I colori del mito 6 #icoloridelmito

Nato da un atto cruento.

Dal sangue della Gorgone Medusa quando Perseo la decapitò.

È Pegaso. Il divino cavallo alato.

Incredibile. Meraviglioso. Selvaggio.

Solo Bellerofonte, l’eroe di Corinto, riuscì a domarlo grazie a un morso d’oro che la dea Atena gli aveva fornito.

E cavalcandolo gli fu possibile compiere mirabili imprese. Uccidere la Chimera e combattere le Amazzoni.

Magico destriero capace di attraversare, libero, il cielo. Di salire fino alla casa degli dei.

Di custodire il tuono e la folgore di Zeus.

Ma anche di scendere nelle profondità del mondo ctonio, infero, trasportando le anime dei morti e generando acque sotterranee.

Il suo nome è infatti legato al greco peghé, sorgente.

E fonti miracolose il cavallo faceva sgorgare con un solo colpo di zoccolo.

Fonti come l’Ippocrene, sul monte Elicona, abitato dalle Muse, dove all’acqua si attribuiva il prodigioso effetto di infondere l’ispirazione poetica.

L’ultima corsa fu il volo verso quel punto del cielo nel quale gli antichi fissarono la sua costellazione, citata anche nell’Almagesto di Claudio Tolomeo nel II secolo d.C. Ben visibile nelle notti autunnali dell’emisfero boreale, è un insieme di stelle tra cui la 51 Pegasi intorno alla quale ruota il primo pianeta extrasolare identificato nel 1995 e chiamato Bellerophon.

#amandazanone