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Risposta scritta all'interrogazione n. 4-04138 del sen. Franco Cardiello. Scavi per il passaggio di acque reflue in sito UNESCO. Comune di Capaccio (Salerno)
Testo del comunicato
Si riscontra l’atto di sindacato ispettivo n. 4-04138, con il quale il Senatore interrogante, premesso che il parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano è dal 1998 inserito nella lista dei siti “patrimonio dell’umanità” dell’UNESCO e che su questo territorio potrebbe a breve essere autorizzata la posa in opera di condutture di acque reflue del Comune di Capaccio (Salerno) con conseguenti lavori di scavo su area archeologica, chiede di sapere quali iniziative il Ministero intenda adottare per evitare che il sito archeologico possa subire danneggiamenti e se non ritenga opportuno informare la commissione nazionale UNESCO di tali programmi di scavo. In merito si rappresenta quanto segue. Il primo progetto di realizzazione di una rete fognaria nell’area interessata, presentato dal Comune di Capaccio alla Soprintendenza archeologica competente per territorio, era stato autorizzato nel gennaio 2009. Esso “…..non prevedeva alcun tratto di fognatura attraversante l’area archeologica di Paestum… “. Tale progetto lasciava comunque irrisolta la problematica degli scarichi fognari sia dell’insediamento abitativo esistente all’interno della cinta muraria antica, sia delle strutture di ricezione e ristoro ivi esistenti, sia dello stesso Museo di Paestum, le cui condotte fognarie erano (e sono tuttora) a libera disposizione nel terreno, con conseguenti problemi sia di ordine igienico-sanitario che di tutela delle testimonianze in subsidenza, per quel che riguarda lo smaltimento delle acque reflue, bianche e nere. In considerazione di tale situazione, il Comune di Capaccio (con il quale era stato peraltro costituito, dalla locale Soprintendenza archeologica, un partenariato istituzionale per l’attuazione del progetto “Paestum: un nuovo modello di fruizione e promozione del patrimonio archeologico”, che prevedeva l’attuazione di un Piano specifico relativo proprio all’anfiteatro di Paestum) nell’aprile 2014 ha presentato alla detta Soprintendenza una variante progettuale inerente la realizzazione di lavori di miglioramento della rete fognaria. Tale variante, presentata dall’impresa aggiudicataria dei lavori e finalizzata alla creazione dell’allacciamento alla rete fognaria cittadina anche delle abitazioni e delle altre strutture esistenti all’interno dell’antica cinta urbana, prevedeva però, tra l’altro, la realizzazione di una condotta fognaria di circa 930 metri di lunghezza che avrebbe dovuto attraversare tutta la città antica correndo lungo Via Magna Grecia (e quindi intersecare anche l’area di sedime dell’antico anfiteatro, pur correndo ad una quota superiore a quelle di dislocazione delle strutture antiche). A seguito delle perplessità espresse dalla Soprintendenza archeologica competente per territorio per l’evidente contrasto con la tutela delle presenze archeologiche e dopo la richiesta di chiarimenti fatta con una nota di maggio 2014, il Comune ha presentato un nuovo progetto di variante, che dovrebbe evitare interferenze tra le testimonianze sepolte e la rete fognaria. Secondo quanto riferito in una nota di gennaio 2015 dall’archeologo funzionario di zona della Soprintendenza archeologica, tale nuova progettazione “prevede la realizzazione, nell’ambito della città antica, di due distinte condotte: una a sud dell’Anfiteatro (da collegare su via Nettuno) ed una a nord (da collegare su via Porta Aurea) lasciando liberi da tubazioni il monumento antico ed un’ampia area di rispetto attorno ad esso”. Tenuto conto dell’andamento del nuovo tracciato, la Soprintendenza archeologica ha autorizzato con una nota di febbraio 2015 i lavori di realizzazione della rete fognaria, considerando “che l’opera prevista non interferisce con i monumenti antichi in quanto sarebbe realizzata nello spessore di sedime moderno della strada comunale che attraversa Paestum e che, oltre a un generale miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie all’interno della città antica, potrebbe in futuro smaltire anche i reflui dei servizi degli Uffici del Museo e dell’area archeologica”. Tale autorizzazione ha valore fatta salva ogni diversa valutazione e determinazione in caso di ritrovamento di preesistenze d’interesse archeologico. In proposito è stato inoltre prescritto che tutti i lavori dovranno essere condotti sotto la vigilanza del personale dell’ufficio archeologico di Paestum e che a tal fine dovranno essere comunicate, con congruo anticipo e per iscritto, la data di inizio e le modalità di conduzione dei lavori.
Documentazione:
Cardiello 28 settembre 2015
(documento in formato pdf, peso 108 Kb, data ultimo aggiornamento: 28 ottobre 2015 )