Dario Fo e Franca Rame dal disegno alla scena. Hellequin – Harlekin – Arlekin – Arlecchino, commedia dell’arte all’improvviso
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Descrizione
Dal 18 maggio all’8 settembre una nuova mostra al Museo Nazionale Etrusco di Rocca Albornoz di Viterbo – Sala del Mezzanino
Il 18 maggio alle ore 17 la Compagnia Teatrale Fo Rame, in collaborazione con la Direzione Regionale Musei Lazio, e con il Patrocinio della Fondazione Fo Rame, ha inaugurato presso la Rocca Albornoz di Viterbo la mostra “Dario Fo e Franca Rame dal disegno alla scena. Hellequin – Harlekin – Arlekin – Arlecchino, commedia dell’arte all’improvviso” che resterà allestita fino all’8 settembre 2024.
Un percorso espositivo che, attraverso disegni, bozzetti e materiali inediti, accompagna il visitatore alla scoperta del processo creativo per immagini di Dario Fo prendendo come esempio la commedia dedicata a Arlecchino e alla Commedia dell’Arte.
Hellequin – Harlekin – Arlekin – Arlecchino debutta nel 1985 in occasione della Biennale di Venezia, nel quattrocentesimo anno della nascita della famosa maschera.
Il percorso creativo di Dario Fo, dall’idea alla sua incarnazione sulla scena, è profondamente legato alla potenza delle immagini. Il suo metodo unico incorpora il disegno come strumento primario per plasmare e comunicare le sue visioni teatrali. Attraverso un’analisi più dettagliata, possiamo approfondire la trasformazione del processo creativo in un viaggio vibrante, dall’abbozzo iniziale alla rappresentazione finale.
La mostra, a cura di Stefano Bertea e Mattea Fo, sarà un’occasione imperdibile per immergersi nella creazione e nella messa in scena dello spettacolo Hellequin – Harlekin – Arlekin – Arlecchino. Uno spettacolo che nacque da una lunga ricerca che coinvolse studiosi delle Università di Venezia e Roma.
L’approccio di Dario Fo nel riportare alla luce la potenza comunicativa e inventiva del teatro antico e popolare, integrandola con temi contemporanei, è stato riconosciuto come una delle principali qualità che ha contribuito al suo Premio Nobel. Il suo lavoro rappresenta un legame vitale tra la tradizione teatrale e l’innovazione, con l’obiettivo di interpretare e cambiare la realtà attraverso la scena, che diventa così una forma di coscienza critica e metafora rivoluzionaria.
Parlando di questo spettacolo Dario Fo disse: “…L’obiettivo è capovolgere il concetto ufficiale secondo il quale la Commedia dell’Arte è legata alle commedie propriamente dette, cioè quelle in tre o quattro atti. Non ho preso l’Arlecchino settecentesco ma quello precedente, quella parte di Arlecchino che viene dai misteri, dagli spettacoli medievali e arriva alle cantate dei pastori napoletani e ai clown. Mi sono rifatto alla tecnica della commedia dell’arte. Si parte da un canovaccio, una storia in estrema sintesi, ad esempio quello di due compari che per spaventare Arlecchino, noto fifone, si travestono prima da cane e poi da asino, facendosi beffe del malcapitato. Quando poi Arlecchino si trova di fronte a un vero leone feroce scappato dalla nave di un sultano, credendo che sia un ennesimo travestimento dei suoi amici, lo strapazza in malo modo per farsi bello davanti alla sua amata…”
Il percorso espositivo regala ai visitatori un’occasione senza precedenti di immergersi nell’affascinante mondo della Commedia dell’Arte.
Mostra a cura di Stefano Bertea e Mattea Fo Allestimento a cura di Compagnia Teatrale Fo Rame
Grafica: Doppio Segno snc Roma Fotografie: Corrado Maria Falsini, Tommaso Le Pera, Cielo Pessione, Mimmo Rossi, Carlo Verri
Opere di Dario Fo provenienti dalla collezione privata della Famiglia Fo Rame
Con il Patrocinio della Fondazione Dario Fo e Franca Rame