Farnese Festival. Rassegna internazionale di musica antica. Come veggiamo usarsi ne’ madrigali moderni…
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Descrizione
PARMA | TEATRO FARNESE
DAL 6 AL 19 GIUGNO 2023
FARNESE FESTIVAL
Rassegna internazionale di musica antica
I EDIZIONE
Sabato 17 giugno, ore 20.30
Come veggiamo usarsi ne’ madrigali moderni…
RINALDO ALESSANDRINI direttore e clavicembalo
CONCERTO ITALIANO
Monica Piccinini e Sonia Tedla soprani
Andres Montilla alto e tenore / Raffaele Giordani tenore
Gabriele Lombardi basso
Boris Begelman e Paolo Perrone violini
Marco Ceccato violoncello / Ugo Di Giovanni chitarrone
Claudio Monteverdi (1567- 1643)
I bei legami a tre voci con due violini e violoncello
da Scherzi musicali – testo di Gabriello Chiabrera
A che tormi il ben mio (Libro I)
Dice la mia bellissima Licori (Libro VII)
testo di Giovan Battista Guarini
Io son pur vezzosetta a due voci (Libro VII)
testo di Incolto Accademico Immaturo
Non m’è grave il morire (Libro II)
testo di Bartolomeo Gotifredi
Chiome d’oro a due voci con due violini e violoncello (Libro VII)
Ch’io non t’ami cor mio (Libro III)
testo di Giovan Battista Guarini
Giovanni Battista Fontana (1589-1630)
Sonata terzadecima a due violini e fagotto
Claudio Monteverdi
Io mi son giovinetta (Libro IV)
testo di Giovan Battista Guarini da Boccaccio
Perché fuggi tra salci a due voci (Libro VII)
testo di Giovan Battista Marino
O Mirtillo, mirtillo anima mia (Libro V)
testo di Giovan Battista Guarini
Oh, come sei gentile a due voci (Libro VII)
testo di Giovan Battista Guarini
Amor che deggio far a quattro voci
con due violini e violoncello (Libro VII)
Zefiro torna (Libro VI)
testo di Francesco Petrarca
Marco Uccellini (1603-1680)
Aria sopra la Bergamasca a due violini e violoncello
da Sonate, Arie e Correnti a due e a tre
Claudio Monteverdi
Volgendo il ciel – Movete al mio bel son à cinque voci con due violini e violoncello (Ballo dell’Imperatore, Libro VIII)
testo di Ottavio Rinuccini
Preferirei essere poco elogiato per il nuovo stile piuttosto che essere molto apprezzato per lo stile comune
L'opera di Claudio Monteverdi rappresenta il fulcro di un trapasso epocale tra Rinascimento e Barocco: tra il secolo della musica vocale pura e quello della vocalità con strumenti in funzione d'accompagnamento.
Musicista innovatore, consapevole di esserlo, egli contrappone alla musica franco- fiamminga, basata sulla polifonia vocale contrappuntistica, una seconda pratica musicale, per la quale il canto deve imitare l’accento della lingua e il suo procedere oratorio. Secondo questa concezione il testo, fatto di recitazione e gestualità, suscita emozioni (gli affetti); la musica, con i suoi procedimenti armonici e con le sue figure ritmiche e melodiche, accentua e traduce gli affetti del testo poetico. Nel diventare uno dei fondamenti della musica barocca, questo aspetto caratterizza sia il Monteverdi polifonico (gli otto libri di Madrigali) che quello monodico (il teatro). Polifonico o monodico che sia, il suo madrigale, con o senza strumenti, comincia a identificarsi con un dramma potenziale, grazie ad una fantasia capace di accendersi soprattutto agli stimoli della rappresentatività.
Ci rendiamo conto del cambiamento scorrendo i vari libri: dal primo libro che annovera solo testi lirici, si passa al secondo libro dove i testi narrativi aumentano nettamente rispetto a quelli; abbondante è il ricorso al Tasso madrigalista, con il suo lucido e acceso colorismo e i suoi intarsi di particolari naturalistici. Il terzo libro (1592) segna una decisa svolta verso lo stile patetico: essa investe tanto i testi, nei toni languorosi e appassionati di Giovan Battista Guarini che quelli narrativi. Il quarto libro (1603) è declamatorio per eccellenza ricco di asprezze armoniche, di un lirismo sempre più “patetico”. Il quinto libro (1605) è la sintesi dei precedenti e in alcuni componimenti si aggiunge il basso continuo, nonché l’intercalare tra voci acute e gravi; si manifesta una rarefazione dell’assetto corale e una tensione delle singole voci verso l’individualità. Con il sesto (1614) siamo ormai in ambito monodico; si rammenti la dicitura che lo accompagna «con il suo basso continuo per poterli concertare nel clavicembalo, et altri strumenti». Nel settimo (1619), che ha per titolo Concerto, la parola musicata acquisisce una condizione scenica dove voci e strumenti si confrontano secondo simboliche personificazioni. L’ottavo libro Madrigali guerrieri e amorosi, che contiene Il Combattimento di Tancredi e Clorinda e II Ballo delle Ingrate, vede la prima parte concludersi con il Ballo, Volgendo il ciel / Movete al mio bel suon, dove lo stile madrigalesco si fonde con lo spirito della Canzone a ballo: dopo una Introdutione (Volgendo il ciel) in cui la figura del Poeta canta le lodi di Ferdinando III e invita le Ninfe dell'Istro a danzare in onore delle dame presenti, inizia il Ballo vero e proprio a 5 voci (Movete al mio bel suon) diviso in due sezioni fra le quali, secondo una indicazione dello stesso Monteverdi, si dovrebbe eseguire un'altra danza (un canario o passo e mezzo o altro balletto a beneplacito senza canto).
L’excursus da tutti i libri di Madrigali è intervallato da due pezzi strumentali composti dai violinisti Marco Uccellini e dal bresciano Giovanni Battista Fontana uno dei più singolari virtuosi, che abbia avuto la sua età, nel toccare di Violino (così Giovanni Battista Reghino nella prefazione alla raccolta Sonate à 1, 2, 3). Secondo Willi Apel lo stile di Fontana è simile a quello di Dario Castello ma certamente più moderno, nel senso che tende verso passaggi inusuali, sorprendenti e fantastici, nei quali la mentalità del primo barocco si manifesta con eccezionale chiarezza. Fontana è probabilmente il più importante compositore della musica violinistica del primo barocco, grazie alla sua padronanza tanto dello stile virtuoso che di quello cantabile del violino e del fagotto. Giulia Bassi
RINALDO ALESSANDRINI
Nato a Roma nel 1960, nel 1984 ha fondato Concerto Italiano con il quale si è esibito nelle sale di concerto di tutto il mondo.
Oltre all’attività del gruppo, ha diretto il repertorio orchestrale e operistico che va da Monteverdi (tra cui l’integrale alla Scala) alla musica contemporanea, passando per le opere di Mozart e giungendo fino alla musica contemporanea, ospite di orchestre come San Francisco Symphony, Staatskapelle Dresden, Capitole de Toulouse, Tokyo Philharmonic, Bergen Philarmonic e di orchestre con strumenti d’epoca (English Concert, Age of Enlightment, Portland Baroque, Akamus). Come clavicembalista, si è esibito in tutto il mondo, dagli USA, al Canada, al Giappone oltre che in Europa.
Con Concerto Italiano ha inciso più di 120 produzioni premiate tra gli altri con cinque Gramophone Awards e tre Premi della critica discografica tedesca, realizzando versioni di riferimento per i Concerti Brandeburghesi di Bach e le Quattro Stagioni di Vivaldi oltre che per il repertorio monteverdiano.
Fa parte dell’Accademia Filarmonica Romana, è accademico di Santa Cecilia, Chevalier des Arts et des Lettres. Nel 2002 ha ricevuto il Premio Abbiati.
CONCERTO ITALIANO
Nato nel 1984, la sua storia si sovrappone a quella della rinascita della musica antica in Italia. Monteverdi, Bach e Vivaldi sono stati i perni principali sopra i quali il gruppo ha saputo rinnovare il linguaggio della musica antica, rivelandone aspetti estetici e retorici completamente inediti. A distanza di anni, le sue incisioni discografiche sono considerate versioni di riferimento da critica e pubblico, a testimonianza del definitivo significato che il gruppo ha saputo dare al suo impegno e alle sue realizzazioni.
In questi anni, si è esibito nelle sale di Europa, USA, America del Sud, Australia, Giappone e Cina. Tra le varie produzioni, ha realizzato la trilogia monteverdiana al Teatro alla Scala di Milano e all’Opera Garnier con la regia di Bob Wilson tra il 2009 e il 2016, celebrando l’anno monteverdiano con un trionfale giro mondiale nel quale ha eseguito i Vespri del 1610, l’Orfeo e ha debuttato alla Carnegie Hall con L’Incoronazione di Poppea.
Attualmente è impegnato nell’esecuzione dell’integrale dei madrigali monteverdiani a Barcellona, presso il Grand Teatre del Liceu e, l’anno prossimo, celebrerà i 40 anni di attività con una tournée mondiale durante la quale eseguirà L’Estro Armonico di Vivaldi.
L’impressionante discografia è stata premiata con numerosi riconoscimenti della critica discografica: cinque Gramophone Awards (1994, 1998, 2002, 2004, 2015) - e unico gruppo italiano con tre registrazioni in nominations nel 1998 e il migliore disco della categoria “barocco strumentale” nel 2004 - due Grand Prix du Disque, tre premi della critica discografica tedesca (tra cui l’ultimo nel 2008 per Orfeo di Monteverdi), Premio Cini, cinque premi al Midem a Cannes oltre al Disque de l’Annèe 1998 e 2005 e Disco dell’anno per Amadeus 1998. La critica musicale inglese ha decretato le registrazioni delle Quattro Stagioni di Vivaldi e dei Concerti Brandeburghesi di Bach (registra in esclusiva per Naïve Believe) tra le migliori attualmente sul mercato.
Nell’autunno di quest’anno verrà pubblicato il cofanetto con l’integrale dei madrigali monteverdiani.
Nel 2002 ha ricevuto il Premio Abbiati.
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