materia di risorse idriche. In particolare la
scuola, essendo anche un centro di ricerca della realtà che la circonda, "il territorio", deve diventare sempre di più il centro dell’azione didattica
educativa finalizzata soprattutto alla salvaguardia delle tre matrici ambientali:
Suolo, Acqua e Aria.
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