GEP 2024 - Per acqua e per terra: ponti e strade dell'antico Stato lucchese
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Descrizione
Nel saggio Vita lucchese nel Settecento (1905), Cesare Sardi, illustre storico e letterato locale, attribuiva alla prudenza politica più che alla negligenza quel «difetto delle facili comunicazioni» che per secoli aveva caratterizzato la città di Lucca, la quale, costretta dalla sua debolezza ad «ad essere guardinga e vigilante contro le insidie altrui, erasi mantenuta in uno stato di eccessivo isolamento dai paesi vicini».
Del medesimo avviso era già stato l'archivista di Stato e storico Salvatore Bongi, che così si era espresso: «benché gli antichi nostri usassero di allontanarsi spesso dal luogo nativo e vivere tra i forestieri, ed anche fossero soliti mantenere con questi ogni sorta di relazioni e di corrispondenze, pure non poterono mai vincere una certa sospettosa gelosia verso gli Stati che circondavano il loro piccolo territorio, e quindi pare che sentissero ripugnanza a rendere più facili le materiali comunicazioni di esso coi vicini» (Inventario del R. Archivio di Stato in Lucca, vol. III).
Se si guarda alla documentazione conservata e agli studi su di essa condotti, si coglie l'inversione di tendenza avviata in età baciocchiana e poi proseguita durante il ducato borbonico, quando cioè l'intero sistema delle vie di comunicazione e delle infrastrutture fu oggetto di una complessiva ridefinizione, mentre, per il periodo precedente, emerge un quadro di progressivo ripiegamento su una dimensione prevalentemente locale del sistema viario, e un interesse del governo a garantire soprattutto i collegamenti interni allo Stato, trascurando quelli a più lungo raggio.
Eppure in epoca romana Lucca era stata un importante centro stradale, ed anche in età medievale aveva mantenuto questa rilevanza, perché il suo territorio era compreso nel circuito della via Francigena (o Romea), un fitto reticolo di tracciati viari che collegava l'Europa nord-occidentale a Roma, percorso da una varia umanità in cui spiccavano i pellegrini diretti verso i grandi luoghi di culto. Lucca era una delle tappe principali dei percorsi del pellegrinaggio, soprattutto per la presenza del Volto Santo custodito nella sua Cattedrale.
Al tema delle vie di comunicazione è dedicata la mostra documentaria che l'Archivio di Stato di Lucca propone in occasione delle prossime Giornate Europee del Patrimonio e della Domenica di Carta, intitolata Per acqua e per terra: ponti e strade dell'antico Stato lucchese.
Attraverso una selezione di documenti testuali, fonti narrative, mappe e disegni tratti da vari fondi saranno illustrati alcuni aspetti legati al tema della mostra: la centralità delle istituzioni religiose, durante i primi secoli del Medioevo, nell'opera di costruzione e manutenzione di ponti e strade, il progressivo coinvolgimento del potere civile nella cura della viabilità a partire dal XII secolo, le grandi progettazioni e realizzazioni del XVIII-XIX secolo. Ponti e strade, di cui saranno mostrati i bellissimi disegni eseguiti dai maggiori architetti e ingegneri al servizio dello Stato di Lucca, saranno il fulcro del percorso espositivo, ma non mancheranno fonti iconografiche e testuali sulle porte della città (ad esempio, porta Elisa, nelle varie fasi della sua progettazione) e sulle strutture destinate all'accoglienza di viandanti e pellegrini, come il famoso Spedale di Altopascio retto dall'Ordine dei Cavalieri di San Giacomo detti del TAU, di cui mostreremo anche l'originale latino della Regola del 1239, documento fondamentale nella ricostruzione della storia di questa importante istituzione ospedaliera.
La mostra sarà aperta al pubblico, su prenotazione della visita guidata gratuita, sabato 28 settembre (Giornate Europee del Patrimonio) e domenica 13 ottobre (Domenica di Carta), dalle 9,30 alle 12,30.
Posizione
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