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risposta scritta n. 4-11193 della dep. Tatiana Basilio. Necropoli etrusca di Norchia (Viterbo).
Testo del comunicato
Si riscontra l’interrogazione parlamentare n. 4-11193, nella quale, con riferimento alla necropoli etrusca di Norchia, in provincia di Viterbo, l’interrogante chiede di conoscere l’assetto delle competenze di vigilanza e tutela del sito, tra Ministero, Regione Lazio e Comune di Viterbo, quali siano i terreni proprietà privata ricadenti all’interno della necropoli e gli obblighi dei proprietari stessi e, infine, quali iniziative si intenda adottare per tutelare, salvaguardare e valorizzare il sito. Con riguardo ai quesiti posti dall’interrogante la Direzione generale Archeologia e la Soprintendenza Archeologia del Lazio e dell’Etruria meridionale, competente per territorio, hanno fornito le seguenti informazioni. Il complesso monumentale-paesaggistico, che comprende una vasta area (almeno 20 ettari), si estende sul pianoro dove era ubicata la città antica e sui fianchi scoscesi che si affacciano sulle valli del Biedano, del Pile e dell'Acqualta. Qui la grande necropoli di tombe a facciata rupestre di IV-III sec. a.C. si articola su più ordini sovrapposti collegati da scale e rampe, anch'esse ricavate nel tufo e costruite, a livello di fondovalle, anche su massi erratici. Il sito non è di semplice manutenzione, ma pone questioni di natura statico-strutturale peggiorate da una vegetazione spontanea che, con la sua crescita incontrollata, esercita azioni di stress del tufo, aggravando lo stato di conservazione dei resti. Il complesso, interessato da circoscritti interventi conservativi fino agli anni '90, non ha successivamente potuto contare su specifici finanziamenti, fatta eccezione per interventi urgenti di tutela. In risposta a "quali siano i terreni ancora di proprietà privata ricadenti all'interno della necropoli etrusca " si informa che le testimonianze a est del fosso Biedano - comprendenti l'area dell'abitato antico, le necropoli delle Tombe a Tempio in località Acqualta e le necropoli denominate Pile A-D - ricadono in terreni di proprietà privata, mentre i terreni a ovest del medesimo fosso, dove sono ubicati la Cava Buia, la via Clodia e la Tomba Lattanzi, sono proprietà del demanio militare, in uso da parte del Poligono di Monte Romano. Gli obblighi e le responsabilità dei privati sono quelli previsti dal vigente Codice dei beni culturali e del paesaggio, emanato con decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, il quale dispone, all’articolo 1, comma 5, che “I privati proprietari, possessori o detentori di beni appartenenti al patrimonio culturale, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, sono tenuti a garantirne la conservazione”, obbligo ribadito anche all’articolo 30, comma 3, dello stesso Codice (“I privati proprietari, possessori o detentori di beni culturali sono tenuti a garantirne la conservazione”). Lo stesso Codice, sopra richiamato, regola altresì l’assetto delle competenze tra il Ministero e gli altri enti territoriali, in ordine alla vigilanza e alla tutela del sito. Avvalendosi del cosiddetto Art bonus, introdotto dall'art. 1 del decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito nella legge del 29 luglio 2014 n. 106, (Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo), la Soprintendenza ha recentemente concordato con il proprietario dei terreni in cui ricade la necropoli dell'Acqualta, l'erogazione in denaro a favore di un intervento di restauro delle cd. Tombe a Tempio. La Soprintendenza ha, inoltre, conferito al Dipartimento per il servizio geologico d'Italia dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), l'incarico di studio - a titolo non oneroso- dei meccanismi di deterioramento e degrado delle pareti rupestri, premessa conoscitiva necessaria per programmare un intervento di salvaguardia su larga scala, con il coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati interessati. In accordo con l'amministrazione comunale di Viterbo, nel cui territorio ricade la Necropoli, è stato avviato, infine, un progetto per l'istituzione del "Parco archeologico delle necropoli rupestri".
Documentazione:
Basilio 26 febbraio 2016
(documento in formato pdf, peso 94 Kb, data ultimo aggiornamento: 22 aprile 2016 )