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Risposta orale all'interrogazione n. 3-01737 della sen. Michela Montevecchi. Commissione per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio
Testo del comunicato
SENATO 7° Commissione
13 Maggio 2015
Interrogazione a risposta orale 3-01737
Sen. Michela MONTEVECCHI (M5S).
Oggetto: Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Mi riferisco all’interrogazione con la quale la Senatrice Montevecchi, unitamente ad altri colleghi Senatori, chiede notizie in merito alla commissione per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio, istituita dal Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Massimo Bray, il 19 luglio 2013 allo scopo di analizzare le principali questioni controverse riguardanti l'applicazione della normativa di tutela contenuta nel decreto legislativo numero 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) e di proporre opportune soluzioni. In particolare l’onorevole interrogante chiede di “rendere pubblica la relazione predisposta e presentata nel novembre del 2013”.
La relazione cui si riferisce la onorevole interrogante, presentata ufficialmente dal MIBACT il giorno 5 novembre 2013 e pubblicata in varie sedi, è la relazione che una diversa commissione – la Commissione per il rilancio dei Beni culturali e del Turismo e per la riforma del Ministero, istituita dal ministro Bray e presieduta dal professor Marco D’Alberti - ha approvato in materia di riorganizzazione e valorizzazione del Ministero. Consegno agli atti della commissione il testo di tale redazione.
Quanto invece al gruppo di lavoro presieduto dal prof. Settis, l’iniziativa per la sua costituzione era nata dall’esigenza, a distanza di numerosi anni dagli ultimi decreti correttivi e integrativi del 2008, di apportare al Codice, pur nella conferma dell’impianto generale del sistema di tutela in esso compiutamente compendiato, taluni affinamenti e aggiornamenti legati alla sopravvenuta evoluzione della normativa comunitaria, nonché all’esigenza di snellimento delle procedure, alla necessità di coordinare il dettato di alcuni articoli con le pronunce della Corte costituzionale in materia di potestà legislativa esclusiva dello Stato e di rendere più coerenti con il sistema alcuni mutamenti normativi introdotti in maniera episodica negli ultimi anni.
Come correttamente ricordato dall’onorevole interrogante, il gruppo di lavoro per la revisione del Codice nominato dall’allora Ministro Bray ha, invero, dato avvio ai suoi lavori ancor prima che fosse approvato il disegno di legge recante la delega al Governo per la revisione del Codice, delega che – con i relativi principi e criteri direttivi – rappresentava naturalmente il presupposto logico e giuridico per poter emanare i decreti correttivi. La norma di delega, in effetti, era originariamente inserita nel disegno di legge di riforma della pubblica amministrazione presentato dal Governo Letta (art. 5 dell’atto Senato 958, presentato dal Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione D’Alia il 23 luglio 2013), il cui esame in Commissione peraltro si è arrestato nel gennaio 2014.
L’ipotesi di una nuova norma di delega, nonostante successive riproposizioni in altre sedi normative da parte del Ministero, da ultimo lo scorso anno, non ha avuto allo stato ulteriore corso.
La mancata adozione della norma di delega ha determinato la sospensione dei lavori del gruppo di lavoro, che del resto non avrebbero potuto utilmente essere proseguiti in assenza – come detto – di precisi principi e criteri direttivi. Il gruppo di lavoro, nel periodo di attività, ha comunque compiuto un lavoro istruttorio e di studio, procedendo anche a varie audizioni, su cui ha tenuto informato il ministro pro tempore e che potrà certamente rivelarsi utile nella prospettiva di una ripresa dei lavori per l’aggiornamento del Codice.
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:29:20 / Ultimo aggiornamento 2020-11-04 17:27:07