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INTERVISTA MINISTRO AL SOLE 24 ORE Un patto tra MiBAC e Telecom Italia. Intesa per salvare il tesoro di Cinecittà
Testo del comunicato
Verrà digitalizzato il patrimonio audiovisivo. La società di tlc investirà 500mila euro subito e 3 milioni a regime.
Sarà forse la crisi economica e la scarsità di risorse finanziarie a risolvere una volta per tutte il conflitto tra cinema, piattaforme tv e telecomunicazioni e spazzare via ogni residua disputa sul primato del "prodotto" rispetto ai luoghi della fruizione. Crisi che aleggia come un convitato di pietra sulla 688 Mostra del Cinema di Venezia dove a un cartellone raramente così ricco fanno da corollario accordi e promesse di intesa tra i vari soggetti dell'offerta multimediale. Accade così che, per la prima volta a Venezia, una società di tlc, Telecom Italia, presenti un'intesa con Cinecittà Luce. Matrimonio di interessi convergenti come l'ha presentato ieri il ministro per i Beni e le attività culturali, Giancarlo Galan (presente a tutte le proiezioni dei film italiani in concorso), che consentirà la digitalizzazione di film e documentari dell'archivio storico dell'Istituto Luce. Nello stesso tempo, già da settembre, saranno visibili 150 film dell'archivio in pay perviewe 200 contenuti gratuiti sulla multipiattaforma Cubovision di Telecom Italia visibile su tv, pc e iPad. Costo dell'operazione 5oomila euro subito e 3 milioni a regime che verranno utilizzati da Cinecittà Luce perla conservazione e la digitalizzazione del patrimonio audiovisivo italiano, come hanno spiegato il presidente di Cinecittà Roberto Ciccuto e l'amministratore delegato Luciano Sovena. «In un momento difficile come questo è importante invesalvare Cinecittà stire sul nostro patrimonio artistico» ha sottolineato il ministro Galan che ha detto di non nutrire alcun complesso di inferiorità rispetto a Cannes. Galan ha avuto parole di apprezzamento per la recente riforma di Cinecittà che «finalmente farà quello per cui era stata istituita e consentirà, con la riduzione dei costi, di liberare almeno 5 milioni del Fondo unico per lo spettacolo». Cinecittà Luce è solo il primo passo: «Ci sono anche altre aree di criticità che necessitano una razionalizzazione - ha spiegato al Sole 24 Ore il ministro- a cominciare da Centro sperimentale e Cineteca nazionale». «Con l'accordo tra noi e Cinecittà - ha spiegato Franco Bernabè, presidente di Tele-com Italia - intendiamo difendere la memoria e la conservazione della memoria raccolta nel patrimonio audiovisivo. Negli ultimi anni sulle reti di telecomunicazioni fisse si è avuta una crescente diffusione di contenuti video, quasi il 70% di traffico dati è video ma il 50% sono piratati. Un danno gravissimo per l'industria dell'audiovisivo. Questo ci deve fare riflettere su come fruire meglio di questi contenuti». Passato e futuro che si incontrano alla Biennale. «Noi - dice il presidente Paolo Baratta - siamo i migliori testimoni della non contraddittorietà tra gli strumenti multimediali». Come quello tra prodotto e luogo di fruizione: il presidente dell'Anica, Riccardo Tozzi, pur apprezzando l'aumento fino al 40-4596 di film italiani nelle sale, lamenta entrate troppo basse (ioo milioni l'anno, la metà della Francia), chiede la trasferibilità del credito d'imposta per poterlo accorpare tra piccole imprese cinematografiche e sollecita un migliore riequilibrio del sistema delle sale con più cinema nelle aree urbane.
(Gerardo Pelosi)
Sarà forse la crisi economica e la scarsità di risorse finanziarie a risolvere una volta per tutte il conflitto tra cinema, piattaforme tv e telecomunicazioni e spazzare via ogni residua disputa sul primato del "prodotto" rispetto ai luoghi della fruizione. Crisi che aleggia come un convitato di pietra sulla 688 Mostra del Cinema di Venezia dove a un cartellone raramente così ricco fanno da corollario accordi e promesse di intesa tra i vari soggetti dell'offerta multimediale. Accade così che, per la prima volta a Venezia, una società di tlc, Telecom Italia, presenti un'intesa con Cinecittà Luce. Matrimonio di interessi convergenti come l'ha presentato ieri il ministro per i Beni e le attività culturali, Giancarlo Galan (presente a tutte le proiezioni dei film italiani in concorso), che consentirà la digitalizzazione di film e documentari dell'archivio storico dell'Istituto Luce. Nello stesso tempo, già da settembre, saranno visibili 150 film dell'archivio in pay perviewe 200 contenuti gratuiti sulla multipiattaforma Cubovision di Telecom Italia visibile su tv, pc e iPad. Costo dell'operazione 5oomila euro subito e 3 milioni a regime che verranno utilizzati da Cinecittà Luce perla conservazione e la digitalizzazione del patrimonio audiovisivo italiano, come hanno spiegato il presidente di Cinecittà Roberto Ciccuto e l'amministratore delegato Luciano Sovena. «In un momento difficile come questo è importante invesalvare Cinecittà stire sul nostro patrimonio artistico» ha sottolineato il ministro Galan che ha detto di non nutrire alcun complesso di inferiorità rispetto a Cannes. Galan ha avuto parole di apprezzamento per la recente riforma di Cinecittà che «finalmente farà quello per cui era stata istituita e consentirà, con la riduzione dei costi, di liberare almeno 5 milioni del Fondo unico per lo spettacolo». Cinecittà Luce è solo il primo passo: «Ci sono anche altre aree di criticità che necessitano una razionalizzazione - ha spiegato al Sole 24 Ore il ministro- a cominciare da Centro sperimentale e Cineteca nazionale». «Con l'accordo tra noi e Cinecittà - ha spiegato Franco Bernabè, presidente di Tele-com Italia - intendiamo difendere la memoria e la conservazione della memoria raccolta nel patrimonio audiovisivo. Negli ultimi anni sulle reti di telecomunicazioni fisse si è avuta una crescente diffusione di contenuti video, quasi il 70% di traffico dati è video ma il 50% sono piratati. Un danno gravissimo per l'industria dell'audiovisivo. Questo ci deve fare riflettere su come fruire meglio di questi contenuti». Passato e futuro che si incontrano alla Biennale. «Noi - dice il presidente Paolo Baratta - siamo i migliori testimoni della non contraddittorietà tra gli strumenti multimediali». Come quello tra prodotto e luogo di fruizione: il presidente dell'Anica, Riccardo Tozzi, pur apprezzando l'aumento fino al 40-4596 di film italiani nelle sale, lamenta entrate troppo basse (ioo milioni l'anno, la metà della Francia), chiede la trasferibilità del credito d'imposta per poterlo accorpare tra piccole imprese cinematografiche e sollecita un migliore riequilibrio del sistema delle sale con più cinema nelle aree urbane.
(Gerardo Pelosi)
© 2021 MiC - Pubblicato il 2020-10-27 22:27:21 / Ultimo aggiornamento 2020-10-27 22:27:21